Triage multilingue per migliorare il rapporto tra sanitari ed i cittadini stranieri

Triage multilingue

A Torino triage multilingue per migliorare il rapporto tra sanitari e pazienti stranieri.

A causa della pandemia Covid-19, aumentano sempre più i pazienti stranieri che accedono al pronto soccorso: questa cosa, causa enormi difficoltà agli operatori sanitari, nel comunicare con cittadini stranieri, che spesso non parlano una parola della lingua italiana. Per facilitare il rapporto e il dialogo tra staff sanitario e pazienti stranieri, presso l’Azienda Città della Salute di Torino è stato elaborato uno strumento per agevolare la comunicazione tra infermiere e paziente straniero durante il triage.

È stato adattato alle nuove esigenze ed alle peculiarità dei differenti Pronto soccorso uno strumento, inizialmente redatto dal Gruppo di formazione e triage GFT a scopo didattico, e poi sottoposto traduzione a cura dei mediatori culturali dell’ospedale. Questo passaggio è fondamentale perché, a differenza del classico traduttore, il mediatore ha saputo contestualizzare la domanda allo specifico antropologico di provenienza della persona straniera. Ad ora sono venute fuori 6 schede in inglese, arabo, cinese, albanese e romeno, anche se sono in corso di traduzione quelle in spagnolo, francese e russo.

Si parte dalla principale, la “scheda delle risposte”, viene data al paziente e lui la usa per indicare le risposte sulla sagoma di un uomo (dove hai male?), la scala del dolore (indica quanto hai male?), gli intervalli di tempo (da quanto tempo hai male?). A questa si aggiungono poi 5 schede, una per il sintomo, e le altre suddivise per distretto anatomico, che riportano le domande da indicare al paziente in modo che quest’ultimo possa leggerne la traduzione nella propria lingua.

A breve queste schede triage multilingue saranno testate al Pronto soccorso delle Molinette e del CTO, per poi aggiungersi il Regina Margherita, con le schede pediatriche, ed il Sant’Anna, con le schede ostetrico-ginecologiche. Tra i sanitari si è deciso che la frase più utilizzata con i pazienti cinesi, sarà “hai la febbre?”, in modo da ricevere una risposta altrettanto decisa.

Stefano Sermonti

“Aziende, decisori e pazienti insieme per una governance farmaceutica ancora più sostenibile”

Aziende decisori e pazienti

16 luglio 2020 – Il controllo della spesa farmaceutica rappresenta una sfida importante per il SSN. Negli ultimi due anni quasi tutte le Regioni hanno mancato l’obiettivo del rispetto dei tetti concordati tra autorità regionali e Ministeri competenti: per questo motivo, da tempo ormai, si parla di riformare la governance farmaceutica unitamente ad un potenziamento di AIFA. Di ciò si è parlato con esperti della salute italiana, durante il Webinar ‘NUOVA GOVERNANCE DEL FARMACO E DISPOSITIVI PER LA SOSTENIBILITÀ DEL SSN’,organizzato da Motore Sanità grazie al contributo incondizionato di AMGEN, GILEAD, BOSTON SCIENTIFIC, KYOWA KIRIN, SERVIER e TEVA.

“In questi mesi abbiamo lavorato alacremente insieme alla Protezione Civile per garantire il reperimento dispositivi medici per aiutare la popolazione in un momento di grandissima difficoltà.Per far ripartire il nostro Paese, abbiamo deciso di concentrarci su 3 tematiche fondamentali: salute, scienza e industria. Nell’ambito della salute, l’acquisto dei dispositivi medici in Italia per ogni cittadino conta 190 euro, poco rispetto ai 212 euro di media in Europa. È il momento di investire nel nostro SSN per poter garantire una maggiore assistenza sul territorio nazionale, la situazione attuale purtroppo vede oltre la metà dei respiratori in uso nelle terapie intensive obsoleti, con una capacità ridotta del 50% e con un’età media di 10 anni, solo per fare un esempio. Promuovere un rinnovamento tecnologico degli ospedali, investire in assistenza territoriale per essere vicini alle persone, con telemedicina e consulto a distanza e con programmi di HTA che valorizzino le nuove tecnologie. Nell’ambito ricerca, Confindustria Dispositivi Medici investe il 6% del fatturato e abbiamo elaborato un codice etico a garanzia di trasparenza al quale tutte le Aziende affiliate sono regolamentate con principi etici e precisi comportamenti, proponiamo, quindi, di tornare ad un usufruire di una ricerca di base, con partner tecnologici e puntare a progetti nel nostro Paese, per attrarre investimenti italiani ed esteri. Favorendo un rapporto virtuoso medico e industria. Per il capitolo dell’industria, le imprese che commercializzano dispositivi medici sono quasi 4000 e la maggior parte sono piccole imprese, la politica del prezzo più basso non incentiva la crescita, quindi proponiamo per un consolidamento del comparto industriale nel nostro Paese, di stabilizzare i pagamenti in 30 giorni e rivedere il gravoso sistema di tassazione. Diventa fondamentale il confronto tra tutta la filiera della salute per continuare a lavorare alla ripartenza dell’Italia”, queste le parole di Daniela Delledonne, Vicepresidente di Confindustria Dispositivi Medici

“La rivoluzione tecnologia in atto in tema di innovazione corre su un doppio binario: quello delle tecnologie specifiche e quello nuovo e ancora poco conosciuto ed utilizzato appieno delle tecnologie in combinazione. Se pensiamo ai farmaci questi stanno diventando sempre più personalizzati, assumendo a volte la dizione di farmaci per patologie orfane. L’avvento delle terapie genetiche ha completamente scardinato quelli che erano i punti fondamentali per lo sviluppo e la valutazione di un farmaco. Se pensiamo ai dispositivi medici invece questi sempre di più agisce con meccanismi si azioni innovativi anche in combinazione con farmaci. Oltre ai farmaci e ai dispositivi medici, si aggiunge un ulteriore strumento di integrazione tra queste due tecnologie “tradizionali”, ovvero il tema della digitalizzazione. Un farmaco viene erogato e produce dei dati sia efficacia che di aderenza terapeutica, un dispositivo medico viene impianto e produce dei dati che non sono parte integrante delle funzioni originali del dispositivo medico. Ora con i processi di digitalizzazione tutte queste informazioni possono essere mese insieme ed aggregate per avere un quadro continuo e completo dello stato di salute di una popolazione. Ovviamente tutto ciò porta a dei problemi di privacy che ancora non sono risolti per quanto poi l’utilizzo sanitario dei dati prodotti. L’esempio del Coronavirus è esemplare rispetto ai sistemi di contact tracing e alle difficoltà di farli funzionare al massimo delle loro possibilità. Una nuova Governance del farmaco e del dispositivo dovrà portare necessariamente anche ad una nuova governance dei processi di digitalizzazione (futuro della medicina) e ad una loro piena integrazione con i sistemi sanitari”, queste le parole di Marco Marchetti, Responsabile Centro Nazionale HTA, Istituto Superiore di Sanità

“Siamo tutti d’accordo che il problema del SSN è il suo sotto finanziamento. Non investire in nuove tecnologie potrebbe avere un impatto negativo, ma al contempo però, i grandi investimenti della Germania, pare non forniscano indicatori di salute e producano grandi benefici. Le aziende sanitarie è verissimo che fanno innovazioni in tecnologia e in efficacia, ma il problema è che esiste ancora molta disomogeneità nell’approccio. In Emilia Romagna se si stabiliscono regole di accreditamento e se tu Azienda non hai la certificazione richiesta di efficacia e sicurezza non vieni accreditata. Teniamo presente che bisogna aumentare sì le tecnologie e ripeto siamo sotto finanziati, però all’industria che fa molte proposte di collaborazioni, rispondo che bisogna andare nella direzione giusta, discutendo di cosa sia prioritario sviluppare  e orientare l’innovazione, solo così si potrà fare molto meglio di quello che facciamo oggi. Sarebbe utile un documento condiviso di intenti tra industria ed istituzioni su questo”, queste le parole di Valentina Solfrini, Servizio Assistenza Territoriale, Area Farmaci e Dispositivi Medici, Regione Emilia-Romagna

“La governance del farmaco e dei dispositivi medici necessita, dopo l’esperienza della pandemia COVID, di una accelerazione verso una nuova proposta che faciliti l’accesso all’innovazione vera, alla valorizzazione dell’impatto terapeutico di un farmaco o di una nuova tecnologia, il superamento di una organizzazione a silos dell’SSN e di una implementazione dell’HTA che si affianchi agli altri sistemi di analisi per arrivare in futuro al superamento dei tetti di spesa in ambito farmacologico e non solo. Se tale processo è più facile per il farmaco, è più complicato seppur non rinviabile, per i dispositivi il cui unico, per ora, criterio di accesso al mercato è il marchio CE utile ma insufficiente per garantire ai dispositivi lo stesso livello di governo che registriamo per i farmaci”, queste le parole di Claudio Zanon, Direttore Scientifico Motore Sanità

Il webinar è andato in onda sul sito internet www.motoresanita.it 

In allegato il comunicato stampa e riportiamo qui di seguito il link della scheda tecnica del webinar di oggi: SCHEDA TECNICA