Innovazione terapeutica che spinge all’innovazione organizzativa: Focus on Emicrania. Quali novità dalla strategia di profilassi all’attacco acuto – REGIONE PIEMONTE

RAZIONALE SCIENTIFICO:
Di emicrania soffre circa l’11% della popolazione italiana (oltre 6,5 milioni di persone) con ricadute spesso importanti sia sulla qualità di vita che sull’attività lavorativa. Infatti il suo impatto sociale/economico è molto pesante, con una spesa in Italia che ammonta a circa 3,5 miliardi €/anno, dove il 15% delle persone ha oltre 4 episodi/mese, il 4,2% oltre 8 ed il 5% perde più di 5 giorni lavorativi/mese.
Se da un lato l’effetto inabilitante in molti pazienti ha indotto la ricerca ad un forte impegno in questo campo che ha portato alla luce molte terapie efficaci, dall’altro la diffusione di questa patologia e le diverse tipologie di severità hanno comportato la creazione di strutture organizzate per la diagnosi e cura, articolate in 3 livelli di complessità: I° Livello (Ambulatorio specialistico), II° Livello (Centro Cefalee per Diagnosi e Terapia), III° Livello (Centro Cefalee per Diagnosi, Terapia, Ricerca e Formazione, con disponibilità di ricovero ordinario o Day Hospital).
L’attuale risposta assistenziale ed i modelli di gestione delle terapie restano comunque diverse tra le molte realtà Regionali e potrebbero esserlo ancor più con l’innovazione terapeutica in arrivo. Molti documenti sono stati scritti in attesa dei diversi decreti attuativi, ma questo scenario incompleto ora rende invece fondamentale l’inserimento della patologia tra le cronicità da attenzionare quindi nel piano nazionale cronicità e consolidare questa patologia con i servizi necessari all’interno dei LEA.
Inoltre, dalla prospettiva di questa innovazione sia in ambito preventivo che terapeutico ed attraverso le molte evidenze scientifiche prodotte, deriva l’attesa che vi siano risvolti positivi e misurabili oltre che sulla condizione del paziente emicranico anche sull’economia delle regioni grazie all’incremento di produttività che si potrebbe ottenere.
Motore Sanità su questi temi vuole aprire all’interno delle principali regioni Italiane un tavolo di confronto che coinvolga tutti gli attori di sistema.
Quali nuovi percorsi è necessario sviluppare, quali azioni e quali risorse mettere in campo dal piano regionale a quello nazionale per stabilire un minimo livello assistenziale essenziale da garantire a tutti i cittadini affetti da questa patologia?
Questi sono alcuni interrogativi a cui dare risposta e da portare all’attenzione delle autorità sanitarie regionali e nazionali.