Farmaci equivalenti: “Dopo anni, pur garantendo sostenibilità all’SSN e risparmio ai cittadini, il loro uso in Italia è ancora a macchia di leopardo”

Farmaci equivalenti

25 settembre 2020 – I farmaci equivalenti avendo stesso principio attivo, concentrazione, forma farmaceutica, via di somministrazione e indicazioni di un farmaco di marca non più coperto da brevetto (originator), sono dal punto di vista terapeutico, equivalenti al prodotto di marca ma molto più economici, con risparmi che vanno da un minimo del 20% ad oltre il 50%.

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My Pony Farm: a Labico progetto per bambini disabili

My Pony Farm

My Pony Farm: un percorso di terapia assistita con pony e ortoterapia per bambini disabili. Questo bellissimo progetto all’avanguardia è quanto proposto da “My Pony Farm”, presentato a Labico (Roma) e finanziato dal Gruppo azione locale (Gal) Castelli Romani e Monti Prenestini.

My Pony Farm a cosa serve? Le finalità progettuali sono destinate a 60 bambini disabili dei comuni di Labico, San Cesareo e Castel San Pietro Romano. I bambini interessati devono avere un’età compresa fra i 3 e i 16 anni.

Secondo i promotori dell’iniziativa, i ragazzi, attraverso un percorso di terapia assistita con pony e ortoterapia, riceveranno un utile affiancamento e un supporto alle terapie mediche, psicologiche e riabilitative. Tutto ciò è finalizzato a migliorare le condizioni di salute e le funzioni sociali, emotive e cognitive dei soggetti interessati. Nel percorso inoltre saranno affiancati dai compagni di classe che avranno la funzione di tutor per garantire un processo di inclusione sociale.

L’ ippoterapia consiste nell’ induzione di miglioramenti funzionali psichici e motori attraverso l’uso e dell’interazione uomo-cavallo.

Questa iniziativa si fonda sulla filosofia dell’ippoterapia. Essa si avvale di soggetti equini adatti allo scopo (cavalli malati, zoppi, rigidi, di taglia insufficiente o eccessiva, troppo nevrili o troppo indolenti, troppo giovani o troppo anziani, non soltanto risultano poco utili ma possono essere contro-producenti).

È necessaria una specifica selleria mentre per il paziente non è previsto un particolare abbigliamento, proprio perché si tratta di sedute di terapia e non di concorsi di equitazione.

Attraverso il cavallo e delle tecniche specifiche si può agevolare il recupero psicomotorio e le abilità residue di persone con la sindrome di down, autistici, persone con disturbi motori, psichici o alimentari e molto altro. Infatti si è più volte dimostrato come l’ippoterapia possa ridurre le condizioni deficitarie e regalare un miglioramento del benessere psico-fisico e riuscendo a integrarsi con più facilità nei diversi contesti sociali.

Benefici sul piano psicologico dell’equitazione e dell’ippoterapia per disabili

  • Miglior concentrazione e sicurezza;
  • Maggior serenità mentale;
  • Rilassamento psico-fisico dovuto al movimento del cavallo;
  • Acquisizione di un’immagine corporea corretta;
  • Successi personali dovuti al continuo e costante miglioramento di se stessi;
  • Maggior autonomia ed autostima personale;
  • Il miglioramento delle relazioni interpersonali;
  • Acquisizione di un atteggiamento pro attivo;
  • Miglior gestione delle capacità spazio-temporali.

Benefici in ambito motorio dell’equitazione e dell’ippoterapia per disabili

  • Miglior coordinazione oculo-manuale;
  • Eliminazione delle tossine della pelle, attraverso il sudore;
  • Rilassamento o rafforzamento della muscolatura (secondo la patologia);
  • Maggior coordinazione dei propri movimenti;
  • Potenziamento del controllo dell’equilibrio e raddrizzamento posturale;
  • Grazie al movimento prodotto dal Cavallo, si avrà un flusso di sangue più fluido e regolare;
  • Maggior ossigenazione del corpo e dei suoi tessuti;
  • Acquisizione di una posizione corretta a Cavallo.

Clara Nebiolo

Per una sanità integrativa più accessibile

sanità integrativa

Asiago-Gallio 18 settembre 2020 Vi informiamo che alla Summer School 2020 di Motore Sanità dal titolo “Innovazione e salute in un mondo globale”, Marco Vecchietti, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Intesa Sanpaolo RBM Salute, è oggi intervenuto su “Il ruolo del secondo pilastro nella protezione delle pandemie”. Marco Vecchietti ha dichiarato:

“Il rientro dei lavoratori in azienda e la ripresa economica, non può prescindere da una collaborazione tra pubblico e privato, anche in campo sanitario. L’efficacia dell’azione di salute pubblica definita dal Servizio Sanitario Nazionale richiede necessariamente un ruolo attivo, anche in termini finanziari, da parte delle imprese.

È in tale contesto che possono venire in soccorso gli strumenti di welfare contrattuale e del welfare aziendale e, in particolare, le forme sanitarie integrative. Non si tratta di strumenti antagonisti del pubblico, ma di soluzioni in grado di garantire integrazione e di flessibilità rispetto alle policy definite dal Governo e dalle Regioni.”

 “Si dovrebbe puntare ad una sanità integrativa più accessibile per i cittadini mettendo a disposizione di tutti l’esperienza di successo maturata nel settore del lavoro dipendente. Il modello di riferimento potrebbe essere quello introdotto nel 2001 per la previdenza complementare, con benefici fiscali estesi anche agli autonomi, ai liberi professionisti e a chi ha lavori flessibili, categorie che hanno subito più di altre l’emergenza Covid.”

 “Intesa Sanpaolo RBM Salute è pronta a svolgere un ruolo importante in questa direzione mettendo a disposizione dei «nuovi» Piani Sanitari Integrativi finalizzati ad ampliare la «protezione della salute» dei cittadini, a partire dalle aziende e dalle famiglie che già si avvalgono dei servizi del Gruppo Intesa Sanpaolo.

Il modello Veneto: organizzazione e tempestività

Modello Veneto

Asiago-Gallio 18 settembre 2020 Alla Settima edizione della Summer School di Motore Sanità Francesca Russo, Direttore Prevenzione, Sicurezza Alimentare, Veterinaria della Regione del Veneto ha spiegato alle persone presenti in sala e alle centinaia di persone collegate con Facebook e Zoom perché il modello Veneto ha avuto così tanto successo ed è diventato un esempio in tutto il mondo.

“Il modello organizzativo del Veneto nasce in un momento precedente rispetto alla pandemia che stiamo affrontando, perché dal 2007 abbiamo creato un percorso per affrontare in maniera coerente le malattie infettive, specialmente quelle che si diffondono in maniera rapida nella popolazione.

Abbiamo organizzato, all’interno dei dipartimenti, dei gruppi organizzati per la risposta rapida e dei coordinamenti di sanità pubblica. Questo ci ha permesso di affrontare sin da subito in maniera organizzata la pandemia. Abbiamo elaborato delle procedure operative che si modificavano mentre la pandemia si evolveva, dove si individuava chi fa che cosa e come.

Il paradigma veneto: rispondere al cittadino che mostrava dei sintomi, evitando di intasare i pronto soccorso per non diffondere il virus in ospedale. Preservare gli ospedali aveva lo scopo di preservare gli altri pazienti ricoverati ed evitare di contagiare il personale sanitario che è prezioso per tutti noi. Questo ha permesso di ridurre la diffusione.

Sul territorio abbiamo puntato sull’indagine epidemiologica a cerchi concentrici per interrompere la diffusione del virus. Nella fase più acuta tutte le persone andavano in sorveglianza attiva. Infine il rafforzamento delle strutture ospedaliere ha consentito di assorbire la fase acuta”, ha dichiarato Francesca Russo, Direttore Prevenzione, Sicurezza Alimentare, Veterinaria, Regione del Veneto

“I mesi del Coronavirus hanno dimostrato che l’unico antidoto all’epidemia sono la scienza e la coscienza. Il modello Veneto è stato esemplare e in ciò, con un pizzico di orgoglio, possiamo dire di aver fatto rivivere l’efficienza della Repubblica Serenissima.

Prima di indicare i punti principali dell’azione che abbiamo svolto vorrei sottolineare un dato fondamentale: il modello Veneto ha funzionato perché tutti hanno svolto in maniera encomiabile il loro ruolo, dal decisore politico, Luca Zaia, al personale intero della Sanità, medici, infermieri, operatori sanitari, ma anche i volontari di Protezione civile il cui lavoro è stato calcolato in circa 107 mila 550 giornate di lavoro pari a circa 23 milioni e 661 €, e l’intera popolazione che in maniera coscienziosa ha applicato le indicazioni di protezione e profilassi indicate dal mondo medico”, ha detto Roberto Ciambetti, Presidente del Consiglio Regionale del Veneto.

500 miliardi di molecole studiate dal Cineca per scoprire il nemico del Covid

nemico del covid

Asiago-Gallio, 18 Settembre 2020 – “500 miliardi di molecole sono state studiate al fine di verificare come possono interferire sul Coronavirus, per trovare quali di queste possono rallentare o fermare la replicazione del virus SARS-COV-2”. La notizia inedita è stata lanciata oggi dal Direttore di Cineca David Vannozzi, durante la settima edizione della Summer School di Motore Sanità in corso ad Asiago-Gallio.

“Questa tecnica – ha precisato Vannozzi – ha consentito di individuare già a fine aprile le prime 50 molecole da immettere negli studi in vitro, e a fine giugno tre molecole da avviare agli studi in vivo sono state notificate a tutti i centri di ricerca. Alcune di queste molecole hanno già caratteristiche farmacologiche, per cui non necessitano di ulteriori studi di implementazione industriale”. 

“Tra i progetti di ricerca in corso spicca Exscalate4CoV, finanziato dalla Commissione Europea, che vede impegnato un folto gruppo di centri di ricerca, anche del nostro Paese. Ricorriamo all’uso di tecnologie di supercalcolo e di “urgent computing” per velocizzare le azioni di contrasto alla pandemia in corso.

Il progetto è condotto da un consorzio che aggrega 18 istituzioni di 7 nazioni europee, di cui 9 italiane, fra le quali il Consorzio InterUniversitario Cineca. Exscalate4CoV sta quindi utilizzando il supercomputer Marconi100 del Cineca per passare in rassegna una vasta collezione di molecole: si tratta di farmaci già approvati per l’uso nell’uomo e pronti per nuovi studi clinici, ma anche di principi attivi nuovi non ancora testati sulla nostra specie.

Scopo della valutazione virtuale di queste molecole è verificare le loro potenziali capacità di contrastare il virus in modo efficace. Attraverso lo screening virtuale di farmaci già approvati per uso umano, anche se con differenti indicazioni terapeutiche, è possibile selezionare un numero abbastanza ristretto di molecole da testare in tempi brevissimi sull’uomo, consentendo una risposta rapida all’emergenza generata dalla pandemia.

Il punto di partenza è la piattaforma ExScalate, che raccoglie una libreria digitale di 500 miliardi di molecole di facile sintesi che, quindi, possono essere trasformate rapidamente in farmaci. Questo enorme database, sviluppato negli ultimi 15 anni e messo a disposizione della comunità scientifica, consente di prevedere con tecniche computazionali l’attività farmacologica di potenziali nuove terapie efficaci”, ha concluso Vannozzi.

VACCINIAMOCI PER COVID-19 EVITANDO UN’EPIDEMIA DURANTE LA PANDEMIA DA

Vacciniamoci per covid-19

Asiago-Gallio, 18 Settembre 2020 – Durante la Settima edizione della Summer School di Motore Sanità si è discusso sull’importanza di una massiccia vaccinazione a salvaguardia della salute e dell’economia, durante la sessione “Focus sui vaccini: ruolo preventivo ed impatto economico”, organizzata con il contributo incondizionato di MSD. 

“Abbiamo dibattuto molto sul tema della pandemia, come si è risposto alla pandemia e l’impatto che ha avuto sull’economia. Nulla come quello che abbiamo vissuto nel 2020 ha dimostrato quanto la sanità, l’innovazione nel campo della salute sia un elemento fondamentale per la ricchezza di un paese.

Il nostro Paese ce l’ha fatta, dimostrando di essere stati molto bravi, purtroppo però abbiamo dovuto ovviare attraverso dei sistemi, quali il lockdown e il distanziamento sociale, che hanno avuto un impatto enorme sull’economia, questo perché non c’era né un vaccino né un farmaco per il Covid-19.

Quindi fondamentale è lavorare in partnership pubblico-privato per trovare le soluzioni che solo la scienza è in grado di offrire. Ma non dimentichiamo le vaccinazioni esistenti che hanno già dimostrato il loro valore e auspico che la sanità e SSN siano giustamente considerate un investimento e non una spesa.

Le vaccinazioni che sono state interrotte durante la pandemia devono essere riprese subito perché se non recuperiamo i soggetti che non sono stati vaccinati, il rischio è avere un’epidemia durante la pandemia. Infine, la Sanità è una priorità che deve essere considerata come fondamentale per l’economia di un Paese”, ha dichiarato Marina Panfilo, Director Policy & Communication Vaccines MSD Italia

LA GRANDE INNOVAZIONE DELLE CAR-T

innovazione delle car-t

Asiago-Gallio, 17 Settembre 2020 – Durante la settima Summer School di Motore Sanità, le persone in sala e collegate online hanno potuto assistere ad una sessione speciale sulle terapie Car-t come processo di cura e innovazione sostenibile. Le terapie Car-t rappresentano un esempio positivo di partnership pubblico privato per garantire l’accesso alle cure innovative.

Durante il webinar, organizzato grazie al contributo incondizionato di Gilead, molti gli spunti di dibattito interessanti su questo innovativo processo di cura, che è entrato in maniera dirompente nel mondo della sanità, rappresentando per alcuni selezionati pazienti una nuova grande speranza. il webinar è stato seguito su Facebook in maniera costante da più di 500 persone. Questo dimostra l’attualità del tema.

“Le car-t rappresentano una vera sfida, perché ci hanno fatto vedere cose che non avevamo mai visto prima in termini di risposta. È chiaro che rappresentano una grande complessità, perché per la prima volta bisogna avere una partnership ampia fra un’azienda ospedaliera che raccoglie le cellule in un certo modo, dandole poi ad un’azienda farmaceutica che le prepara e le restituisce all’azienda ospedaliera. Si tratta di una complessità mai vista prima.

Si tratta però anche di un’opportunità di ricerca e perché crea dei percorsi che devono essere modificati rispetto a quello che era il precedente modo di pensare ai farmaci. La complessità molte volte si traduce in un’opportunità che aumenterà la possibilità di interagire tra agenzie regolatorie, companies e le aziende ospedaliere. Da queste nuove possibilità tutti i medici e i pazienti si aspettano dei miglioramenti importanti in futuro”, ha dichiarato Mario Boccadoro, Direttore SC Ematologia, AOU Città della Salute e della Scienza Torino

“Le car-t sono un processo di cura innovativo che ha modificato in maniera rilevante la prognosi dei pazienti a cui vengono somministrati questi nuovi farmaci. Car-t è una cellula che viene ingegnerizzata per esprimere dei ricettori in grado di conoscere la malattia e quindi di combattere la malattia stessa. Il processo di ingegnerizzazione viene eseguito in fabbriche del farmaco che principalmente sono dislocate negli Stati Uniti.

Per cui i pazienti subiscono un processo di raccolta delle proprie cellule, che vengono inviate negli Stati Uniti e vengono ricevute come un farmaco. Il farmaco viene poi infuso e seguito negli step successivi. La procedura è molto complessa perché prevede un approccio multidisciplinare. Sostanzialmente il panorama della prognosi di questi pazienti viene spostata da alcuni mesi ad alcuni anni di sopravvivenza molto buoni”, ha detto Marco Ruggeri, Direttore UO Ematologica, Ospedale S. Bortolo di Vicenza, ULSS 8 Berica, durante la sessione “CAR-T COME PROCESSO DI CURA E INNOVAZIONE SOSTENIBILE”