Sangue. Sempre meno carenze estive grazie alla generosità di tutti i donatori

Sangue. Sempre meno carenze estive

grazie alla generosità di tutti i donatori

di Redazione

Roma. 11 Settembre 2019 – Secondo i dati riportati dal Centro Nazionale Sangue nei mesi di luglio e di agosto 2019 sono state 4.421 le richieste di sacche di sangue attraverso la bacheca Sistra, il Sistema Informativo dei Servizi Trasfusionali attraverso cui viene gestita la compensazione interregionale. Si tratta di 410 unità in meno rispetto all’anno precedente, (corrispondente a una diminuzione di circa il 10%) che aveva registrato a sua volta un netto calo rispetto al 2017 (-8.811 emazie). Continua quindi il trend positivo per i mesi estivi, che sono tradizionalmente i più delicati per il sistema sangue, soprattutto per le alte temperature che rendono più difficile la donazione di sangue per chi ha la pressione bassa e per le ferie che spingono i donatori periodici a lasciare la propria città di residenza. La conferma del trend positivo dell’estate fa il paio con i risultati migliori ottenuti dal sistema sangue nei mesi di gennaio e febbraio 2019, mesi in cui si registrano solitamente carenze legate soprattutto al picco influenzale.

È un trend positivo – commenta il direttore generale del Centro nazionale sangue Giancarlo Liumbruno – il cui merito va ascritto alla grande generosità dei donatori, che hanno risposto ai numerosi appelli, non ultimo quello del ministro Giulia Grillo, in occasione dello scorso World Blood Donor Day, di andare a donare prima di partire per ferie”. I dati sono stati presentati durante il convegno nazionale sulla donazione del Sangue organizzato oggi a Napoli dalla Croce Rossa Italiana, nel corso di una lectio magistralis tenuta dallo stesso Liumbruno. L’autosufficienza del sangue e dei suoi prodotti, ha ricordato Liumbruno presentando i dati di attività del 2018, è non frazionabile, sovraaziendale e sovraregionale in accordo con i principi etici e di solidarietà alla base del nostro sistema. L’attività di raccolta associativa è strategica, e vale un terzo del sangue raccolto (circa un milione di unità) ed è indispensabile per poter assicurare quotidianamente la terapia trasfusionale a oltre 1.800 pazienti e i medicinali plasmaderivati a migliaia di pazienti.

Road map car-t, Prospettive attuali e future dell’uso delle car-t in Italia – Palermo

La leucemia linfoblastica acuta e il linfoma diffuso a grandi cellule sono patologie che nei pazienti reffrattari alle terapie oggi disponibili danno un’aspettativa di vita molto bassa o nulla. La ricerca in quest’area ha portato a un punto di svolta tale per cui, per questi pazienti con prognosi infausta, si aprono scenari di cambiamento radicale attraverso le terapie cosiddette CAR-T di prossima introduzione. La gestione organizzativa di questa innovazione va di pari passo con la complessità di produzione e di somministrazione del processo di cura. Se da un lato infatti questi strumenti terapeutici saranno personalizzati al singolo paziente, i processi organizzativi che riguardano l’intero percorso di cura richiedono una standardizzazione ed una formazione del personale specifica e da costruire in dettaglio. Mai come in questo caso l’affermazione visionaria del Professor Liberati rappresenta la grande sfida da affrontare oggi. Questo comporterà per i sistemi di valutazione nazionali un cambio di prospettiva che dovrebbe considerare un percorso di cura dedicato (per esempio attraverso un DRG ad hoc) tale da consentire alle istituzioni regionali un sistema di rendicontazione specifico e semplificato, che non crei problematiche nel normale processo di mobilità tra regioni. Le Istituzioni regionali a loro volta avranno l’onere di individuare nella loro rete di servizi ospedalieri, i centri con strutture adatte a prestare queste cure, individuando il percorso necessario a formare le persone dedicate, con protocolli organizzativi condivisi tra centri arruolatori e centri gestori dei pazienti.
Le aziende sanitarie Ospedaliere, terminale di prima linea della filiera, saranno chiamate a un cambio di prospettiva nella formazione del personale che dovrà gestire le cure assistenziali, individuando anche team e spazi appositi. Per creare un sistema assistenziale snello, di rapido accesso e soprattutto sicuro per il paziente, lo scambio di informazioni e di idee tra regioni, tra centri ospedalieri in partnership con le aziende produttrici della tecnologia sanitaria diventa un passaggio che si potrebbe dire più che auspicabile, obbligato. La conseguenza logica potrebbe essere la creazione di una rete interregionale dedicata alla cura di questi pazienti con queste terapie attraverso protocolli condivisi. Una partnership pubblico-privato per affrontare la complessità di questa sfida rappresenta quindi un passaggio obbligato, se davvero si vuole mettere il paziente al centro del sistema assistenziale, dando rapidamente accesso ai pazienti che possono beneficiare di questa vera innovazione. Per dare risposte concrete a questi punti, di fronte ad un’innovazione di tale livello, sarà fondamentale la discussione attraverso workshop regionali dedicati tra i Key Stakeholders per poter assumere le migliori decisioni operative che rendano il sistema efficace e sostenibile.

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Il futuro del sistema sanitario piemontese, dal piano di rientro al futuro della sanità in Regione Piemonte

Si apre una nuova stagione per la sanità piemontese. Con i conti in equilibrio permangono fondamentali nodi da sciogliere per ottimizzare l’offerta socio sanitaria ai cittadini piemontesi. L’adeguamento della pianta organica, l’azzeramento della mobilità passiva, una riorganizzazione della rete ospedaliera basata sull’appropriatezza e non sull’austerità, la soluzione non ideologica della costruzione delle due Città della Salute, la riduzione delle liste d’attesa, una razionale politica del farmaco e dei dispositivi e un rapporto sinergico con la sanità privata sono irrinunciabili per un rilancio della sanità regionale. Al tutto va aggiunta la necessità del disegno di un modello della presa in carico del paziente cronico che necessariamente deve vedere la partecipazione di tutti gli attori pubblici e privati, a partire dai medici di medicina generale, e prevedere la stretta connessione con la componente socio sanitaria gravante su questi pazienti anziani patologicamente plurifattoriali. Di tutto questo si parlerà nell’evento organizzato da Motore Sanità l’8 Luglio 2019.

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Road map car-t, Prospettive attuali e future dell’uso delle car-t in Italia – Torino

La leucemia linfoblastica acuta e il linfoma diffuso a grandi cellule sono patologie che nei pazienti reffrattari alle terapie oggi disponibili danno un’aspettativa di vita molto bassa o nulla. La ricerca in quest’area ha portato a un punto di svolta tale per cui, per questi pazienti con prognosi infausta, si aprono scenari di cambiamento radicale attraverso le terapie cosiddette CAR-T di prossima introduzione. La gestione organizzativa di questa innovazione va di pari passo con la complessità di produzione e di somministrazione del processo di cura. Se da un lato infatti questi strumenti terapeutici saranno personalizzati al singolo paziente, i processi organizzativi che riguardano l’intero percorso di cura richiedono una standardizzazione ed una formazione del personale specifica e da costruire in dettaglio. Mai come in questo caso l’affermazione visionaria del Professor Liberati rappresenta la grande sfida da affrontare oggi. Questo comporterà per i sistemi di valutazione nazionali un cambio di prospettiva che dovrebbe considerare un percorso di cura dedicato (per esempio attraverso un DRG ad hoc) tale da consentire alle istituzioni regionali un sistema di rendicontazione specifico e semplificato, che non crei problematiche nel normale processo di mobilità tra regioni. Le Istituzioni regionali a loro volta avranno l’onere di individuare nella loro rete di servizi ospedalieri, i centri con strutture adatte a prestare queste cure, individuando il percorso necessario a formare le persone dedicate, con protocolli organizzativi condivisi tra centri arruolatori e centri gestori dei pazienti.
Le aziende sanitarie Ospedaliere, terminale di prima linea della filiera, saranno chiamate a un cambio di prospettiva nella formazione del personale che dovrà gestire le cure assistenziali, individuando anche team e spazi appositi. Per creare un sistema assistenziale snello, di rapido accesso e soprattutto sicuro per il paziente, lo scambio di informazioni e di idee tra regioni, tra centri ospedalieri in partnership con le aziende produttrici della tecnologia sanitaria diventa un passaggio che si potrebbe dire più che auspicabile, obbligato. La conseguenza logica potrebbe essere la creazione di una rete interregionale dedicata alla cura di questi pazienti con queste terapie attraverso protocolli condivisi. Una partnership pubblico-privato per affrontare la complessità di questa sfida rappresenta quindi un passaggio obbligato, se davvero si vuole mettere il paziente al centro del sistema assistenziale, dando rapidamente accesso ai pazienti che possono beneficiare di questa vera innovazione. Per dare risposte concrete a questi punti, di fronte ad un’innovazione di tale livello, sarà fondamentale la discussione attraverso workshop regionali dedicati tra i Key Stakeholders per poter assumere le migliori decisioni operative che rendano il sistema efficace e sostenibile.

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Giornate oncologiche mediterranee i percorsi dell’innovazione

La Campania è da sempre regione di eccellenze in ambito oncologico: le Università, i centri di ricerca ad alta specializzazione, gli ospedali territoriali, con tutti i servizi di cure oncologiche annessi, sono infatti all’avanguardia nella cura dei tumori. Da qualche anno la Regione Campania, per rispondere alla crescente domanda di salute dei propri cittadini, si sta impegnando nell’innovare questa complessa rete di enti, ospedali e professionisti. La conseguenza operativa principale di questo obiettivo è quella di creare una moderna rete all’interno della quale far lavorare tutti i professionisti in campo, mettendo a fattor comune competenze, modelli assistenziali virtuosi, analisi di dati. E’ così che l’istituzione della Rete Oncologica Campana (ROC), la cui governance è organizzata secondo il modello Hub & Spoke, riflette la necessità di uniformare le cure assistenziali, ricercando il giusto equilibrio tra accentramento e decentramento, competenze cliniche ed amministrative, tenendo fermo il principio di prossimità dei servizi al paziente malato. Implementando questo disegno organizzativo, l’IRCCS “G. Pascale”, che già riveste un ruolo guida all’interno della ROC, si è fatto promotore di un’unione di intenti tra reti oncologiche presenti nel Mezzogiorno, che ha portato alla nascita di un consorzio dotato di propria personalità giuridica, dal nome evocativo di AMORe (Alleanza Mediterranea Oncologica in Rete). L’ulteriore obiettivo è quello di creare una rete delle reti con la convinzione che la quantità di output generati da un sistema di questo tipo sia maggiore della somma degli output generati dalle singole reti che lo compongono. Infatti in un momento di così grande fermento dal punto di vista dell’innovazione tecnologica (farmaci e dispositivi), una struttura così allargata è certamente più moderna, snella e meglio predisposta a ricevere l’innovazione stessa, così come a gestirne le ricadute cliniche ed organizzative. Ma solo attraverso una comunicazione efficace e trasparente, i cittadini potranno comprendere il valore ed i vantaggi di un sistema allargato ma coeso di questo tipo, trovando con più facilità i percorsi assistenziali efficienti nei propri territori tali da evitare, il fenomeno della mobilità passiva che spesso porta il paziente ad inutili viaggi della speranza.

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Road map car-t, Prospettive attuali e future dell’uso delle car-t in Italia – Milano

 

La leucemia linfoblastica acuta e il linfoma diffuso a grandi cellule sono patologie che nei pazienti reffrattari alle terapie oggi disponibili danno un’aspettativa di vita molto bassa o nulla. La ricerca in quest’area ha portato a un punto di svolta tale per cui, per questi pazienti con prognosi infausta, si aprono scenari di cambiamento radicale attraverso le terapie cosiddette CAR-T di prossima introduzione. La gestione organizzativa di questa innovazione va di pari passo con la complessità di produzione e di somministrazione del processo di cura. Se da un lato infatti questi strumenti terapeutici saranno personalizzati al singolo paziente, i processi organizzativi che riguardano l’intero percorso di cura richiedono una standardizzazione ed una formazione del personale specifica e da costruire in dettaglio. Mai come in questo caso l’affermazione visionaria del Professor Liberati rappresenta la grande sfida da affrontare oggi. Questo comporterà per i sistemi di valutazione nazionali un cambio di prospettiva che dovrebbe considerare un percorso di cura dedicato (per esempio attraverso un DRG ad hoc) tale da consentire alle istituzioni regionali un sistema di rendicontazione specifico e semplificato, che non crei problematiche nel normale processo di mobilità tra regioni. Le Istituzioni regionali a loro volta avranno l’onere di individuare nella loro rete di servizi ospedalieri, i centri con strutture adatte a prestare queste cure, individuando il percorso necessario a formare le persone dedicate, con protocolli organizzativi condivisi tra centri arruolatori e centri gestori dei pazienti.
Le aziende sanitarie Ospedaliere, terminale di prima linea della filiera, saranno chiamate a un cambio di prospettiva nella formazione del personale che dovrà gestire le cure assistenziali, individuando anche team e spazi appositi. Per creare un sistema assistenziale snello, di rapido accesso e soprattutto sicuro per il paziente, lo scambio di informazioni e di idee tra regioni, tra centri ospedalieri in partnership con le aziende produttrici della tecnologia sanitaria diventa un passaggio che si potrebbe dire più che auspicabile, obbligato. La conseguenza logica potrebbe essere la creazione di una rete interregionale dedicata alla cura di questi pazienti con queste terapie attraverso protocolli condivisi. Una partnership pubblico-privato per affrontare la complessità di questa sfida rappresenta quindi un passaggio obbligato, se davvero si vuole mettere il paziente al centro del sistema assistenziale, dando rapidamente accesso ai pazienti che possono beneficiare di questa vera innovazione. Per dare risposte concrete a questi punti, di fronte ad un’innovazione di tale livello, sarà fondamentale la discussione attraverso workshop regionali dedicati tra i Key Stakeholders per poter assumere le migliori decisioni operative che rendano il sistema efficace e sostenibile.

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Road map car-t, Prospettive attuali e future dell’uso delle car-t in Italia – Roma

La leucemia linfoblastica acuta e il linfoma diffuso a grandi cellule sono patologie che nei pazienti reffrattari alle terapie oggi disponibili danno un’aspettativa di vita molto bassa o nulla. La ricerca in quest’area ha portato a un punto di svolta tale per cui, per questi pazienti con prognosi infausta, si aprono scenari di cambiamento radicale attraverso le terapie cosiddette CAR-T di prossima introduzione. La gestione organizzativa di questa innovazione va di pari passo con la complessità di produzione e di somministrazione del processo di cura. Se da un lato infatti questi strumenti terapeutici saranno personalizzati al singolo paziente, i processi organizzativi che riguardano l’intero percorso di cura richiedono una standardizzazione ed una formazione del personale specifica e da costruire in dettaglio. Mai come in questo caso l’affermazione visionaria del Professor Liberati rappresenta la grande sfida da affrontare oggi. Questo comporterà per i sistemi di valutazione nazionali un cambio di prospettiva che dovrebbe considerare un percorso di cura dedicato (per esempio attraverso un DRG ad hoc) tale da consentire alle istituzioni regionali un sistema di rendicontazione specifico e semplificato, che non crei problematiche nel normale processo di mobilità tra regioni. Le Istituzioni regionali a loro volta avranno l’onere di individuare nella loro rete di servizi ospedalieri, i centri con strutture adatte a prestare queste cure, individuando il percorso necessario a formare le persone dedicate, con protocolli organizzativi condivisi tra centri arruolatori e centri gestori dei pazienti.
Le aziende sanitarie Ospedaliere, terminale di prima linea della filiera, saranno chiamate a un cambio di prospettiva nella formazione del personale che dovrà gestire le cure assistenziali, individuando anche team e spazi appositi. Per creare un sistema assistenziale snello, di rapido accesso e soprattutto sicuro per il paziente, lo scambio di informazioni e di idee tra regioni, tra centri ospedalieri in partnership con le aziende produttrici della tecnologia sanitaria diventa un passaggio che si potrebbe dire più che auspicabile, obbligato. La conseguenza logica potrebbe essere la creazione di una rete interregionale dedicata alla cura di questi pazienti con queste terapie attraverso protocolli condivisi. Una partnership pubblico-privato per affrontare la complessità di questa sfida rappresenta quindi un passaggio obbligato, se davvero si vuole mettere il paziente al centro del sistema assistenziale, dando rapidamente accesso ai pazienti che possono beneficiare di questa vera innovazione. Per dare risposte concrete a questi punti, di fronte ad un’innovazione di tale livello, sarà fondamentale la discussione attraverso workshop regionali dedicati tra i Key Stakeholders per poter assumere le migliori decisioni operative che rendano il sistema efficace e sostenibile.

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La presa in carico integrata del paziente psichiatrico nel dipartimento di salute mentale la realtà della Puglia

La legge 180 ha abolito, unica al mondo, i manicomi demandando ai servizi territoriali, ai reparti psichiatrici ospedalieri e alle famiglie l’onere e il compito di gestire i pazienti psichiatrici. Per realizzare tale obbiettivo è importante che i dipartimenti psichiatrici, caso emblematico la gestione acuta e cronica del paziente schizofrenico, lavorino coordinati all’interno di una rete che dia risposte efficaci dalla gestione della crisi alla riabilitazione del paziente stesso aiutando il gravoso compito delle famiglie e supportando anche economicamente i vari attori del sistema. Il convegno vuole evidenziare i punti di forza e criticità dei servizi psichiatrici del territorio con particolare attenzione alla schizofrenia, malattia simbolo sociale della clinica psichiatrica.

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Road map car-t, Prospettive attuali e future dell’uso delle car-t in Italia-Firenze

La legge 180 ha abolito, unica al mondo, gli ospedali psichiatrici demandando ai servizi territoriali, ai reparti psichiatrici ospedalieri e alle comunità locali il compito di gestire le persone con problemi di salute mentale.
Per realizzare tale obbiettivo è importante che i dipartimenti di salute mentale lavorino coordinati all’interno di una rete che dia risposte efficaci dalla gestione della crisi alla riabilitazione del paziente stesso sostenendo il ruolo delle famiglie e supportando i vari attori del sistema.
Il convegno vuole evidenziare i punti di forza e criticità dei servizi di salute mentale operanti nella comunità, con particolare riferimento alle condizioni delle persone con disturbo schizofrenico e alla loro presa in carico precoce.

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La presa in carico integrata della persona con problemi di salute mentale nei dsm della Toscana

La legge 180 ha abolito, unica al mondo, gli ospedali psichiatrici demandando ai servizi territoriali, ai reparti psichiatrici ospedalieri e alle comunità locali il compito di gestire le persone con problemi di salute mentale.
Per realizzare tale obbiettivo è importante che i dipartimenti di salute mentale lavorino coordinati all’interno di una rete che dia risposte efficaci dalla gestione della crisi alla riabilitazione del paziente stesso sostenendo il ruolo delle famiglie e supportando i vari attori del sistema.
Il convegno vuole evidenziare i punti di forza e criticità dei servizi di salute mentale operanti nella comunità, con particolare riferimento alle condizioni delle persone con disturbo schizofrenico e alla loro presa in carico precoce.

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