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Consulcesi & Partners: così funziona per i medici il riscatto della laurea 2020

Consulcesi & Partners: così funziona per i medici il riscatto della laurea 2020

  

di Redazione

Roma. 19 Febbraio 2020 – “Boom di richieste da parte dei medici per il supporto nell’avvio dell’iter di riscatto della laurea in medicina e degli anni di specializzazione post universitaria”. Lo registra il network legale Consulcesi & Partners a seguito delle novità introdotte dall’Inps. A pochi giorni dall’entrata in vigore della circolare Inps, Consulcesi & Partners ha registrato “centinaia di richieste di medici sui termini e le modalità per il riscatto della laurea, segno del forte interesse da parte di questa categoria”. Secondo quanto riferisce l’AdnKronos Salute le nuove norme “potrebbero rappresentare un importante strumento per molti medici e operatori sanitari per programmare un ritiro dal lavoro in tempi congrui e dignitosi, che consentirebbero, qualora ci fossero i presupposti, di accedere alla pensione anticipatamente”, sottolinea Consulcesi & Partners in una nota. Con la circolare numero 6 del 22 gennaio 2020, l’Inps amplia considerevolmente la platea dei possibili beneficiari del riscatto di laurea: estende il diritto anche a coloro che hanno conseguito il titolo di studio prima del 1996, o a cavallo di quell’anno ed elimina i vecchi limiti d’età a 45 anni.

Facciamo chiarezza per i medici. “Se un medico che inizia a lavorare a trent’anni non riscatta la laurea, i 38 anni della quota 100 ma anche i 42 anni, li raggiunge oltre i 67 anni. Quindi – secondo Consulcesi & Partners – è del tutto evidente che, per chi ha una carriera lunga e vuole assicurarsi la possibilità di andare in pensione ad una età non troppo tarda, e programmare un’uscita dal lavoro che non sia intorno ai 70 anni, il riscatto della laurea è importante”.

Come funziona il riscatto della laurea per i medici? “È possibile riscattare fino a cinque anni di studi universitari, compresi gli anni di specializzazione medica, versando la somma di 5.260 euro per ciascun anno – rispondono gli esperti di Consulcesi & Partners – anche per coloro che abbiano conseguito il titolo di studi prima del 1996, ma a condizione che il medico abbia: meno di 18 anni di contributi versati prima del 31 dicembre 1995; almeno 15 anni di contributi complessivamente versati al momento della prestazione della domanda di riscatto; almeno 5 anni accantonati dopo il 1996 (con il sistema contributivo)”. L’Inps ha anche chiarito che la facoltà di riscatto agevolato potrà essere richiesta contestualmente alla domanda di pensione nel caso di accessi anticipati che comportino, anche indirettamente il ricalcolo contributivo dell’assegno. “Si deve ricordare che l’opzione per il calcolo contributivo della pensione deve intendersi irrevocabile sia se esercitata al momento del pensionamento, sia se esercitata nel corso della vita lavorativa quando produce effetti sostanziali. Il pagamento potrà essere liquidato in un’unica soluzione, oppure dilazionato fino a 120 rate mensili”, precisano gli esperti.

Come avviene il calcolo? “Condizione essenziale per poter accedere al sistema del riscatto agevolato è che il lavoratore, che voglia far considerare gli anni di studio antecedenti al 1996, opti per la liquidazione dell’assegnazione della pensione con il solo metodo contributivo. In altre parole, con i versamenti in misura fissa, indipendentemente dal livello di reddito o dallo stato occupazionale, si potranno coprire gli anni scoperti da contribuzione nel diritto, ma non anche nella misura – prosegue la nota – Fino al 31 dicembre 1995, infatti, il sistema di calcolo della pensione è retributivo, mentre dopo diventa contributivo. Ebbene, gli anni riscattati per motivi di studio ante 1996 saranno considerati dall’Inps ai fini pensionistici sono nel regime contributivo, in deroga al sistema di calcolo tradizionale”.

Il riscatto agevolato ed ‘opzione donna’. “La circolare si occupa anche delle lavoratrici che abbiamo maturato i requisiti per l’anticipo pensionistico ‘opzione donna’, che prevede comunque la conversione del metodo contributivo – conclude Consulcesi & Partners – Le lavoratrici che abbiano raggiunto il requisito anagrafico per accedere al pensionamento con l’’opzione donna’, ovvero 59 anni per le lavoratrici autonome a fronte dei 58 per quelle dipendenti, possono quindi incrementare l’altro requisito richiesto dei 35 anni di anzianità contributiva, eventualmente non ancora raggiunto, usufruendo del riscatto di laurea in forma agevolata calcolato con il metodo a percentuale”.

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