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Farmaco equivalente: “Dopo anni, pur garantendo sostenibilità al SSN e risparmio ai cittadini, il loro uso in Italia è ancora a macchia di leopardo”

farmaci equivalenti

8 giugno 2021 – I farmaci equivalenti avendo stesso principio attivo, concentrazione, forma farmaceutica, via di somministrazione e indicazioni di un farmaco di marca non più coperto da brevetto (originator), sono dal punto di vista terapeutico, equivalenti al prodotto di marca ma molto più economici, con risparmi che vanno da un minimo del 20% ad oltre il 50%. Questo è fondamentale per mantenere sostenibile l’SSN, consentendo da un lato di liberare risorse indispensabili a garantire una sempre maggiore disponibilità di farmaci innovativi, dall’altro, al cittadino di risparmiare di propria tasca all’atto dell’acquisto dei medicinali. Ma l’uso del farmaco equivalente in Italia è ancora basso rispetto ai medicinali di marca, per fare il punto sulla situazione in Italia e sul perché di queste differenze Motore Sanità ha organizzato il Webinar FOCUS LAZIO: FARMACI EQUIVALENTI MOTORE DI SOSTENIBILITÀ PER IL SSN, realizzato grazie al contributo incondizionato di TEVA.

“I farmaci equivalenti rappresentano in tutti i paesi industrializzati una risorsa preziosa per consentire l’accesso alle cure a costi sostenibili, i farmaci equivalenti, inoltre rappresentano numerosissime molecole collaudate, di impiego sicuro, su tutta una serie di patologie sia acute che croniche. Superati i problemi legati, all’inizio della genericazione, dall’esiguità delle molecole genericabili, alla lunghezza della copertura brevettuale, oggi moltissime sono le molecole disponibili. Ciò che però è poco considerato è come l’informazione sui farmaci cosiddetti maturi sia, soprattutto sui medici più giovani, carente. Se un medico di 60 anni, che ha visto l’uscita di molte delle molecole genericate, ha una vasta conoscenza di questi farmaci, un medico giovane ha sicuramente una buona informazione sulle molecole nuove, un’ informazione più scarsa su farmaci ormai privi di copertura brevettuale. Molti colleghi, su farmaci “antichi” hanno una informazione che deriva dalla farmacologia clinica studiata ai tempi dell’Università. Una informazione più accurata sarebbe opportuna già nella formazione Universitaria, o quantomeno nella fase post laurea, affiche’ il personale medico che entra in ruolo, abbia la giusta conoscenza su molecole, largamente utilizzate, ma paradossalmente meno conosciute, dai giovani, rispetto alle molecole innovative”, ha detto Pierluigi Bartoletti, Vice Segretario Vicario FIMMG

“Ormai il farmaco equivalente ha dimostrato ampiamente la sua importanza, in termini di risparmio. Quello che oggi dobbiamo fare è diffondere maggiormente la cultura del farmaco equivalente con un’informazione corretta e puntuale. In questo credo che le farmacie, proprio per la fiducia di cui godono da parte del cittadino, potranno dare il loro importante contributo alla diffusione del farmaco equivalente”, ha dichiarato Eugenio Leopardi, Presidente Federfarma Regione Lazio

“Le proposte su cui lavorare sono quelle di continuare verso un’informazione corretta, che possa trasmettere una conoscenza, sia da un punto di vista scientifico ma soprattutto anche in termini di vantaggio economico e sostenibilità, una formazione adeguata e diffusa per medici e farmacisti, campagne istituzionali di sensibilizzazione. Infine, siamo arrivati al punto in cui potrebbe essere determinante una attuazione di politiche sanitarie e di welfare regionali che possano incentivare la prescrizione e la dispensazione di farmaci equivalenti, in modo tale da poter ridurre significativamente quella che è la compartecipazione dei cittadini in un momento storico dove il Paese soffre una crisi economica rilevante”, ha spiegato Alberto Giovanzana, Associate Director Government & Regional Affairs Teva Italia

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