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– Patrizia Simionato, Direttore Generale Istituto Oncologico Veneto
Le straordinarie scoperte scientifiche degli ultimi anni hanno portato a rivedere radicalmente il mondo dell’oncologia. Al giorno d’oggi si studiano e si testano nuove terapie, più mirate, più personalizzate per rendere sempre più efficace la sfida alle neoplasie e il numero delle persone che non “recidiva” entro i cinque anni è sempre più alto. Innovazioni come l’immuno-oncologia e le terapie target personalizzate potrebbero consentire di cronicizzare diverse malattie neoplastiche anche molto aggressive e in fase avanzata. Prima il male viene individuato, più alte sono le possibilità di guarire completamente: ciò grazie ai farmaci di ultima generazione che consentono, dati alla mano, una sempre maggior percentuale di pazienti che sopravvivono.
L’oncologia è uno dei settori in cui la disponibilità di farmaci innovativi ha contribuito e contribuisce maggiormente ad aumentare il tasso di sopravvivenza a fronte, però, di una spesa sempre più elevata. L’impatto economico dell’innovazione sta portando fuori controllo la spesa farmaceutica, e il grande impatto delle terapie oncologiche nella sua componente ospedaliera apre una serie di questioni che richiedono un’attenta riflessione di tutti gli attori del sistema.
L’attuale gestione della spesa è da considerarsi obsoleta, specialmente per i farmaci innovativi che vengono equiparati di fatto ai tradizionali, in un sistema ormai superato, fatto di tetti di spesa irrealistici, budget e pay back, in cui l’unico bagliore di speranza è costituito dal Fondo, comunque ancora limitato, per farmaci innovativi istituito per il 2015 e il 2016. La sfida è ripensare e realizzare una nuova governance capace di garantire universalismo delle cure, accesso tempestivo alle nuove terapie, sostenibilità dei costi e di aumentare l’attrazione di investimenti in ricerca e sviluppo sul territorio nazionale.
In particolare, in Veneto, in Friuli, in Trentino ed in Alto Adige l’obiettivo è quello di creare una rete di eccellenza clinica diffusa nel territorio mentre sul piano della ricerca si punta a una personalizzazione del percorso diagnostico terapeutico, al fine di targetizzare la terapia individuando per ognuno quella più incisiva. Lo stesso vale per la diagnosi precoce e per gli screening, sempre più diffusi e rispondenti agli indicatori di qualità internazionali, e per i tumori rari che grazie alla collaborazione nelle regioni del triveneto, saranno concentrati in centri di riferimento rispettando i volumi di attività utili all’applicazione di PDTA all’avanguardia.