LA CURVA DEI CONTAGI CALA, MA NEI REPARTI LA SITUAZIONE RESTA CRITICA

LA CURVA DEI CONTAGI CALA

Con la curva dei contagi in calo e l’indice RT che indica negli ultimi giorni un lieve miglioramento i più ottimisti pensano alle vicine feste natalizie e a delle possibili aperture.

La verità nelle corsie degli ospedali però non è così rassicurante. Infatti con i posti letto vicini all’esaurimento a lanciare l’allarma sono i medici ospedalieri che sottolineano una emergenza per  quanto riguarda i posti letto nei reparti ospedalieri internistici.

Confrontando infatti tra quelli disponibili nel 2018 e quelli attivati nel 2020 emerge un quadro drammatico.

Anaao-Assomed ha deciso di raccogliere e pubblicare i dati sulla saturazione di questi posti letto, mostrando una situazione di collasso in gran parte delle regioni italiane: Il Piemonte è saturo al 191% della sua capacità, la Valle d’Aosta invece al 229%, la Lombardia al 129%, la Liguria al 118%, il Lazio al 91%, la Campania all’87%, nella Provincia autonoma Bolzano il 129%,, nella Provincia autonoma di Trento l’82%, in Abruzzo il 77%, in Sicilia il 73%, in Puglia il 71%, in Emilia Romagna il 66%, in Toscana il 66%, in Veneto il 64%, in Umbria il 60%, in Calabria il 54%, in Basilicata il 52%, nelle Marche il 49% e in Sardegna il 44%.

In tutto le Regioni in allarme sono 19, ma ben presto la situazione potrebbe peggiorare anche per le altre. Gli ospedali di gran parte d’Italia sono prossimi al collasso a causa della carenza di personale sanitario e del gran numero di pazienti Covid.

A soffrire maggiormente per la carenza dei posti letto sono i reparti internistici, ovvero Pneumologia, Medicina interna e Malattie infettive. E non è tutto, perché Anaao-Assomed, il più grande sindacato dei medici ospedalieri, anche rileva differenze sostanziali di efficienza del servizio sanitario tra le diverse regioni.

Una parte aveva già, nel 2018, una carente disponibilità di posti letto internistici, in rapporto alla popolazione. E la pandemia non può che aver acuito le gravi carenze del passato.

Alcune regioni, nonostante i posti letto falcidiati da piani di rientro per i deficit di bilancio sono state capaci di aumentare la loro potenza di risposta alla pandemia, a discapito probabilmente delle attività di altre branche specialistiche, che si sono viste depauperare i letti e hanno dovuto dunque fermare tutte le attività programmate, con gravi ripercussioni sulla salute pubblica.

Una situazione disastrosa che può portare gravissimi ritardi nella diagnosi e nella cura di tutte le malattie no-covid causando così una mortalità anche più alta della pandemia stessa.

Image by scaliger

Due terzi dei contagi in Trentino sono avvenuti in famiglia

Secondo l’analisi dei dati dei contagiati effettuata dalle autorità competenti, due terzi dei contagi accertati da Coronavirus in Trentino si sono verificati in famiglia. Al momento rimane una percentuale di contagi che non consente una ricostruzione fino al ‘caso indice’ e quindi rimane l’incertezza di dove e come sia avvenuto il contagio rendendo in questi casi difficile interrompere la catena dei contagi.

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