Tumore del polmone NSCLC ALK +: “Necessario disporre di nuove opzioni terapeutiche per gli oltre 2.500 pazienti l’anno in Italia”

tumore polmone

19 gennaio 2021 – In Italia ogni anno circa 270 mila cittadini sono colpiti dal cancro. Attualmente, il 50% dei malati riesce a guarire, buona parte dell’altro 50% si cronicizza, riuscendo a vivere più o meno a lungo. Tra i cosiddetti big killer il tumore polmone rappresenta oggi la prima causa di morte per neoplasia negli uomini e la terza nelle donne.

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ONCOLOGIA e ONCOEMATOLOGIA: “Collaborazione e comunicazione per garantire innovazione e sostenibilità al servizio del paziente”

ONCOLOGIA e ONCOEMATOLOGIA

15 dicembre 2020 – L’attuale pandemia Covid-19 ha fatto comprendere come il sistema salute negli ultimi anni sia stato continuamente depauperato di mezzi e risorse, volendo mantenere il paziente al centro del sistema, tutto deve essere volto per garantirgli un beneficio in termini di salute e di vita. Tra le innumerevoli innovazioni terapeutiche in oncologia e oncoematologia si è arrivati alla scoperta del BCMA e della sua azione nello sviluppo del mieloma multiplo, svolta decisiva nel trattamento dei pazienti refrattari: l’antigene di maturazione delle cellule B, infatti, si è rivelato bersaglio ideale per l’immunoterapia target del mieloma multiplo. Ma le speranze nell’innovazione devono conciliarsi con la sostenibilità dei sistemi sanitari che in tutto il mondo vedono diminuire gli investimenti nella salute. Per fare il punto sullo stato dell’arte in Regione Veneto, Motore Sanità ha organizzato il terzo di tre webinar dal titolo “FOCUS VENETO: GOVERNANCE DELL’INNOVAZIONE IN ONCOLOGIA E ONCOEMATOLOGIA”, che ha visto confrontarsi pazienti, clinici, industria e istituzioni, realizzato grazie al contributo incondizionato di GLAXOSMITHKLINE e DAIICHI SANKYO.

“Le nuove terapie con bersagli molecolari, l’immunoterapia e le terapie geniche, viste oggi nell’ampio contesto dell’ematologia cosiddetta di precisione, hanno radicalmente cambiato le prospettive e la qualità della vita dei pazienti affetti da patologie oncoematologiche. La possibilità di utilizzare terapie diversificate, personalizzate per ogni singolo paziente, crea la necessità di competenze ultra specialistiche e rende di conseguenza prioritario il ruolo delle Reti. Vieppiù in tempi di COVID, in cui la mobilità è limitata e in assenza di opportunità congressuali di aggiornamento, chi può avvalersi delle reti risulta facilitato; i networks sono fondamentali per sopperire alle carenze che la situazione impone. Il problema oggi è il coinvolgimento del territorio, e questo si esplica attraverso l’applicazione dei PDTA, ma non solo. Far partecipe il territorio, infatti, non implica soltanto coinvolgere i centri di cura più piccoli e periferici con i protocolli terapeutici più innovativi ma significa anche raggiungere la Cittadinanza per una adeguata informazione. Sempre tornando al tema COVID non deve verificarsi quanto, ad esempio, purtroppo accade con il fenomeno del negazionismo, frutto essenzialmente di una ignoranza figlia di una scarsa informazione. Per questo le Reti, in quanto strumenti per coordinare l’innovazione, sono ora e lo saranno maggiormente nel futuro un valore aggiunto imprescindibile”, ha detto Gianpietro Semenzato, Coordinatore Tecnico Scientifico Rete Ematologica Veneta (REV) – Professore Ordinario di Ematologia dell’Università̀ di Padova

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ONCOLOGIA e ONCOEMATOLOGIA: “Collaborazione e comunicazione per garantire innovazione e sostenibilità al servizio del paziente”

ONCOLOGIA e ONCOEMATOLOGIA

26 novembre 2020 – L’attuale pandemia Covid-19 ha fatto comprendere come il sistema salute negli ultimi anni sia stato continuamente depauperato di mezzi e risorse, volendo mantenere il paziente al centro del sistema, tutto deve essere volto per garantirgli un beneficio in termini di salute e di vita. Tra le innumerevoli innovazioni terapeutiche in oncologia e oncoematologia durante gli ultimi anni si è arrivati ad individuare il BCMA e la sua azione nello sviluppo del mieloma multiplo, svolta decisiva nel trattamento dei pazienti refrattari: l’antigene di maturazione delle cellule B (BCMA), infatti, si è rivelato un bersaglio ideale per l’immunoterapia target del mieloma multiplo. Ma le speranze nell’innovazione devono conciliarsi con la sostenibilità dei sistemi sanitari che in tutto il mondo vedono diminuire gli investimenti nella salute. Per fare il punto sullo stato dell’arte in Regione Emilia-Romagna, Motore Sanità ha organizzato il secondo di tre webinar dal titolo “FOCUS GOVERNANCE DELL’INNOVAZIONE IN ONCOLOGIA E ONCOEMATOLOGIA”, che ha visto confrontarsi pazienti, clinici, industria e istituzioni, realizzato grazie al  contributo incondizionato di GLAXOSMITHKLINE e DAIICHI SANKYO.

“Gli straordinari progressi della medicina di precisione, che comprende terapie a bersaglio molecolare,  immunoterapie e terapie geniche e cellulari hanno un impatto fortemente positivo sulla cura dei pazienti che soffrono di neoplasie ematologiche, tra cui il mieloma multiplo. Non vi è dubbio, tuttavia, che le nuove frontiere della medicina di precisione in ematologia oncologica ci obbligano ad aiutare paziente e famiglia a comprendere e gestire l’impatto psico-sociale delle decisioni di trattamento. Questo richiede l’implementazione di Ambulatori di Cure Palliative/Supportive Precoci, che si affianchino agli Ambulatori Tradizionali Ematologici, per costruire un  Modello Nuovo di Assistenza Integrata, ancora negletto nel nostro Paese, che si realizza all’ interno dell’Ospedale, ed è offerta ai pazienti ed al loro «caregiver», in una fase molto precoce del percorso di cura. Le Cure Palliative/Supportive Precoci permettono di costruire in modo anticipato, una relazione di comunicazione medico-paziente e «caregiver» di lunga durata e profonda, in cui sono discusse e rivalutate, durante la traiettoria di malattia, la diagnosi di malattia avanzata, durante le fasi di cura e successiva ricaduta, la prognosi, la possibilità di ricorrere a successive linee di terapie «standard» o sperimentali oppure di astenersi dalle terapie attive e potere, viceversa, ricevere terapie palliative e di supporto, capaci di ridurre ed eliminare il dolore, i sintomi fisici e psicologici,  la sofferenza e di allungare una periodo di vita di qualità,  con consapevolezza”, ha detto Mario Luppi, Direttore SC Ematologia, Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Modena, Past President Società Italiana di Ematologia  Sperimentale

“Negli ultimi decenni si è posto in maniera sempre più preponderante il governo dell’innovazione in ambito oncologico  ed ematologico. Ciò è dovuto da un lato ai bisogni largamente insoddisfatti in diverse condizioni e setting di patologie onco ematologiche e dall’altro alla possibilità di avere sempre più precocemente farmaci con dati scientifici non definitivi pur tuttavia seppur preliminari, molto promettenti. Il progressivo sviluppo conoscitivo delle caratteristiche clinico-biologiche dei vari tumori ha prodotto e produrrà, sempre di più in futuro, entità tumorali tra il raro ed il molto raro. Ciò comporterà l’impossibilità di avere studi clinici scientificamente e metodologicamente di qualità alta al momento della disponibilità del farmaco o della sua immissione in commercio. Per cui il SSN e i SSR dovranno attrezzarsi a far sì che la Real life possa trasformarsi in uno studio osservazionale prospettico al fine di completare il resto di sviluppo di questi farmaci per poter attribuire loro il reale valore terapeutico ed economico. Affinché la Real life diventi un’attività assistenziale non solo finalizzata alla cura del malato ma anche al progressivo aumento delle conoscenze è necessario ed indispensabile che i professionisti dei vari centri oncologici ed ematologici facciano parte di una rete integrata costituita da supporti (informatizzazione comune) condividendo raccomandazioni, linee guida e le attività di ricerca Clinica”, ha spiegato Giuseppe Longo, Direttore SC Medicina Oncologica Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Modena,  Coordinatore clinico Gruppo Regionale Farmaci Oncologici, Regione Emilia-Romagna

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ONCOLOGIA e ONCOEMATOLOGIA: “Collaborazione e comunicazione per garantire innovazione e sostenibilità al servizio del paziente”

ONCOLOGIA ONCOEMATOLOGIA

17 novembre 2020 – L’attuale pandemia Covid-19 ha fatto comprendere come il sistema salute negli ultimi anni sia stato continuamente depauperato di mezzi e risorse, volendo mantenere il paziente al centro del sistema, tutto deve essere  volto per garantirgli un beneficio in termini di salute e di vita. Tra le innumerevoli innovazioni terapeutiche in oncologia e oncoematologia si è arrivati alla scoperta del BCMA e della sua azione nello sviluppo del mieloma multiplo, svolta decisiva nel trattamento dei pazienti refrattari: l’antigene di maturazione delle cellule B, infatti, si è rivelato bersaglio ideale per l’immunoterapia target del mieloma multiplo. Ma le speranze nell’innovazione devono conciliarsi con la sostenibilità dei sistemi sanitari che in tutto il mondo vedono diminuire gli investimenti nella salute. Per fare il punto sullo stato dell’arte in Regione Puglia, Motore Sanità ha organizzato il primo di tre webinar dal titolo “GOVERNANCE DELL’INNOVAZIONE IN ONCOLOGIA E ONCOEMATOLOGIA”, che ha visto confrontarsi pazienti, clinici, industria e istituzioni, realizzato grazie al contributo incondizionato di GLAXOSMITHKLINE e DAIICHI SANKYO.

“Questi ultimi anni sono stati caratterizzati in campo ematologico dalla disponibilità di nuovi farmaci che ci hanno fatto cambiare paradigmi terapeutici consentendoci di prolungare in maniera significativa la sopravvivenza dei pazienti attraverso la cronicizzazione di alcune malattie o l’utilizzo di terapie cellulari sempre più sofisticate. Tutto ciò è stato reso possibile grazie all’acquisizione di conoscenze biologiche che ci hanno permesso una migliore definizione prognostica e la possibilità di differenziare le terapie in funzione delle caratteristiche biologiche del singolo paziente realizzando quella che viene definita la ‘medicina di precisione’. L’ematologia pugliese è attrezzata per far fronte alle sfide che l’innovazione comporta sia sotto il profilo diagnostico-molecolare che terapeutico. La Rete Ematologica Pugliese da anni impegnata nel consentire uniformità diagnostica-terapeutica su tutto il territorio regionale rappresenta lo strumento ideale per affrontare con successo l’innovazione e trasferirne i vantaggi a tutti i pazienti rendendo di fatto inutili i cosiddetti ‘viaggi della speranza’”, ha spiegato Nicola Di Renzo, Direttore REP Rete Ematologica Regione Puglia

“Il mieloma multiplo, uno dei più frequenti tumori del sangue, è una patologia particolarmente complessa ed eterogenea, nella cui gestione negli ultimi anni sono però stati fatti importanti passi in avanti. In Puglia ogni anno sono circa 200 i nuovi casi di mieloma,  ma sono molti di più i pazienti che, diagnosticati negli anni precedenti, hanno visto la recidiva della malattia e sono sottoposti a più linee di terapie cosiddette “di salvataggio”. Nel nostro Centro seguiamo attualmente circa 150 pazienti affetti da mieloma in varie fasi di malattia, in prevalenza trattati con terapie convenzionali e trapiantologiche, ma anche in programmi ‘di uso compassionevole’ e,  soprattutto, nell’ambito di studi clinici nazionali e internazionali, procedure, queste, che consentono l’utilizzo di farmaci innovativi prima della loro commercializzazione. La novità terapeutica più consistente per il mieloma è stata la recente introduzione della immunoterapia, in primo luogo gli anticorpi monoclonali, che colpiscono specificatamente molecole espresse sulla superficie delle cellule tumorali, che possono veicolare al loro interno altri farmaci tossici per il tumore e che potenziano l’attività anti-neoplastica del nostro sistema immunitario L’altra grande innovazione nel campo della immunoterapia è rappresentata dall’utilizzo delle cosiddette CAR-T. Si tratta di una particolare popolazione di linfociti già presenti nel sangue periferico del paziente, che vengono “estratti”, espansi e “indirizzati” specificamente verso il mieloma attraverso tecniche di bioingegneria genetica che le rendono particolarmente efficaci nei confronti della malattia dopo la loro rinfusione nel paziente. I risultati preliminari di questo approccio, ancora da considerare sperimentale, ma che contiamo di implementare presto all’Ematologia del Policlinico, sono molto lusinghieri, anche in pazienti che hanno ricevuto numerosi precedenti trattamenti.”, ha detto Pellegrino Musto, Professore Ordinario di Ematologia Università degli Studi di Bari, Direttore SC di Ematologia con Trapianto, AOU Consorziale Policlinico, Bari

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Oncorete Sharing and innovation system – Genova 4 Aprile 2019

Il Corso (ed il relativo materiale prodotto) intende affrontare principalmente la problematica dei percorsi assistenziali per pazienti oncologici avanzati nel contesto attuale. I pazienti neoplastici in fase avanzata/metastatica presentano usualmente quadri clinici assai complessi, caratterizzati da dolore, altri sintomi rilevanti e disagio psicologico; sempre più spesso vengono trattati con farmaci antineoplastici anche nelle fasi terminali della vita. Nel modello attualmente più diffuso sia le terapie specifiche antitumorali, che le terapie puramente palliative,
vengono somministrate durante tutto il decorso della malattia, con progressivo decremento delle prime ed incremento delle seconde, nel tempo. Ciò è dovuto – da una parte – al ruolo di fondamentale importanza, che assumono le cure palliative “in senso stretto”, in relazione alla necessità prioritaria di controllare i sintomi e la Qualità di Vita e -dall’altra- alla più frequente applicazione di farmaci antineoplastici di dimostrata efficacia per il prolungamento della sopravvivenza o la posticipazione della progressione, sulla base di studi clinici recenti.
Tale contesto è caratterizzato quindi da cronicizzazione della malattia con ricorso a trattamenti innovativi più spesso farmacologici- ad elevato costo ed emergenza di tutti i bisogni e le criticità tipiche delle malattie croniche: monitoraggio clinico-strumentale della malattia, attivazione di servizi socio-assistenziali, ospedalizzazione per episodi acuti intercorrenti, ecc.
La cura del cancro (a differenza di quanto accade per altre malattie croniche) rimane – almeno nel nostro Paese – a carico dell’Ospedale, anche se in gran parte in fase di DH o ambulatoriale; ma i pazienti oncologici abbisognano nel loro percorso di differenti tipologie di assistenza (degenza ordinaria, DH, assistenza domiciliare, hospice, ecc.) Inoltre non sono disponibili dati aggiornati sull’impatto che l’introduzione di nuovi farmaci antineoplastici e l’applicazione precoce di Cure Palliative abbiano sull’organizzazione sanitaria, in termini di ricoveri ospedalieri, assistenza domiciliare, accessi a servizi ambulatoriali e di day-hospital, ecc.
La serie di Corsi ONCORETE si svolge in varie Regioni Italiane anche per approfondire la tematica dell’implementazione delle innovazioni tecnologiche ed organizzative. Il Corso ha particolare rilevanza in Regione Liguria in forza dei profondi cambiamenti in atto con la costituzione di AliSa e del DIAR Oncoematologia e l’assegnazione a queste nuove organizzazioni dei più rilevanti aspetti di Clinical Governance, dalla realizzazione di PDTA unici regionali alle Raccomandazioni sull’uso appropriato dei nuovi farmaci. Il modello Ligure verrà illustrato nei principi e nei dettagli e potrà essere confrontato con le realizzazioni di altre Regioni.

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AMORe contro il cancro – Napoli 6 dicembre 2018

AMORe è l’Alleanza Mediterranea Oncologica in Rete, nata per volontà dei tre principali Istituti oncologici del Mezzogiorno: l’Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione Pascale di Napoli, l’Istituto Tumori di Bari IRCCS Giovanni Paolo II e il Centro di riferimento Oncologico della Basilicata CROB di Rionero in Vulture (Potenza) a cui si è unita l’AO di Cosenza.
Lo scopo di questa Associazione Interregionale è quella di configurare un nuovo modus operandi che tenga conto dei bisogni di una medicina in continua evoluzione e della sostenibilità economica del sistema focalizzato sulle reali necessità del paziente oncologico.
Nove i punti d’intesa tra cui i principali sono: la creazione di una Rete Interregionale di Istituti Oncologici che, attraverso una collaborazione sistematica, il confronto e lo scambio di competenze ed expertise, assicuri il costante miglioramento della qualità, dell’appropriatezza e dell’efficacia delle cure e dei servizi erogati; avviare un percorso per la costituzione di una Fondazione permanente che lavori per l’oggi, ma anche per il futuro; definire una piattaforma tecnologica comune per raccogliere in maniera omogenea dati clinici e gestionali a sostegno della ricerca e della costruzione di un sistema comune di indicatori da utilizzare per la valutazione dell’efficienza; realizzare progetti di formazione e ricerca preclinica e/o clinica in vari settori correlati all’oncologia; promuovere modelli organizzativi innovativi incentrati sull’etica clinica, la clinical governance, la condivisione delle policy, l’appropriatezza e l’economicità delle risorse; condividere i principi ispiratori dei PDTA; sviluppare attività comuni nell’ambito della ricerca sanitaria e biomedica; realizzare progetti estero-finanziati, a valere in particolare su Fondi comunitari; intraprendere un percorso sinergico per l’accreditamento a Comprehensive Cancer Center per ciascuna dei centri coinvolti.
Di questa iniziativa si parlerà nel convegno organizzato da Motore Sanità il 6 Dicembre 2018.

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