DIABETE ITALIA: SCUOLE SICURE PER LE PERSONE CON DIABETE

diabete Italia

Dopo mesi di lockdown le scuole italiane stanno riprendendo le loro attività. Diabete Italia onlus è in prima linea affinché questa ripresa sia il più sicura possibile per bambini, ragazzi e adulti con diabete. Per fare questo è stata creata una sezione apposita sul sito www.diabeteitalia.it. Sicurezza, non discriminazione e conoscenza sono le parole chiave di questa campagna, affinché tutte le persone con diabete possano vivere con serenità e sicurezza l’ambiente scolastico.

Sul sito sono state pubblicate le FAQ Covid-19 per alunni e lavoratori per fornire risposte concrete alle domande più frequenti che in queste settimane sono giunte all’Associazione. 

Sono state inoltre pubblicate le raccomandazioni per la gestione del rientro a scuola, dell’influenza stagionale e del rischio di infezione da Covid-19 in bambini, adolescenti e giovani adulti con diabete redatte dalla Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica.

Su https://www.diabeteitalia.it/scuola-e-diabete si può anche trovare il “DOCUMENTO STRATEGICO DI INTERVENTO INTEGRATO  per l’inserimento del bambino, adolescente e giovane con diabete in contesti scolastici, educativi, formativi al fine di tutelarne il diritto alla cura, alla salute, all’istruzione e alla miglior qualità di vita”, prodotto in collaborazione con i Ministeri della Salute e dell’Istruzione.  

Per maggiori chiarimenti o informazioni si può visitare il sito www.diabeteitalia.it o scrivere alla mail [email protected]

VACCINIAMOCI PER COVID-19 EVITANDO UN’EPIDEMIA DURANTE LA PANDEMIA DA

Vacciniamoci per covid-19

Asiago-Gallio, 18 Settembre 2020 – Durante la Settima edizione della Summer School di Motore Sanità si è discusso sull’importanza di una massiccia vaccinazione a salvaguardia della salute e dell’economia, durante la sessione “Focus sui vaccini: ruolo preventivo ed impatto economico”, organizzata con il contributo incondizionato di MSD. 

“Abbiamo dibattuto molto sul tema della pandemia, come si è risposto alla pandemia e l’impatto che ha avuto sull’economia. Nulla come quello che abbiamo vissuto nel 2020 ha dimostrato quanto la sanità, l’innovazione nel campo della salute sia un elemento fondamentale per la ricchezza di un paese.

Il nostro Paese ce l’ha fatta, dimostrando di essere stati molto bravi, purtroppo però abbiamo dovuto ovviare attraverso dei sistemi, quali il lockdown e il distanziamento sociale, che hanno avuto un impatto enorme sull’economia, questo perché non c’era né un vaccino né un farmaco per il Covid-19.

Quindi fondamentale è lavorare in partnership pubblico-privato per trovare le soluzioni che solo la scienza è in grado di offrire. Ma non dimentichiamo le vaccinazioni esistenti che hanno già dimostrato il loro valore e auspico che la sanità e SSN siano giustamente considerate un investimento e non una spesa.

Le vaccinazioni che sono state interrotte durante la pandemia devono essere riprese subito perché se non recuperiamo i soggetti che non sono stati vaccinati, il rischio è avere un’epidemia durante la pandemia. Infine, la Sanità è una priorità che deve essere considerata come fondamentale per l’economia di un Paese”, ha dichiarato Marina Panfilo, Director Policy & Communication Vaccines MSD Italia

OSPEDALE, TERRITORIO E CAPITALE UMANO CARTA VINCENTE DEL SISTEMA VENETO

territorio e capitale umano

Asiago-Gallio, 17 Settembre 2020 – Una decina di sessioni e più di 70 relatori. Ha preso il via oggi, giovedì, 17 settembre 2020, ad Asiago-Gallio, la settima edizione della Summer School su Innovazione e salute in un mondo globale, organizzata da Motore Sanità e Mondosanità

In agenda le grandi sfide dell’innovazione che si sono palesate al traguardo 2020 e che richiedono azioni rapide e concrete. Le prospettive demografiche ed epidemiologiche avranno intuibili conseguenze sull’assistenza socio-sanitaria a causa del numero elevato dei malati cronici. E l’innovazione straordinaria messa in campo sta cronicizzando ed in alcuni casi guarendo malattie considerate incurabili. La pandemia Covid-19 ha dimostrato che la salute deve essere considerata prima di ogni cosa. Ora è ora di fare e di riprogrammare.

La sfida futura si giocherà tra efficienza, uniformità delle cure, sostenibilità, partendo da una attenta riprogrammazione e valutazione degli scenari dinamici generati dalle moderne pandemie, dalla necessaria innovazione delle offerte terapeutiche, che andranno omogeneamente assicurate a tutti i cittadini e lavoratori del nostro paese. 

“Quest’anno abbiamo deciso, con un po’ di coraggio, di organizzare, sia di presenza che in collegamento, la Summer School, affrontando i temi fondamentali perciò che riguarda la sanità. Si è discusso di tutte le questioni che includono i problemi legati ai pazienti all’interno del SSN, del futuro dello sviluppo del Servizio stesso, del rapporto pubblico-privato e come gli stakeholders nel futuro possono collaborare per migliorare la situazione di un sistema che ha retto durante questa pandemia”, ha spiegato Claudio Zanon, Direttore Scientifico Motore Sanità.

“È necessario aumentare il numero dei medici specialisti e dare più voce alle altre professioni, penso ad esempio agli infermieri e alla medicina del territorio. Molto fondamentali anche i temi della cronicità e di nuove tecnologie, che dovranno aprire insieme alla digitalizzazione un futuro diverso per quanto riguarda la sanità italiana”, ha concluso Zanon

“Il Veneto è una regione che da sempre in campo sanitario è ai primi livelli. Questo perché ha costruito una rete ospedaliera e territoriale molto particolare legata non solo agli ospedali e all’eccellenza delle cure ma anche al territorio e alle figure professionali, il nostro capitale umano, che sul territorio operano.

Lo abbiamo ben visto in questa fase emergenziale di pandemia dove la differenza in Veneto è stata fatta proprio dall’organizzazione della rete”, ha dichiarato Manuela Lanzarin, Assessore alla Sanità e al Sociale, Regione del Veneto. 

“Ha funzionato tutto il sistema nella sua catena. La programmazione e le riforme che si sono susseguite negli anni, dalla razionalizzazione delle ULSS per arrivare alla nascita di Azienda Zero, hanno permesso all’intero sistema sanitario Veneto di garantire una presa in carico ottimale del paziente.

Azienda Zero dal canto suo, in questa fase di emergenza, ha consentito di razionalizzare gli acquisti e avere la forza contrattuale per gli approvvigionamenti necessari così complessi da effettuarsi in un momento difficile come quello della pandemia da Covid-19. Proprio in questi giorni Azienda Zero sta effettuando una gara per l’acquisto di test rapidi non solo per il Veneto ma anche per altre regioni.

È proprio nella forza dell’integrazione tra ospedale e territorio e nella ricerca di consolidare sempre di più gli organici a qualsiasi livello, che il Veneto intende continuare la sua sfida di garantire una sanità eccellente” ha concluso l’Assessore

“Nel periodo dell’emergenza Covid-19 abbiamo vissuto un momento molto cupo, soprattutto perché si temevano rischi personali e in virtu nella vita di relazione anche per i propri famigliari. La categoria sanitaria ha risposto con principi idealistici sia a livello medico sia infermieristico sia gli operatori sanitari. Solo questa è la spiegazione per cui sono morti oltre 170 tra medici, infermieri e operatori sanitari.

Tutti quanti in servizio e con un’età media che era di 10 anni inferiore rispetto ai pazienti che curavano. Questo è stato un esempio di spirito di dedizione al dovere incredibile, considerato anche il momento che viviamo in cui prevale l’egoismo”, ha detto Giovanni Leoni, Vicepresidente FNOMCeO e Presidente OMCeO Venezia

“Il tema della formazione è sempre stato fondamentale. Se noi formiamo professionisti delle professioni sanitarie di qualità, diamo una risposta qualificata al sistema. Io credo che dove ci sono state scuole di tradizione – come quelle venete – che hanno creato professionisti di alto profilo e specializzandi di qualità, abbiamo dato ai pazienti risposte di altissimo livello.

Una formazione adeguata è fondamentale non solo nel connubio ricerca e formazione, ma anche in quello ricerca e assistenza. In Regione Veneto abbiamo sempre integrato la ricerca e l’Università nel sistema sanitario”, ha sottolineato Stefano Merigliano, Presidente Scuola di Medicina e Chirurgia, Università di Padova.

Test sierologici a Torino e Novara, positivo il 5,5%

Test sierologici

Per effettuare una mappatura epidemiologica importante, su un campione rappresentativo di cittadini, volontari di associazioni e dipendenti di municipalizzate che hanno svolto servizi di utilità pubblica durante il periodo di lockdown, sono stati effettuati test sierologici a Torino e Novara realizzati dal laboratorio B-Life.

Questa tipologia di iniziativa e nello specifico la volontà di effettuare uno screening è stata una scelta mai fatta da nessun Paese europeo.

I numeri analizzati hanno reso noto che 331 su 6005, ovvero il 5,5%, delle persone testate hanno dato esiti positivi. Nello specifico, 207 su 4.826 a Torino (4,8%), 124 su 1.179 (10,5%) a Novara.

L’assessore alla Ricerca, Matteo Marnati, spiega come i dati ottenuti dai test sierologici effettuati da B-Life, durante l’emergenza Covid in Piemonte, dimostrino lo straordinario lavoro e sforzo fatto dalla Regione e dai cittadini piemontesi. Su una popolazione di 4,3 milioni di abitanti, i cittadini piemontesi che potrebbero essere potenzialmente positivi, non supererebbero le 235.000 persone.

L’iniziativa del laboratorio B-Life, il testare i cittadini di Torino e Novara dalla metà del mese di giugno 2020, è stata condivisa e finanziata dall’ESA – Agenzia Spaziale Europeadall’Università Cattolica di Louvain (Belgio), dal Governo del Lussemburgo e dal Rotary internazionale.

La scelta di effettuare test sierologici sui cittadini della Regione Piemonte, non è certamente stata casuale, infatti, è stato scelto un territorio che facesse parte di una zona fortemente colpita dalla pandemia da Coronavirus dal mese di febbraio 2020.

La volontà è quella di mappare la diffusione del COVID-19 su un campione che sia assolutamente rappresentativo, così da avere una descrizione epidemiologica di individui che nell’ultimo periodo hanno vissuto in una zona fortemente colpita, a maggior ragione persone costrette a dover lavorare nel periodo di lockdown e quindi rischiare di stare a contatto in modo assai ravvicinato con il rischio di essere contagiati.

Stefano Sermonti