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RAPPORTO REGIONALE SU INFEZIONI CORRELATE ALL’ASSISTENZA

Data

07 Apr 2017
Expired!

Ora

09:00 - 18:00

L'evento è finito

Programma

Invito stampa

Comunicato stampa 

Rassegna stampa

 

Slides:

– Roberto Carloni, Responsabile Struttura Prevenzione A.Li.Sa

– Camilla Sticchi, Struttura Prevenzione A.Li.Sa

– Ferdinando Cafiero, Direttore Chirurgia 1 IRCCS AOU San Martino – IST 

– Claudio Viscoli, Direttore Clinica malattie Infettive IRCCS AOU San Martino – IST

– Mauro Cattaneo, Francesca Federa, Infermieri addetti al controllo delle ICA – ASL 3 Genovese

– Claudio Zanon, Direttore Scientifico Motore Sanità

– Andrea Orsi, Dipartimento Scienze della Salute, Università di Genova

– Carla Maria Zotti, Dipartimento Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche, Università di Torino

 

Le infezioni correlate all’assistenza (ICA) ed il fenomeno della resistenza agli antimicrobici sono tematiche che destano preoccupazione in tutto il mondo, considerate dall’ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) un vero e proprio pericolo per la salute pubblica, che necessita quindi di specifici interventi. Sebbene il tasso di prevalenza di ICA misurato nel nostro Paese sia in linea con la media europea, l’Italia è uno degli Stati membri che maggiormente si distingue per la circolazione di microrganismi multiresistenti; questo è probabilmente dovuto sia all’incontrollato uso di antibiotici, sia all’incompleta applicazione di misure efficaci per interrompere la trasmissione di infezioni.

In Liguria si sono compiuti molti sforzi in questi ultimi anni per attuare strategie di prevenzione nelle strutture sanitarie liguri, ma molto lavoro resta ancora da fare sebbene i risultati delle sorveglianze regionali e dell’indagine di prevalenza effettuata nel corso del 2016 conducano ad un moderato ottimismo. Ciò richiede l’impiego di misure di sorveglianza efficaci per contenere i focolai, da realizzarsi attraverso la piena comprensione dei tipi di infezione e delle popolazioni di pazienti che ne sono colpite. Inoltre, l’elevato consumo di antibiotici conferma l’urgente necessità di politiche regionali mirate ad un loro uso più razionale, non solo da parte del personale sanitario che li prescrive, ma responsabilizzando anche il singolo cittadino sull’opportunità di preservare la disponibilità di farmaci efficaci.