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LEUCEMIA LINFATICA CRONICA MALATTIA SEMPRE PIU’ CRONICIZZATA QUALI NUOVI PERCORSI DI CURA? – Veneto, 27 Novembre 2020

Data

27 Nov 2020
Expired!

Ora

15:30 - 18:00

L'evento è finito

⇒ Programma

Comunicato stampa

Documento di sintesi

Rassegna stampa

 

SLIDES

Andrea Visentin, Ricercatore Università degli Studi di Padova

⇒ Claudio Zanon, Direttore Scientifico Motore Sanità

 

La leucemia linfatica cronica (LLC) è una neoplasia ematologica che consiste in un accumulo nel sangue, nel midollo osseo e negli organi linfatici, di linfociti B, che hanno subito una trasformazione maligna. Rappresenta la leucemia più comune nel mondo occidentale tipica nell’anziano, con una età media alla diagnosi attorno ai 70 anni. Ogni anno si diagnosticano nel mondo 400 mila nuovi casi di leucemia. In Italia le stime parlano di circa 1.600 nuovi casi ogni anno tra gli uomini e 1.150 tra le donne. Circa la metà di questi, presenta varie altre patologie associate, rendendo il trattamento più complesso. È considerata una malattia inguaribile ma grazie alle nuove scoperte, l’aspettativa e la qualità della vita dei pazienti è cresciuta enormemente, con una sopravvivenza media che supera oggi i 10 anni dalla diagnosi. Il decorso è variabile: alcuni pazienti possono mantenersi stabili mentre altri possono andare incontro a un rapido aggravamento. Per questo la scelta di quando intervenire e la scelta dell’appropriata terapia, rappresentano passaggi chiave per la cura di questi pazienti e per la sostenibilità del sistema. Una volta deciso che occorre trattare la malattia infatti, la scelta della terapia deve essere fatta in base alle caratteristiche della stessa, all’età del paziente, alle malattie concomitanti. Per decenni la chemioterapia è stata l’unica arma di cura, ma da oltre dieci sono comparsi gli anticorpi monoclonali, che rappresentano terapie più mirate. Oggi la prima linea di trattamento consiste appunto nell’associazione tra queste, la cosiddetta chemio-immunoterapia (anticorpo monoclonale anti CD20 del tipo Rituximab + chemioterapia). Sono stati però individuati importanti fattori predittivi di risposta alla chemioterapia quali la delezione 17p e la mutazione p53.
Se vi è la presenza di questi o si è in presenza di recidiva precoce dopo chemioimmunoterapia, oggi esistono nuove importanti terapie che hanno completamente cambiato la prognosi e la gestione della malattia.
Riflettere su come ri-organizzare i percorsi di cura, considerate anche le criticità emerse con la recente pandemia, in funzione delle evidenze scientifiche prodotte da queste innovazioni, mantenendo insieme il paziente al centro e la sostenibilità del sistema, rappresenta l’obiettivo del confronto tra differenti stakeholders istituzionali, clinici e pazienti che si vuole creare in questo evento di Motore Sanità.