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LA GESTIONE DEL PAZIENTE CON PREGRESSO EVENTO CARDIOVASCOLARE – 2 Novembre 2020

Data

02 Nov 2020
Expired!

Ora

10:30 - 13:00

L'evento è finito

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La gestione delle cronicità in epoca post-covid-19 ha messo in evidenza la necessità di ampliare i servizi sanitari a scenari diversi, adattandosi ad una nuova realtà organizzativa. Una realtà nella quale devono essere valorizzate tutte le tecnologie (farmaci e dispositivi) che facilitino la presa in carico territoriale del paziente con patologie croniche. Perché si realizzi questo, si dovrà passare da un approccio focalizzato a ridurre sempre di più i costi ad un approccio dove la buona salute e i mezzi per ottenerla, siano considerati un investimento che crea valore.
Dovendo convivere con il momento Covid-19, la ripresa delle attività normali, sarà ancora più ardua in quanto tutte le strutture dei servizi sanitari ospedalieri e territoriali, dovranno fare i conti sia con la domanda attuale che con quella arretrata, appropriata o meno che sia. Per far fronte a questa nuova fase, tenendo conto delle complicazioni createsi e allo scopo di non far affollare le strutture, si dovrà cogliere questa occasione per rivedere molti processi assistenziali.
Questo dovrà avvenire con un approccio che tenga conto di appropriatezza e priorità delle attività ospedaliere e territoriali, ma come parte di un unico percorso. Sarà da considerare ad alto valore aggiunto per il nostro SSN tutto quello che, dimostrando esiti clinici misurabili e positivi, verrà messo in campo per semplificare e migliorare, in particolare, l’assistenza ai pazienti cronici.
Questi grazie anche alle migliorate condizioni di vita legate ad una più efficiente prevenzione e a migliori cure, in questi ultimi decenni hanno ottenuto un aumento importante dell’aspettativa di vita.
Ovviamente in questo nuovo scenario vi è stato aumento esponenziale di pazienti anziani con patologie croniche (prevalentemente a carico del sistema cardiovascolare) associate a comorbilità che necessitano di cure e trattamenti farmacologici cronici.
Per quanta riguarda i molteplici fattori che possono migliorare la qualità di vita e l’outcome del paziente, la poli-terapia cronica è uno dei fattori più importanti e critici nella gestione dell’anziano, in quanto le malattie da cui è affetto e i farmaci che assume se da una parte sono essenziali per trattare le patologie possono interagire tra loro causando eventi avversi seri e peggioramento dello stato di salute. Un altro dei problemi seri è la mancanza di aderenza alle terapie o addirittura l’abbandono di parte di queste quando il paziente deve assumere diverse pillole al giorno e in tempi diversi.
Per queste ragioni è importante che questo paziente sia attentamente seguito da medici che conoscano molto bene la storia clinica dei loro pazienti e che sappiano informare ed educare sull’importanza dell’assunzione dei farmaci prescritti, sui dosaggi/tempi di assunzione, sulle caratteristiche terapeutiche e sui possibili rischi dei farmaci che assumono.
È un compito non facile né per il medico né per il paziente. Infatti i dati epidemiologici nazionali ci dicono che le terapie croniche vengono abbandonate nell’arco del primo anno da circa il 50% dei pazienti anziani.
Oggi si sta discutendo molto in ambito clinico sulla possibilità di ridurre al minimo il numero di farmaci assunti, dando priorità a quelli ritenuti realmente essenziali e magari concentrandoli in una unica formulazione per favorire una maggiore aderenza (caso emblematico è quello del paziente con pregresso evento cardiovascolare).