CAR-T al tempo della pandemia COVID-19: “La best practice della Regione Emilia-Romagna a supporto del paziente”

CAR-T al tempo della pandemia

15 dicembre 2020 – L’innovazione portata dalle terapie CAR-T rappresenta uno dei traguardi medici più importanti del nuovo secolo nella battaglia contro i tumori. Per l’evoluzione futura sarà richiesto tempo, approfondimenti ed osservazioni, così come nuovi protocolli di ricerca e molto altro. Nell’attuale situazione Covid-19, però, servono immediatamente nuovi modelli organizzativi rapidamente applicabili, facendo tesoro delle buone pratiche messe in atto dalle singole Regioni durante le prime esperienze di utilizzo. Per condividere soluzioni da adottare per risolvere i problemi organizzativi, amministrativi e clinici legati alla pandemia, Motore Sanità ha organizzato, in Emilia-Romagna, il Webinar ‘BEST PRACTICE ORGANIZZATIVE IN TEMPO DI COVID: IL PERCORSO DEL PAZIENTE SOTTOPOSTO A CAR-T’, realizzato grazie al contributo incondizionato di GILEAD e Kite.

“Il 7 agosto 2019 l’Agenzia Italiana del Farmaco ha dato il via libera alla rimborsabilità della prima terapia a base di cellule CAR-T (Chimeric Antigen Receptor T-cell) disponibile in Italia. Nel documento ufficiale di AIFA la nuova terapia, denominata Kymriah (tisagenlecleucel), è definita prescritta secondo le indicazioni approvate da EMA e utilizzata presso i centri specialistici identificati e selezionati dalle Regioni, per pazienti adulti con linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) resistenti alle altre terapie o nei quali la malattia sia ricomparsa dopo una risposta ai trattamenti standard e per pazienti fino a 25 anni di età con leucemia linfoblastica acuta (LLA) a cellule B. In ottobre 2019 l’Emilia-Romagna ha pubblicato ufficialmente la delibera che formalizza le decisioni assunte dalla Commissione Regionale Farmaci (DETERMINAZIONE Num. 18521 del 14/10/2019 BOLOGNA) e che attribuisce al Policlinico Sant’Orsola-Malpighi la gestione della Terapia CAR-T, centro specialistico citato anche nei documenti di AIFA. Le decisioni assunte a livello Nazionale e Regionale sull’uso del farmaco prevedono che siano scelti Centri Specialistici Regionali adeguati ai criteri minimi stabiliti dall’Agenzia Italiana del Farmaco, su parere della commissione consultiva tecnico-scientifica, affiancati alle autorizzazioni previste per legge (certificazione del centro nazionale trapianti in accordo con le direttive EU; – accreditamento JACIE per trapianto allogenico comprendente unità clinica, unità di raccolta ed unità di processazione; – disponibilità di un’unità di terapia intensiva e rianimazione; – presenza di un team multidisciplinare adeguato alla gestione clinica del paziente e delle possibili complicanze (G.U. n.188 del 12-08-2019)). La Regione Emilia Romagna con la Commissione Regionale Farmaci di alto profilo, con la collaborazione con la Commissione Tecnico Scientifica di AIFA, di cui fa parte la Coordinatrice della CRF regionale, dr.ssa Marata Anna Maria, garantisce una verifica di attuazione e valutazione continua della gestione adeguata e aggiornata disponibile ad impegno su eventuali modifiche”, ha spiegato Valentina Solfrini, Direzione Generale Cura della Persona, Salute e Welfare, Servizio Assistenza Territoriale, Area Farmaci e Dispositivi Medici, Regione Emilia-Romagna

“La terapia CAR T rappresenta il nuovo fronte di trattamento per pazienti con leucemia linfoblastica acuta o linfoma non rispondere agli usuali trattamenti. Oltre ad una innovativa terapia salva vita rappresenta una sfida organizzativa e l’attuale pandemia COVID ne ha praticamente bloccato l’applicazione. È assolutamente importante ripartire  esaminando i vari stop del percorso diagnostico terapeutico per poter trattare pazienti che altrimenti non avrebbero altre possibilità di sopravvivenza ricordando che oltre ad i pazienti affetti da coronavirus l’impegno è quello di continuare a trattare le altre patologie altrettanto complesse e talora mortali”, ha detto Claudio Zanon, Direttore Scientifico Osservatorio di Motore Sanità

Image by sasirin pamai

Incontinenza urinaria maschile, incontro tra urologi del Progetto Lem – Local expert meeting

Incontinenza urinaria

L’incontinenza urinaria maschile è il tema portante del Progetto Local Expert Meeting (LEM) che attraverso incontri regionali con gruppi di urologi, e interventi dal vivo in sala operatoria, si propone di analizzare gli outcome delle terapie più avanzate.

L’incontinenza è una patologia diffusa invalidante che ha un impatto pesantissimo sui rapporti di coppia, il lavoro, la mobilità, le relazioni sociali. Le soluzioni maggiormente adottate prevedono, tuttora, la fornitura di assorbenti esterni (i pannoloni, utilizzati da circa il 21% degli uomini incontinenti) e trattamenti farmacologici.

Le soluzioni terapeutiche più avanzate, come gli sfinteri urinari artificiali impiantabili, si scontrano con la carenza di centri e di urologi specializzati, e con l’inadeguata copertura da parte delle strutture regionali.

Il trattamento dell’incontinenza grave, generata dall’intervento demolitivo di prostatectomia, non viene di fatto ritenuto prioritario per tanti pazienti che devono affidare la soluzione del problema alla sensibilità dei singoli urologi e alle specifiche competenze ospedaliere.

I problemi dell’incontinenza urinaria maschile sono al centro del primo incontro tra specialisti in urologia del percorso Lem – Local expert meeting, che riunisce alcuni tra i più autorevoli urologi provenienti sia dall’ Emilia Romagna sia da altre Regioni. L’incontro guidato da Emilio Emili, direttore del Dipartimento chirurgico nonché direttore dell’unità operativa complessa di Urologia a Imola. Dalle statistiche emerge che ben 9 milioni di uomini italiani non si sono mai recati dall’urologo e che solo il 10/20% si sottopone a una visita preventiva.

L’incontinenza urinaria, secondo le stime più recenti, affligge un milione e mezzo di soggetti maschi in Italia, la maggior parte a seguito di un intervento chirurgico per tumore alla prostata. Al momento, il trattamento dell’incontinenza urinaria grave, generata dall’intervento demolitivo di prostatectomia, viene demandato alla sensibilità dei singoli urologi come pure alle specifiche competenze e vocazioni ospedaliere.

“Gli sfinteri urinari artificiali”, ricorda l’urologo “risolvono in modo efficace un problema che non può essere considerato in alcun modo  estetico ma funzionale, avendo a che fare con la salute e la qualità della vita quotidiana”. A seconda dei pazienti, la patologia può presentare sintomi diversi quali incontinenza da stress (perdita involontaria a seguito di tosse, starnuti o sforzi), oppure da urgenza (perdita di urina accompagnata dalla necessità impellente di urinare nuovamente con vescica iperattiva), Incontinenza mista ( associata sia allo sforzo, sia all’urgenza).

Quanto all’insorgenza, può essere ricondotta anche all’invecchiamento, a malattie specifiche (diabete, sclerosi; Parkinson) ma, soprattutto nelle forme gravi, a interventi di chirurgia demolitiva a seguito di tumore alla prostata (circa il 15% sul totale degli incontinenti).

 

Per ulteriori informazioni:

https://www.ausl.imola.bo.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/9831

https://www.siu.it/salute/patologie/non-neoplastiche/trattamenti-chirurgici-negli-uomini-con-sui

Alessandro Malpelo

Donazione del sangue in sicurezza in Emilia Romagna

Donazione del sangue

In occasione della giornata mondiale dei donatori, domenica 14 giugno, la regione Emilia-Romagna ha lanciato una campagna estiva per la donazione di sangue. Con il supporto di Avis, Fidas, Admo, FedRed e A.l.t., ormai al terzo anno di fila, #Io ti racconto che “Continuiamo a donare il sangue in sicurezza. Noi non ci fermiamo!”, parte la campagna di comunicazione, legata al Coronavirus.

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Dispositivi di protezione alle famiglie bisognose

Dispositivi di protezione

Dispositivi di protezione in distribuzione alle famiglie bisognose dell’Emilia Romagna. In arrivo un supporto concreto alle famiglie con figli sotto la maggiore età, nello specifico saranno distribuiti 129 laptop, 3.455 saturimetri, 86 termoscanner, 23.035 mascherine e 13.821 guanti. Consegnate direttamente presso i 40 Centri per le famiglie bisognose che operano sul territorio dell’Emilia-Romagna, in particolare, da Piacenza a Rimini.

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