Farmaci equivalenti: in Puglia i dati sulla quota di compartecipazione a carico del cittadino sono positivi Un buon risultato, che può essere ancora migliorato grazie all’alleanza tra medici di medicina generale, specialisti e farmacisti

Farmaci equivalenti

15 luglio 2021 – L’interazione tra farmacista e paziente sull’utilizzo dei farmaci equivalenti è sempre più stretta. Non solo. Il contributo del farmacista concorre alla scelta del farmaco equivalente, in misura maggiore rispetto a quello del medico di medicina generale. È il risultato di uno studio presentato nel corso del webinar ‘FOCUS PUGLIA: FARMACI EQUIVALENTI MOTORE DI SOSTENIBILITÀ PER IL SSN’, organizzato da Motore Sanità

“La farmacia è pronta a collaborare con le altre figure professionali e le istituzioni, per trovare la maniera per rendere ancora più efficace quello che quotidianamente viene svolto nell’ambito dei nostri esercizi e delle nostre attività”, ha commentato prontamente Francesco Fullone, Presidente Federfarma Regione Puglia.

Quello che si rende necessario, secondo il parere del Dottor Fullone e di altri importanti relatori intervenuti al webinar, è una forma di comunicazione nuova e più incisiva, indispensabile per superare quelli che sono stati inizialmente del gap comunicativi (farmaco generico che rimandava a una genericità percepita come un valore minore, mentre invece numerosi studi hanno dimostrato, ormai da tempo, che gli equivalenti hanno la stessa composizione qualitativa e quantitativa in termini di sostanze attive di un medicinale di riferimento).
Non si tratta però solo di un problema di comunicazione: alla base della scarsa pervasività della prescrizione del farmaco equivalente, c’è un fenomeno culturale sia a livello del nostro Paese, sia a livello delle nostre Regioni, in maniera particolare
. Non si spiegherebbe altrimenti quel gap tra reddito medio e spesa sostenuta per preferire farmaci branded, piuttosto che equivalenti.

“Sappiamo che la Puglia è partita con affanno in questi anni, ma per quanto riguarda la spesa regionale, si portano dati positivi sulla quota di compartecipazione a carico del cittadino”, precisa Francesco Colasuonno, Responsabile Servizio Politiche del Farmaco, Regione Puglia. “Nei mesi gennaio-marzo 2021 è stata di 32milioni di euro, rispetto ai 34milioni dello stesso periodo del 2020. Nell’anno in corso abbiamo quindi un meno 3milioni di euro e questo significa che siamo all’8,4% rispetto alla media nazionale che è del 10,2%”. 

Ecco perché è necessaria un’alleanza delle varie figure professionali, soprattutto ragionando in ottica di un futuro neanche troppo lontano, come ribadisce Florenzo Iannone, Professore Ordinario Reumatologia Università di Bari, Coordinatore Comitato Scientifico GISEA: “Nel 2040 ci saranno 19milioni di anziani e questo significa investimenti maggiori. Ci rendiamo tutti conto che il sistema non è sostenibile per trattare al meglio i nostri pazienti. Medici, specialisti e farmacisti, in effetti ho notato che si parlano poco. Dobbiamo capire che non dobbiamo trattare il paziente con il farmaco a più basso costo, ma semmai con il farmaco a costo migliore”. 

Questo per ricordare, ancora una volta, che anche se i farmaci equivalenti (altrimenti detti a brevetto scaduto) sono molto più economici – da un minimo dal 20 a oltre il 50% – la loro qualità non è inferiore. Solo, vengono meno i costi della ricerca e delle varie fasi di scoperta, sperimentazione, registrazione e sintesi di un nuovo principio attivo. 

Malattie reumatiche: “Multidisciplinarietà tra i diversi specialisti per una corretta presa in carico a garanzia di una vita migliore”

CAR-T al tempo della pandemia

15 luglio 2021 – Regione Lombardia è un’eccellenza a livello Nazionale per la reumatologia. Nonostante questo, le Associazioni di pazienti, clinici e medicina territoriale chiedono una riorganizzazione dei percorsi assistenziali che consenta, viste le molte opportunità terapeutiche, rapida diagnosi e presa in carico, garanzia di accesso alle cure uniforme prima che le malattie reumatiche autoimmuni portino il paziente a situazioni di invalidità. La pandemia ha evidenziato molte criticità su cui confrontarsi: liste d’attesa, cure di prossimità, collaborazione tra specialista e MMG, condivisione dati e uniforme/rapido accesso all’innovazione. Con lo scopo di approfondire questi argomenti insieme ai principali attori di sistema a livello regionale, Motore Sanità ha organizzato il Webinar ‘LA RIFORMA SANITARIA LOMBARDA: FOCUS SULLE MALATTIE REUMATOLOGICHE AUTOIMMUNI’, realizzato grazie al contributo incondizionato di Bristol Myers Squibb e IT-MeD. 

“Le persone che vivono con queste malattie, ancora poco conosciute e multidisciplinari, hanno necessità di essere valutate da diversi specialisti. La complessità di questo tipo di patologie richiede collaborazione tra specialisti che possano prendere in carico il paziente con una rete ben organizzata. Chiediamo alle istituzioni che diano ai reumatologi la possibilità di organizzarsi in sinergia con i diversi specialisti interessati al tipo di complessità che queste malattie comportano, per dare la possibilità alle persone di sentirsi ‘prese in carico’. Vorrei ricordare la necessità di collaborazione dei medici con infermieri, terapisti occupazionali, fisioterapisti e psicologi preparati adeguatamente alle particolari problematiche. La nostra qualità di vita ne trarrebbe un gran beneficio”, ha spiegato Maria Grazia Pisu, Presidente Associazione Lombarda Malati Reumatici ALOMAR ODV

“Le malattie reumatiche autoimmuni, infatti, non soltanto colpiscono i giovani ma volte purtroppo anche bambini. In qualità di reumatologo pediatra sono sempre coinvolto nell’assistenza e nella cura di questi giovani malati. La cronicità di queste patologie rende ulteriormente difficile la gestione di tali pazienti, avendo a che fare non solo con dei bambini o ragazzi ma anche con le loro famiglie. Questo implica una serie di problematiche, legate non solamente a fattori medici ma anche sociali, quali la frequenza della scuola e la perdita del lavoro dei genitori. In Lombardia sono pochi i centri di reumatologia pediatrica, stiamo cercando di lavorare in gruppo almeno a Milano, e siamo in attesa di poter formalizzare questa collaborazione. Infine, il rapporto continuo con in pediatri di famiglia è fondamentale; Iniziative educazionali sono in corso ma tanto lavoro è ancora necessario per poter offrire ai piccoli pazienti la migliore assistenza possibile”, ha detto Rolando Cimaz, Direttore UOC Reumatologia Clinica Pediatrica della ASST-PINI-CTO Milano

“Per quanto riguarda la realtà bresciana, la necessità di creare una rete che possa collegare la Reumatologia ospedaliera con gli ambulatori sul territorio, peraltro molto scarsi e insufficienti a svolgere un’attività di primo livello, e con il MMG è ormai da considerare una priorità. Attualmente il maggior carico delle prestazioni ambulatoriali ricade sull’ospedale con conseguenze negative in termini economici e di programmazione. Nella situazione data, con il solo contributo del personale ospedaliero, non è credibile poter gestire le liste d’attesa, ridurre i tempi per il primo accesso e poter effettuare diagnosi precoci allo scopo di cogliere la finestra di opportunità terapeutica. Le innovazioni tecnologiche, qualora adottate e utilizzate in situazioni clinicamente adeguate, potranno essere strumento utile per perseguire taluni obiettivi. Da considerare però che tali strumenti non consentiranno di ridurre il tempo dedicato alle visite, che risulta essere uguale o addirittura maggiore per le visite in remoto”, ha spiegato Franco Franceschini, Direttore UOC Reumatologia e Immunologia Clinica ASST Spedali Civili Brescia