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DIAGNOSI E MONITORAGGIO CON TEST SIEROLOGICI NELL’INFEZIONE DA SARS-CoV-2 SPUNTI DI RIFLESSIONE PER FARE CHIAREZZA – Buona Salute, 22 Luglio 2020

Data

22 Lug 2020
Expired!

Ora

11:00 - 13:00

L'evento è finito

Programma

Comunicato stampa

Rassegna stampa

Documento di sintesi

 

Da quando la pandemia da SARS-CoV-2 si è manifestata nel mondo e in particolare nel nostro Paese, con tutta la sua virulenza e letalità, i test diagnostici sono al centro del dibattito degli esperti sull’uso più appropriato e sul migliore rapporto costo beneficio per il SSN nella gestione della fase 2 in Italia.
Mentre il test molecolare rappresenta ad oggi il riferimento per la diagnosi di Covid-19, i test sierologici cercano di individuare anticorpi IgG e IgM (senza la presenza di uno standard internazionale): sono quindi importanti per una valutazione della risposta anticorpale sia nei casi sintomatici che in quelli asintomatici.
Nell’ambito della positività del test sierologico è importante conoscere le classi delle IG sviluppate, ovvero se IgG o IgM distinte, così da permettere una stadiazione dell’infezione e assicurare verifiche diagnostiche più mirate.
Poiché la risposta sierologica delle IgG dovrebbe essere di lunga durata, la valutazione di una risposta anticorpale IgG appare idonea ai fini dello screening della popolazione per stimare l’entità dell’infezione ed eventualmente per valutare l’incidenza e l’efficacia delle misure di prevenzione. Inoltre il valore di tali informazioni nella “fase 2 della pandemia” è fondamentale per ridurre il rischio di discontinuità nel funzionamento di tutte le attività produttive del Paese pubbliche e private e anche per la serenità e consapevolezza dei cittadini e di chi ci governa nel modulare le misure più appropriate di cautela sulla base dei dati acquisiti.
La risposta sierologica delle IgM invece corrisponde ad una infezione che potrebbe essere in una fase recente, per cui ulteriori approfondimenti diagnostici con tampone e conseguenti misure di isolamento potrebbero rendersi necessarie.
Molti studi stanno aiutando a comprendere le reazioni immunologiche e diverse pubblicazioni stanno documentando con prove scientifiche la capacità immunizzante degli anticorpi stessi e la loro permanenza nell’individuo che è venuto a contatto con il virus. Si riscontrano inoltre tamponi parzialmente positivi, o incompleti frammenti virali, in pazienti clinicamente guariti e con anticorpi sviluppati.
Se vogliamo che i test sierologici possano in tempi rapidi e con successo esprimere appieno il loro potenziale, è importante garantire ai pazienti un percorso diagnostico rapido e che minimizzi o eviti del tutto gli isolamenti non necessari. Tutto ciò anche alla luce delle nuove linee guida OMS che incoraggiano un adeguamento dei protocolli nella direzione di allentare le misure restrittive.