Oncorete Sharing and innovation system – Bari 11 Aprile 2019

Le reti oncologiche regionali rappresentano il modello organizzativo ottimale per implementare, razionalizzare, innovare e completare la prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione fisica e psicologica dei pazienti colpiti da tumore.
Progressivamente le reti regionali stanno riorganizzandosi verso un modello Hub&Spoke al fine di concentrare le patologie dove lo skill numerico rappresenta un miglioramento della qualità e dell’efficacia del servizio offerto, nonché per ottimizzare l’introduzione dell’innovazione e della sperimentazione di base, traslazionale e clinica.
Tale riorganizzazione assicurerà la sostenibilità del sistema, la capillarità e allo stesso tempo la concentrazione dell’offerta, la connessione con la componente socio assistenziale e con la medicina generale, cardini importanti per assicurare la presa in carico globale del paziente.
Per raggiungere tali obiettivi è necessario aumentare il livello di comunicazione tra operatori, pazienti ed istituzioni all’interno della rete utilizzando la continua evoluzione della tecnologia nel rispetto delle norme sulla privacy.
Nello stesso tempo risulta importante comunicare ai cittadini i risultati raggiunti dalle reti oncologiche al fine di aggiornarli sui progressi medici e sociali raggiunti, nonché per rafforzare la loro fiducia nei confronti della Sanità regionale sia per contrastare atteggiamenti antiscientifici sia per eliminare o ridurre la mobilità passiva.
Inoltre mettere a fattore comune le best practices terapeutico/assistenziali non è solo importante all’interno della rete regionale di appartenenza, ma risulta altresì rilevante a livello nazionale nell’ambito di coordinamenti tra reti oncologiche e centri oncologici che progressivamente si stanno formando.
Per tale motivo nasce Oncorete, come rete nazionale delle reti oncologiche regionali al fine di implementare l’alleanza contro il cancro e favorire il raggiungimento degli obiettivi di cui sopra.

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Oncorete Sharing and innovation system – Genova 4 Aprile 2019

Il Corso (ed il relativo materiale prodotto) intende affrontare principalmente la problematica dei percorsi assistenziali per pazienti oncologici avanzati nel contesto attuale. I pazienti neoplastici in fase avanzata/metastatica presentano usualmente quadri clinici assai complessi, caratterizzati da dolore, altri sintomi rilevanti e disagio psicologico; sempre più spesso vengono trattati con farmaci antineoplastici anche nelle fasi terminali della vita. Nel modello attualmente più diffuso sia le terapie specifiche antitumorali, che le terapie puramente palliative,
vengono somministrate durante tutto il decorso della malattia, con progressivo decremento delle prime ed incremento delle seconde, nel tempo. Ciò è dovuto – da una parte – al ruolo di fondamentale importanza, che assumono le cure palliative “in senso stretto”, in relazione alla necessità prioritaria di controllare i sintomi e la Qualità di Vita e -dall’altra- alla più frequente applicazione di farmaci antineoplastici di dimostrata efficacia per il prolungamento della sopravvivenza o la posticipazione della progressione, sulla base di studi clinici recenti.
Tale contesto è caratterizzato quindi da cronicizzazione della malattia con ricorso a trattamenti innovativi più spesso farmacologici- ad elevato costo ed emergenza di tutti i bisogni e le criticità tipiche delle malattie croniche: monitoraggio clinico-strumentale della malattia, attivazione di servizi socio-assistenziali, ospedalizzazione per episodi acuti intercorrenti, ecc.
La cura del cancro (a differenza di quanto accade per altre malattie croniche) rimane – almeno nel nostro Paese – a carico dell’Ospedale, anche se in gran parte in fase di DH o ambulatoriale; ma i pazienti oncologici abbisognano nel loro percorso di differenti tipologie di assistenza (degenza ordinaria, DH, assistenza domiciliare, hospice, ecc.) Inoltre non sono disponibili dati aggiornati sull’impatto che l’introduzione di nuovi farmaci antineoplastici e l’applicazione precoce di Cure Palliative abbiano sull’organizzazione sanitaria, in termini di ricoveri ospedalieri, assistenza domiciliare, accessi a servizi ambulatoriali e di day-hospital, ecc.
La serie di Corsi ONCORETE si svolge in varie Regioni Italiane anche per approfondire la tematica dell’implementazione delle innovazioni tecnologiche ed organizzative. Il Corso ha particolare rilevanza in Regione Liguria in forza dei profondi cambiamenti in atto con la costituzione di AliSa e del DIAR Oncoematologia e l’assegnazione a queste nuove organizzazioni dei più rilevanti aspetti di Clinical Governance, dalla realizzazione di PDTA unici regionali alle Raccomandazioni sull’uso appropriato dei nuovi farmaci. Il modello Ligure verrà illustrato nei principi e nei dettagli e potrà essere confrontato con le realizzazioni di altre Regioni.

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Oncoematologia tra sostenibilità e aderenza – Padova 22 Marzo 2019

Grazie al progressivo miglioramento delle conoscenze dei meccanismi patogenetici che sono alla base dell’insorgenza dei tumori in generale, e di quelli ematologici in particolare, è stata aperta la strada allo sviluppo di terapie “intelligenti” capaci di colpire con precisione specifici bersagli molecolari che connotano la diversità biologica della malattia e che rendono di fatto unico, ai fini dell’approccio terapeutico, ogni singolo paziente.

Queste molecole aggrediscono la malattia attraverso specifici meccanismi, spesso diversi ma sempre molto selettivi, avendo come bersaglio specifiche strutture espresse dalla cellula neoplastica, vuoi sulla superficie della cellula che al suo interno.

Il mieloma multiplo rappresenta una sfida storica nel campo ematologico, poiché seppur con prognosi in costante miglioramento con sostanziale aumento della sopravvivenza, l’eradicazione totale della malattia rappresenta una sfida non ancora vinta.

Delle terapie applicate nel Triveneto si parlerà nell’evento organizzato da Motore Sanità il 22 Marzo 2019 a Padova.

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Update HIV nella Regione del Veneto – Vicenza 12 Marzo 2019

L’assistenza ai pazienti con infezione da HIV in Veneto è affidata ai Centri di malattie infettive, dislocati nei capoluoghi di provincia e in due altri centri locali. In questi centri è possibile fare il test per HIV in modo anonimo e gratuito e senza impegnativa del MMG; inoltre vengono presi in carico i pazienti con infezione documentata.
La privacy dei pazienti è assicurata secondo quanto previsto dalla normativa nazionale (legge 135/90) e regionale e una volta documentata l’infezione, è prevista una esenzione della quota di partecipazione (ticket) che rende le procedure diagnostiche e terapeutiche esenti da pagamento. Le terapie messe a disposizione non sono in grado di eliminare l’infezione e portare a guarigione ma possono sopprimere completamente la replicazione del virus, assicurando la sopravvivenza dei pazienti e la loro qualità di vita comparabile ai pari età non infetti da HIV.
Affinché questo avvenga è però necessaria una diagnosi precoce, essendo le diagnosi tardive gravate da un notevole eccesso di mortalità e morbilità.
Un problema che è legato principalmente alla sottostima individuale del rischio di trasmissione perché, sottostimando la probabilità di essere state infettate, le persone non si sottopongono al test e giungono alla diagnosi solo in presenza di sintomi severi, che compaiono quando le difese immunitarie sono già molto depresse.
Il tema principale della riflessione da cui prende le mosse l’evento è di riportare l’HIV, inteso come prevenzione, cura e aspetti sociali del problema, nuovamente al centro del dibattito nonché porre la questione del benessere del paziente come stella polare dell’agire della politica sanitaria studiando in particolare nel caso della Regione del Veneto.

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Academy Il governo della assistenza sanitaria – Roma 19 Febbraio 2019

Il SSN compie 40 anni. Sistema strategico per la difesa del benessere della popolazione italiana si è evoluto anche grazie alla selezione di una classe dirigente di buon livello che ne ha permesso, migliorandolo progressivamente, la sostenibilità economica anche nell’ultimo periodo di sottofinanziamento e di crisi economica. Conoscere i pilastri fondamentali su cui si basa il sistema in trasformazione silente da sistema a fiscalità diretta ad un sistema ibrido più simile ai sistemi misti europei è importante anche per i decisori politici per metterli in condizione di valutare appieno le scelte future strategiche per assicurare ai nostri figli una sanità se non migliore di quella sinora goduta.
Per questo l’Academy di Motore Sanità rivolta ai Parlamentari e Senatori della Repubblica affronterà i temi prioritari del SSN spaziando dalla politica nazionale a quella delle regioni, dai LEA ai PDTA, dai DRG all’organizzazione in rete delle patologie, dalla cronicità alle reti ospedaliere.

 

Le opinioni e i contenuti espressi nell’ambito dell’iniziativa sono nell’esclusiva responsabilità dei proponenti e dei relatori e non sono riconducibili in alcun modo al Senato della Repubblica o ad organi del Senato medesimo.
L’accesso alla sala – con abbigliamento consono e, per gli uomini, obbligo di giacca e cravatta – è consentito fino al raggiungimento della capienza massima.

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Progetto di eliminazione della Epatite C in Regione Friuli Venezia Giulia – Udine 20 Dicembre 2018

La cura per l’HCV ha rappresentato il primo vero esempio di come innovazione, sostenibilità del sistema, accesso alle cure e determinazione del prezzo in un Market Access complesso e frammentato, siano temi su cui si è dovuta impostare e sviluppare una vera politica del farmaco nazionale ed europea.
La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia ha impostato una filiera applicativa e di controllo sull’uso di tali cure attraverso la valutazione delle terapie tramite HTA, la stima dei pazienti eleggibili, la programmazione delle terapie e il monitoraggio dei risultati nei casi trattati.
La vicenda dell’epatite C ha rappresentato un paradigma della ricerca biomedica, in primis per i farmaci innovativi con grande efficacia terapeutica, che hanno peraltro determinato un importante impatto economico con criticità per la sostenibilità, da un lato per il notevole numero di pazienti da trattare e dall’altro a causa della limitata disponibilità di risorse impiegate, in uno scenario peraltro in rapida evoluzione per la sequenza temporale di nuove molecole che di volta in volta sono comparse sul mercato e per le strategie, complesse e talvolta troppo confidenziali, di negoziazione dei farmaci.

Di conseguenza, seppur in un progressivo reclutamento dei pazienti affetti da Epatite C secondo i criteri AIFA, le realtà regionali non hanno sempre assicurato omogeneamente l’accesso al trattamento coi nuovi farmaci per l’Epatite C.
Un’analisi della realtà del Friuli Venezia Giulia non può che contribuire ad una migliore conoscenza dei percorsi virtuosi necessari alla miglior gestione della patologia, per un trasferimento ora dal livello di consapevolezza degli specialisti a quello dei medici di base, attraverso un’informazione più schematica e capillare.
Di tutto questo si parlerà nell’evento organizzato da Motore Sanità il 20 dicembre a Udine.

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