‘Allerta 2’ dall’Istituto Superiore di Sanità su sostanze illegali utilizzate per lo svapo

Allerta 2’ dall’Istituto Superiore di Sanità su sostanze illegali utilizzate per lo svapo

di Redazione

Roma. 22 Ottobre 2019 – Le sigarette elettroniche possono causare gravi lesioni polmonari. A lanciare l’allerta di grado 2 (sul massimo di 3) al ministero della Salute e agli assessorati competenti è stato il ‘Sistema Nazionale di Allerta Precoce’ dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss). L’obiettivo è “vigilare sulla grave malattia polmonare tra le persone che utilizzano le sigarette elettroniche”, e in particolare alcuni liquidi, e monitorare l’insorgenza delle gravi lesioni polmonari riscontrate in Usa. L’allerta, confermata all’Ansa, è stata diramata lo scorso 10 ottobre. La decisione è stata assunta sulla base delle segnalazioni ricevute dall’Osservatorio Europeo delle droghe e delle tossicodipendenze di Lisbona. Il grado 2 indica il rischio di lievi danni per la salute e di diffusione di sostanze nel mercato illecito. Quelli registrati negli Usa sono circa 1300 casi e 26 morti da polmonite chimica, soprattutto tra i più giovani. La maggior parte ha utilizzato prodotti per e-cig contenenti THC (tetraidrocannabinolo), molti hanno usato prodotti a base sia di THC che nicotina e altri solo nicotina. I Centers for diseases control (Cdc) segnalano inoltre che molti casi sono collegati all’uso di prodotti acquistati su canali non ufficiali e rivenditori non autorizzati. Gli esperti però avvertono: ciò che è stato registrato negli Stati Uniti per ora non ha alcun riscontro in Italia e in Europa, perché il problema negli Usa è rappresentato dall’uso senza regole dell’e-cigarette, spesso legato al consumo di stupefacenti. Nel nostro Paese i controlli sulla vendita nei canali ufficiali delle sostanze con cui sono caricati questi strumenti sono molto più rigorosi. L’assenza di un nesso di causalità, scrive l’Iss, tra i casi di malattia polmonare e una singola sostanza, marchio o metodo di utilizzo lascia i Paesi europei, tra cui l’Italia, in una situazione di allerta. Per questo anche le strutture sanitarie italiane dovranno vigilare e denunciare eventuali casi. Intanto è salito ad almeno 33 negli Usa il numero delle persone decedute per la malattia polmonare chiamata Evali e legata alle sigarette elettroniche. Lo rendono noto le autorità sanitarie federali che parlano di 1.479 casi in tutto il Paese.

Danni al cervello più frequenti nei calciatori a causa di colpi di testa e di scontri di gioco

Danni al cervello più frequenti nei calciatori a causa di colpi di testa e di scontri di gioco

di Redazione

Londra. 22 Ottobre 2019 – Secondo uno studio inglese sul cervello di sei calciatori che hanno sviluppato la demenza dopo anni di attività agonistica, i cui risultati sono stati pubblicati dal Guardian, i colpi di testa e scontri di gioco con gli avversari potrebbero causare nei casi estremi danni al cervello dei calciatori, con conseguenti rischi di demenza. Certamente una ricerca su 6 persone rappresenta un campione troppo ristretto per giungere a conclusioni definitive, ma dagli esami autoptici eseguiti dai ricercatori della Queen Square Bank per gli studi neurologici della University College London Institute of Neurology, si è scoperto che tutti e sei erano affetti dal morbo di Alzheimer, e, in quattro casi su sei, è stata riscontrata encefalopatia traumatica cronica, una malattia degenerativa secondo gli studiosi legata ai ripetuti colpi di testa. Entrambe le malattie sono caratterizzate dalla formazione di grumi di particolari proteine nel cervello e il posizionamento di queste proteine può essere stabilito solo dopo la morte. “I risultati della nostra ricerca mostrano un potenziale legame tra i ripetuti impatti della testa con il pallone e lo svilupparsi della encefalopatia traumatica cronica”, ha dichiarato Helen Ling, co-autore della ricerca. Il quotidiano britannico precisa che non c’è totale convergenza sulle conclusioni della ricerca: in molti si sono affrettati a sottolineare che non esistono prove evidenti del fatto che giocare a pallone può aumentare il rischio di sviluppare la demenza. Anche gli autori dello studio hanno precisato, secondo quanto riferisce il quotidiano ‘La Repubblica’, che non è ancora chiaro se i soggetti analizzati avrebbero sviluppato la malattia se non avessero giocato a calcio. Per avere maggiori certezze, spiega Ling, si dovrebbero effettuare studi su calciatori ritiratisi dall’attività agonistica.


Quello dei colpi alla testa subiti dagli sportivi è un filone che negli ultimi anni è stato oggetto di numerosi studi, in particolare nel football americano e nel pugilato. In particolare ha fatto scalpore la ricerca della Boston University che ha rivelato come 90 ex giocatori della Nfl su 94 siano stati trovati positivi alla encefalopatia. La stessa lega di Footbal americano ha riconosciuto l’anno scorso il legame tra il trauma cranico e la malattia, in un caso che è stato raccontato nel film ‘Zone d’ombra’ con Will Smith. Secondo un altro studio, il calciatore inglese Jeff Astle, centravanti icona del West Bromwich (soprannominato ‘The King’), è stato il primo calciatore a morire prematuramente per una malattia professionale: il suo decesso, nel 2002, è stato legato ai troppi colpi di testa che lo avevano reso celebre e che costituivano buona parte dei suoi 174 gol in 361 partite. Gli esperti una dozzina di anni dopo hanno accertato la relazione con i piccoli ma regolari traumi cranici al cervello, poi degenerati in demenza.

Un altro studio, finanziato dalla Fondazione Drake, effettuato da un team di ricercatori britannici e pubblicato sulla rivista Acta Neuropalhologica, ha evidenziato nei sei calciatori la presenza di altri fattori che avrebbero contribuito allo sviluppo della demeneza, come la presenza di uno strappo del setto pellucido, una sottile membrana che si trova al centro del cervello, “una caratteristica moloto comune nei pugili professionisti e legata a ripetuti traumi cerebrali”, ha osservato Ling, ammettendo comunque che lo studio non è in grado di stabilire con quale frequenza e quale forza di impatto i colpi di testa possono essere collegati allo sviluppo della malattia. Peter Jenkins, neurologo e ricercatore dell’Imperial College di Londra, specializzato nei traumi cranici e non coinvolto nello studio, ne ha sottolineato inoltre l’esiguo campione.

Dopo l’intesa della conferenza Stato-Regioni Domenico Mantoan nuovo presidente di AIFa

Dopo l’intesa della conferenza Stato-Regioni Domenico Mantoan nuovo presidente di AIFa

di Redazione

Roma. 22 Ottobre – L’Agenzia italiana del farmaco ha finalmente il nuovo presidente: è Domenico Mantoan, attualmente direttore generale dell’Area Sanità e Sociale della Regione Veneto. Dopo l’ok delle Regioni alla proposta di nomina avanzata dalla Regione Veneto, nel pomeriggio è arrivato prima l’ok del Ministro della Salute Roberto Speranza e poi il via libera dalla Stato-Regioni. Ora manca solo il decreto di nomina del Ministro della Salute per rendere effettivo l’incarico. “Il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia ha appena nominato, su indicazione unanime della Conferenza delle Regioni, Domenico Mantoan, tecnico della regione Veneto di alta qualità e professionalità, presidente di Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco”. Ha annunciato il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, al termine della Conferenza Stato-Regioni convocata da Boccia al palazzo della Stamperia, sede del ministero per gli Affari regionali.

“Tra l’altro – ricorda Bonaccini – era previsto nell’accordo che avevamo raggiunto in precedenza; poi avevo ricoperto io la carica quale presidente pro-tempore per qualche mese, per garantire che il Cda fosse `facente funzioni´ e prendesse alcune decisioni importanti e urgenti. Dopo la nomina `de facto´ del presidente Mantoan, la prossima settimana integreremo il consiglio di amministrazione”. “Abbiamo dato l’indicazione per la nomina alla presidenza di Aifa e la Conferenza dei presidenti ha indicato Domenico Mantoan che è il segretario regionale della sanità del Veneto. È un riconoscimento alla carriera, alla professionalità. È un tecnico puro e peraltro essendo in pensione da aprile prossimo avrà molto tempo da dedicare ad Aifa”. Aveva detto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia uscendo dalla Conferenza delle Regioni.

Domenico Mantoan, 62 anni, è direttore generale dell’Area Sanità e Sociale della Regione Veneto. La proposta di nomina infatti spettava alla Regione Veneto. Per quanto riguarda invece gli altri due posti in Cda riservati alle Regioni la decisione è stata rinviata alla prossima settimana ma secondo i rumors sarebbe riconfermato Davide Caparini, assessore all’Economia della Regione Lombardia e l’altro posto dovrebbe andare alla Regione Emilia Romagna.