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Trapianto di cuore: il cuore è 12 anni più giovane dell’età anagrafica

Trapianto di cuore

Novità importanti per il trapianto di cuore. Un gruppo di ricercatori hanno effettuato una ricerca che ha determinato l’età biologica del cuore, in particolare dell’atrio destro e sinistro, confrontandola con quella dei leucociti del sangue periferico, tessuto più facilmente disponibile, scoprendo che è molto più giovane rispetto all’età cronologica di ben 12 anni mentre l’età biologica del sangue è molto simile all’età cronologica.

Lo studio The biological age of the heart is consistently younger than chronological age nasce dalla collaborazione tra la Cardiochirurgia, dell’Azienda Ospedale-Università di Padova e il Laboratorio di Genomica e Mutagenesi Ambientale del Dipartimento di Scienze Cardio-toraco-vascolari e Sanità pubblica dell’Università di Padova, ed è stato appena pubblicato nella prestigiosa rivista Scientific Reports.

Tra le scoperte effettuate, si è capito come non esistano differenze significative tra atrio destro e sinistro e l’età biologica del cuore è anche circa dieci anni più giovane rispetto a quella del sangue. Questo studio offre nuove opportunità di ricerca clinica nel campo del trapianto di organi vista la carenza di organi che non consente a tutti i pazienti affetti da insufficienza cardiaca terminale di avere accesso a un trapianto di cuore, unica soluzione ad oggi risolutiva.

L’aver determinato che l’età biologica dei tessuti cardiaci sia più giovane dell’età cronologica, suggerisce che il limite di età cronologica per i donatori potrebbe essere esteso perché non riflette la reale età/stato biologico del cuore.

La ricerca è stata possibile grazie al contributo BIRD 2017 del Dipartimento di Scienze Cardio-Toraco-Vascolari e Sanità Pubblica e alla borsa di studio di dottorato in Scienze Farmacologiche dell’Università degli Studi di Padova, oltre ad essere uno dei prodotti delle ricerche condotte presso LIFELAB, progetto finanziato dalla Regione Veneto nel 2019 e che raggruppa 21 gruppi di ricerca che utilizzando tecniche di ingegneria tissutale e medicina rigenerativa si pongono l’ambizioso obiettivo di ricreare tessuti e organi da utilizzare in ambito clinico.

Stefano Sermonti

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