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BADANTI ESTERE, LA STRETTA DELL’EMILIA PER IL RIENTRO

Badanti estere

C’è apprensione per le badanti estere che ritorneranno in Italia dopo le ferie.

Nonostante le frontiere dell’Italia siano state riaperte si deve mantenere alta l’allerta per il rischio di contagio sia degli italiani che ritornano in patria dopo essere stati in viaggio per lavoro o vacanza sia per tutti gli stranieri che arrivano in Italia.

Qualcosa però nel cordone sanitario non sta funzionando ed infatti giungono alle cronache notizie di molti focolai nati da lavoratori stranieri da poco rientrati in Italia dopo un periodo all’estero.

Particolare attenzione da parte deve essere posto per quanto riguarda la categoria del personale che assiste gli anziani svolgendo un lavoro particolarmente delicato e di grande impatto sociale, perché avviene direttamente a contatto con gli anziani. Per far fronte a questa problematica l’Emilia-Romagna ha varato un piano fortemente voluto dall’assessore alla Salute Raffaele Donini.

Un passo necessario, spiegano dall’assessorato regionale alla Salute, dettato anche dalla consapevolezza che la percentuale dei positivi negli ultimi 30 giorni relativa ai rientri dall’estero è pari a circa l’11%, e che tra queste ci sono naturalmente anche le assistenti familiari.

Il piano messo a punto dalla governance regionale prevede che le badanti estere debbano dichiarare alle Aziende sanitarie di riferimento il loro ingresso in Italia.

Fatta questa comunicazione, all’arrivo in Italia – sia negli aeroporti che nelle autostazioni scatta il tampone naso-faringeo, che sarà praticato da personale sanitario. Se l’arrivo in Italia avverrà con modalità diverse da queste, sarà cura della stessa assistente familiare o della famiglia presso cui presta servizio, comunicare all’Ausl l’arrivo e le relative modalità.

Se il tampone risulta positivo, scatta l’isolamento nelle strutture alberghiere messe a disposizione dalle Aziende Sanitarie locali o il ricovero ospedaliero, sulla base delle condizioni cliniche della persona. Se il tampone sarà negativo, rimane l’obbligo di isolamento domiciliare per 14 giorni, ma con un rigoroso protocollo di sicurezza da verificare con controlli a campione. Non solo.

E’ previsto anche un secondo tampone di verifica, che sarà effettuato dopo 7-10 giorni dal primo, per avere conferma dell’esito.

Però non sempre è possibile per questi lavoratori l’isolamento domiciliare visto che molto spesso vivono nelle stesse abitazioni dei loro assistiti, per questo la regione metterà a disposizione dei posti in alberghi convenzionati dove trascorrere l’isolamento.

Thomas Riccardo

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