Stati Generali della Sanità della Regione del Veneto

Comunicato Stampa

Aprono i lavori i vertici della Regione del Veneto. Tra i presenti Luca Pani, Direttore Generale AIFA

Tre giorni di confronto e di dibattito per parlare di “Stati Generali della Sanità della Regione del Veneto” insieme al Governatore Luca Zaia, l’Assessore alla Sanità Luca Coletto, l’Assessore ai Servizi Sociali Davide Bendinelli e al Direttore Generale per la Sanità Domenico Mantoan – sono in programma il 29, 30 e 31 Gennaio 2015 presso il Padiglione Giovanni Rama dell’Ospedale dell’Angelo (in via Paccagnella, 11) a Venezia Zelarino.

Durante gli Stati Generali della Sanità verranno analizzate e discusse le iniziative che in questi anni hanno perseguito l’armonizzazione delle crescenti esigenze di qualità dei servizi offerti alla popolazione con la sostenibilità economico-finanziaria del sistema, quali la riorganizzazione della rete ospedaliera in un modello Hub & Spoke basato su reti cliniche integrate e funzionali, le importanti novità metodologiche nell’ambito della verifica e del controllo della gestione economico-finanziaria delle Aziende e degli Istituti del SSR e il rafforzamento della filiera dell’assistenza territoriale.

Queste linee di intervento si affiancano allo sviluppo della rete degli screening, all’utilizzo della formazione, all’implementazione di strumenti di clinical governance a garanzia di qualità e sicurezza, alle attività di confronto e di coordinamento con le più avanzate realtà sanitarie dell’UE e alla decisa accelerazione dello sviluppo del sistema informativo sanitario integrato, tra le cui progettualità assume un ruolo di assoluto rilievo la realizzazione del Fascicolo Sanitario Elettronico regionale.

Al Convegno saranno presenti prestigiosi rappresentanti delle Istituzioni e di associazioni professionali e di categoria, esponenti del mondo accademico e delle strutture aziendali e regionali che operano nell’ambito del Servizio Sanitario Regionale.

Giovedì 29 Gennaio il titolo della tavola rotonda (ore 14,00-18,30) sarà la Programmazione sanitaria tra integrazione ospedale/territorio. Dopo i saluti degli Assessori Luca Coletto e Davide Bendinelli, i lavori verranno aperti da Domenico Mantoan.

Venerdì 30 Gennaio quattro tavole rotonde in programma (ore 9,00-18,30): Prevenzione in sanità: le novità vaccinali in ambito pediatrico e negli adulti; Rischio clinico; Valorizzazione delle risorse umane e Monitoraggio dei consumi dei farmaci, innovazione e Pdta.

Infine, sabato 31 Gennaio (ore 9,00-13,00) il tema sarà la sfida della sostenibilità. I lavori verranno aperti dal Governatore Luca Zaia. Sarà presente Luca Pani, Direttore Generale dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA).

 

Focus su Epatiti. Come conciliare cronicità, cure innovative e budget

Nuovi farmaci. Assessore alla Salute Regione Lombardia Mantovani: «Prevediamo con l’arrivo delle nuove cure una spesa di circa 100 milioni di euro per i prossimi 18 mesi».

Stefano Carugo, Consigliere Regione Lombardia. «E’ indispensabile definire i percorsi diagnostico-terapeutici e di appropriatezza, per consentire ai nostri cittadini lombardi di poter disporre delle terapie innovative senza però avere il collasso del nostro sistema di Welfare».

Diversi milioni di persone in Europa hanno contratto l’Epatite B e l’Epatite C, che sono tra le principali cause di cancro al fegato e trapianto di fegato.

In occasione del Workshop dal titolo “La gestione della cronicità e l’eccellenza della cura: focus su epatiti”, in programma oggi a Palazzo Pirelli, in sala Pirelli, si è affrontato il tema dell’organizzazione a livello nazionale dei dati epidemiologici della malattia da epatiti ed in particolare dell’arrivo dei farmaci innovativi di terza generazione per la cura dell’epatite C. Inoltre sono stati trattati i temi principali della prevenzione e della diagnosi nella cura delle epatiti e dell’impatto sociale organizzativo ed economico delle stesse.

Il 5 dicembre scorso è stato commercializzato in Italia il Sofosbuvir, il primo di una nuova categoria di farmaci indicati nel trattamento della Epatite C. Altri farmaci sono già stati autorizzati da EMA (Agenzia europea per i medicinali) e saranno resi disponibili a breve, e altri sono attualmente in fase di sperimentazione. I nuovi farmaci presentano una efficacia superiore o sovrapponibile alle terapie già disponibili, ma sono sicuramente meglio tollerati e offrono pertanto una opportunità di cura per i pazienti che oggi non sono trattati o lo sono in modo inadeguato.

L’Agenzia italiana del Farmaco (AIFA) ha definito le categorie di pazienti che potranno essere immediatamente trattate; in questa prima fase del programma di rimborsabilità non tutti i pazienti

affetti da Epatite C verranno trattati, ma solo quelli per cui la terapia farmacologica risulta più urgente. Per i pazienti meno gravi è preferibile attendere le nuove opportunità di cura, che prevedono di associare contemporaneamente più di un farmaco innovativo, in quanto le associazioni danno migliori risposte. Questi pazienti verranno nel frattempo monitorati con attenzione per verificare l’andamento della malattia.

«Le ultime scoperte ci vengono in aiuto – ha spiegato l’Assessore alla Salute della Regione Lombardia Mario Mantovani -. Abbiamo un farmaco straordinario che, insieme ad altri farmaci, porta ad un superamento della malattia in oltre il 90% dei casi. Per Regione Lombardia e per l’Italia intera è ovviamente un prodotto importante. Come Regione ci stiamo già attivando in maniera tale da consentire che i casi prioritari, che saranno definiti da AIFA, vengano presi in considerazione. Sul piano economico abbiamo già lavorato: quest’anno abbiamo ottenuto un risparmio di circa 100 milioni sui medicinali che metteremo a disposizione per i primi18 mesi per il trattamento dei nuovi casi».

La Regione Lombardia ha individuato 23 centri, di cui 12 localizzati in provincia per dare la possiblità ai pazienti di accedere al trattamento. «Si tratta di ospedali con possibilità di trapianto e siti nei capoluoghi di provincia – ha proseguito l’Assessore Mantovani -. Questi ospedali già attualmente trattano pazienti particolarmente complessi e garantiscono la partecipazione a studi scientifici nazionali ed internazionali. Prevediamo con l’arrivo di queste cure una spesa di non meno di 100 milioni di euro per i prossimi 18 mesi. Per fortuna partiamo con 100 milioni di risparmio sui farmaci attuati nell’ultimo anno».

Sulla professionalità dei medici lombardi Mantovani ha concluso: «E’ molto elevato il valore dei nostri professionisti che lavorano in Lombardia su queste patologie e molti nostri ricercatori sono in diretto contatto con AIFA che ha il compito di valutare i farmaci e di stabilire i criteri di accesso per i pazienti».

E proprio sui criteri di accesso si è soffermato Giancarlo Spinzi, Direttore della Struttura Complessa di Gastroenterologia dell’Ospedale Valduce di Como. «Sofosbuvir è un farmaco di notevole importanza con il quale possono essere curati pazienti che non hanno risposto a precedenti trattamenti e anche pazienti mai trattati. Il grande problema di questi farmaci è il loro costo che non tutti i sistemi sanitari possono sostenere. Si tratta in ogni caso di rendere l’accesso il più garantito possibile a tutti i pazienti attraverso dei precisi criteri. Tali criteri di accesso devono essere rigidi sia per trattare quei pazienti effettivamente bisognosi, sia per allargare le possibilità a tutti gli ospedali con know-how di curare i pazienti con epatiti. Il controllo di tali criteri da parte della Regione Lombardia permetterà di evitare di sperperare le risorse».

La Dottoressa Tiziana Quirino, Direttore della Struttura Complessa di Malattie infettive dell’Ospedale di Busto Arsizio (Va) ha snocciolato i dati.

«La prevalenza dell’infezione in Italia è differente in relazione alle aree territoriale, in particolare presenta un gradiente di incremento fra Nord e Sud (2 – < 4% nel Nord, 4 – < 6% nel Centro, ≥ 8% nel Sud). Negli anni l’epidemiologia è variata. Dagli anni ’90, quando l’identificazione del virus ha permesso il controllo del sangue con efficaci test di screening, sono praticamente scomparse le infezioni conseguenti a trasfusioni. Lo stesso dato è applicabile alle infezioni acquisite attraverso procedure mediche. Sempre dagli anni ’90 ad oggi sono diminuite le infezioni acquisite per tossicodipendenza in relazione al minor utilizzo di sostanze stupefacenti per via endovenosa. Resta stabile il dato di infezione per via sessuale. Il rischio di trasmissione in gravidanza è circa del 4%; circa un terzo delle trasmissioni avvengono in utero. Nei pazienti con infezione da Hiv spesso è presente anche epatopatia cronica da Hcv; attualmente circa il 30% dei pazienti con infezione da Hiv presenta coinfezione da Hcv».

Sul costo della malattia Francesco Saverio Mennini dell’Università di Torvergata di Roma ha anticipato: «Un recente studio ha sistematizzato le informazioni epidemiologiche ed economiche disponibili per il nostro paese e stimato il peso economico annuo sostenuto dalla società italiana (costi diretti sanitari e costi indiretti) per il monitoraggio, il trattamento e la gestione dei pazienti con infezione cronica da Hcv. Tale modello epidemiologico ha consentito di stabilire che il numero

di pazienti prevalenti con diagnosi di patologie Hcv-indotte nel nostro paese dovrebbe corrispondere a 299.195 individui (pazienti trattati ed in osservazione al 2013). Inoltre lo studio ha permesso di calcolare l’onere economico assorbito dalle patologie Hcv-indotte nel 2013, stimando un costo medio annuo di poco superiore ad 1,0 miliardo di euro. I costi diretti sanitari sostenuti dal sistema sanitario in Italia, nel 2013, per le patologie HVC-indotte sono pari a 407 milioni di euro, mentre i costi indiretti superano i 645 milioni di euro, gravando per circa il 61% sui costi totali. Per questo motivo è condivisibile la proposta di un piano pluriennale per trattare gradatamente tutti i malati di Epatite C, stanziando un budget adeguato dedicato alla patologia che nel medio-lungo periodo sia compensato dai benefici di riduzione dei costi sia diretti, per la cura dell’Hcv e delle patologie Hcv-correlate, che indiretti (perdita di produttività e morte prematura)».

I nuovi farmaci ad azione diretta per il trattamento dell’epatite C hanno la potenzialità di eradicare l’infezione da Hcv in Italia, dove la prevalenza è purtroppo la più alta d’Europa. «Per questo l’AIFA ha istituito un percorso condiviso con tutti gli stakeholder ed ha partecipato ai maggiori tavoli internazionali su questa tematica – ha spiegato Simona Montilla, Ufficio Centro Studi Aifa-. Al fine di favorire l’accesso ai nuovi trattamenti al più ampio numero di pazienti in urgenza clinica, assicurandone al tempo stesso la sostenibilità e l’appropriatezza d’uso, queste nuove terapie saranno tutte sottoposte ad un Registro di monitoraggio Aifa, che consentirà anche di raccogliere dati per una corretta definizione nel tempo di un adeguato rapporto di costo efficacia».

«L’impatto di spesa dei nuovi farmaci per la cura dell’Epatite è molto elevato per il Sistema sanitario nazionale e per le Regioni – ha spiegato Giovanna Scroccaro, responsabile del Settore Farmaceutico di Regione Veneto -. La Regione Veneto ha censito i pazienti che presentano le caratteristiche per essere trattati e ha già individuato 2.300 pazienti; a questi ne andranno aggiunti almeno altri 2000 che pur non essendo ancora noti ai Centri veneti che trattano l’Epatite C, sono attesi in base alle informazioni disponibili sulla epidemiologia della malattia. La spesa stimata al lordo di eventuali sconti o pay back – ad oggi non noti – è di almeno 100 milioni di euro e questa cifra rappresenta l’8% della spesa farmaceutica complessiva in Veneto. E’ evidente che, in assenza di specifici ulteriori finanziamenti statali, le Regioni faticheranno non poco a trovare le risorse necessarie. Sarà necessario porre in atto ulteriori manovre di razionalizzazione della spesa sanitaria».

Secondo il Dottor Davide Croce, Direttore del Centro di Ricerca in Economia e Management in Sanità e nel Sociale – Università Carlo Cattaneo LIUC, Castellanza (VA) «problematica risulta essere la sostenibilità economica dei trattamenti, tema che deve essere affrontato con una organizzazione dei servizi e una programmazione puntuale delle attività, dopo una altrettanto importante selezione dei pazienti attraverso la definizione delle opportunità di trattamento e delle risposte virologiche sostenute (Svr) al trattamento stesso. La conoscenza su effetti collaterali, comorbilità e atteggiamento di pazienti, solo per citarne 3, sono scarse e la comunità scientifica deve attrezzarsi anche su questo punto per far circolare le informazioni che possano aiutare ad affrontare in maniera efficace le patologie. La sostenibilità è un tema complicato da affrontare in un Paese che è ancora attanagliato dalla crisi economica».

Dunque, cronicità, cure innovative e budget: come conciliare tutto questo? Stefano Carugo, Consigliere della Regione Lombardia ha dichiarato: «E’ indispensabile definire i percorsi diagnostico-terapeutici e di appropriatezza, per consentire ai nostri cittadini lombardi di poter disporre delle terapie innovative senza però avere il collasso del nostro sistema di Welfare. Scopo di questo focus vuole essere, quindi, quello di focalizzare cosa Regione Lombardia potrà fare per armonizzare queste esigenze».

In merito alla determina per la rimborsabilità del farmaco Sofosbuvir per i pazienti più gravi, ha espresso qualche soddisfazione, anche se con qualche preoccupazione, Epac l’associazione dei malati con epatite C. Ivan Gardini, presidente Epac ha dichiarato: «Inizia oggi una nuova era per la cura dei malati con epatite C. Auspicabilmente, è anche l’inizio dell’eradicazione totale della malattia. Sofosbuvir è il primo di una serie di farmaci molto potenti in grado di raggiugere tassi di guarigione vicini al 100%. L’approvazione corona anche una battaglia di EpaC durata diversi mesi

per avere il farmaco disponibile. C’è però un problema. Non ci sono ancora i fondi per curare tutti i pazienti che ne hanno necessità. Ci auguriamo che la legge di stabilità, passando in Senato, possa recepire una serie di emendamenti già annunciati per la costituzione di un fondo per la cura dell’epatite C. Diversamente – ha concluso Gardini – avremo grossi problemi di accesso al farmaco. Ecco perché continueremo a chiedere i fondi per poter curare tutti i pazienti indistintamente, senza doverli selezionare in base alla gravità. EpaC vigilerà affinchè le Regioni concedano l’immediato e pieno accesso a farmaco già a partire dalla prossima settimana».

La Salute dei Cittadini

10MODELLI E COLLABORAZIONI PER LA SOSTENIBILITA’ DEL DIRITTO ALLA SALUTE IN ITALIA ED IN EUROPA

LECCE, 5 Dicembre 2014

Hotel President Via Salandra 6

COMUNICATO STAMPA

Il futuro della Sanità in Puglia, Michele Emiliano, candidato alla Presidenza della Regione Puglia: «Spero che il futuro della Sanità pugliese sarà migliore del presente, è un dovere».

Assessore alla Salute Pentassuglia: Collaborazione pubblico-privato. «Nel mio modello di sistema salute ho inserito il sistema territoriale, ospedaliero-pubblico e privato, in cui è necessario muoversi all’interno di regole chiare».

“Spero che il futuro della Sanità nella nostra regione sarà migliore del presente, è un dovere». E’ il commento del candidato alla Presidenza della Regione Puglia Michele Emiliano, ex magistrato, ex Sindaco di Bari e Segretario Pd pugliese nel corso dell’intervento al convegno leccese “La Salute dei cittadini: il SSN e i modelli e collaborazioni per la sostenibilità del diritto alla salute in Italia ed in Europa”, organizzato congiuntamente da Motore Sanità e dalla sezione Sanità e Sicurezza di Confindustria Lecce, con il sostegno ed il patrocinio della Città di Lecce, Regione Puglia, Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, di Federsanità Anci.

«Siamo uno dei sistemi sanitari italiani in equilibrio economico – ha dichiarato a Motore Sanità Michele Emiliano -, significa che dei tanti difetti che abbiamo, non abbiamo quello di non tenere sotto controllo la spesa».

Sul rapporto tra pubblico e privato Emiliano ha evidenziato: «Non esiste differenza tra strutture pubbliche e private nel sistema sanitario perché possono convivere nel realizzare entrambi gli stessi fini. I privati possono costruire l’interesse pubblico purché non venga loro lasciata troppa briglia, perché può accadere di lasciare fuori controllo la spesa pubblica o, peggio ancora, di non avere il controllo della qualità delle prestazioni».

Richiamare eccellenze per bloccare la mobilità passiva dei pugliesi è stato infine l’appello di Michele Emiliano: «Dobbiamo ingaggiare bravi medici ed organizzare buone strutture sanitarie».

Il Senatore Dario Stefàno ha ribadito che «il tema della sostenibilità del diritto alla salute è un terreno importante sul quale confrontarsi. La sostenibilità va accompagnata da risorse finanziarie necessarie per assicurarne l’efficacia e affinché il cittadino non abbia classificazioni di serie B».

Per Dario Stefàno «è ora di dire basta alla distinzione tra sanità pubblica e privata perché il sistema privato accreditato che opera nel rispetto delle regole ha pari dignità di quello pubblico e ne costituisce integrazione in una ottica di efficienza ed efficacia delle prestazioni».

Nel corso della sessione Donato Pentassuglia, Assessore alla Salute Regione Puglia ha puntato la sua attenzione sulla necessità di collaborazione dei livelli istituzionali. «Il Patto della Salute che abbiamo sottoscritto è una sfida per tutti, il problema è la collaborazione dei livelli istituzionali perché solo questa ci consente di essere più forti – ha spiegato -. Non è possibile far pagare in periferia un debito, come non è possibile scaricare in periferia soltanto i tagli. Abbiamo bisogno di riorganizzare la macchina del sistema perché la sua sostenibilità è data dal fatto che all’interno del sistema stesso ci sono le risorse per garantire accessibilità universale e fruibilità dei servizi. Io sono pronto per la mia parte anche se a scadenza di mandato».

L’Assessore Pentassuglia ha concluso: «Nella mia bozza di modello ho inserito il sistema territoriale, il sistema ospedaliero-pubblico e il sistema privato, perché questo stesso concorre nell’offerta di servizi per i cittadini. In questo modello è necessario muoversi all’interno di regole chiare che mettano tutti nella condizione di lavorare con serenità e serietà».

E’ stato anche affrontato il tema dell’innovazione nel settore farmaceutico insieme a Maurizio Agostini, Direttore della Direzione Tecnico Scientifica di Farmindustria che ha dichiarato: «Velocizzare l’accesso ai nuovi prodotti, rispettare i tempi europei, valutare i nuovi farmaci con criteri scientifici e non economicistici e accelerare le procedure per gli studi clinici. Solo così si potrà continuare a garantire l’innovazione che è il motore dell’industria. E che è anche un impegno verso i pazienti e un obiettivo per tutto il Paese, perché significa efficienza delle cure, qualità del Servizio Sanitario Nazionale e del sistema della ricerca. Oggi l’innovazione, frutto di un lungo, complesso e costoso processo di ricerca e sviluppo, nasce da un network di eccellenze pubbliche e private con una visione internazionale. E l’Italia ha le carte in regola per essere parte di questa rete».

Il concetto di umanizzazione delle cure quale risorsa fondamentale del sistema è stato affrontato da Francesco Coluccia, consulente ecclesiastico nazionale Acos Associazione Cattolica Operatori Sanitari. – «La salute, richiede cure e comprensione da parte dell’individuo e da parte della società. L’umanizzazione delle cure è la risorsa fondamentale del sistema – spiega -. La politica chiami tutti coloro che in questo senso possono dare una mano senza distinzioni formali o di schieramento. C’è una emergenza etica che è destinata ad acuirsi nel tempo. Ignorarla sarebbe un atto di irresponsabilità».

Nelle conclusioni Filippo Surace, Sezione Sanità di Confindustria Lecce ha riaffermato che «in un sistema in continua evoluzione, il governo ai vari livelli deve tener presente sia i bisogni dei cittadini sia le legittime istanze delle imprese private accreditate che devono avere pari dignità rispetto al settore pubblico. Le imprese di Confindustria Lecce sono pronte a fare la propria parte e a collaborare per un sistema della salute sostenibile».