Psoriasi, ancora molti pazienti non si sottopongono a trattamenti adeguati per scarsa informazione. La Sicilia punta a programmi di intervento per rispondere ai loro bisogni

Palermo, 31 marzo 2023 – Fa tappa in Sicilia la road map “PSORIASI IO LA VIVO SULLA MIA PELLE, MA TU SAI COSA VUOL DIRE?” organizzata da Motore Sanità, con l’obiettivo di fare incontrare clinici, farmacisti, associazioni, istituzioni e fare il punto sulla psoriasi, malattia infiammatoria della pelle, non contagiosa, autoimmune, genetica e recidiva che porta con sé un peso sociale, psicologico ed economico non indifferente. In Sicilia si stimano 140.000-170.000 pazienti con psoriasi (sono circa 2,5 milioni in Italia con una prevalenza del 3-4%) di cui 34mila con psoriasi grave.

L’evento scientifico segna un mirabile collegamento tra l’iniziativa formativa multiregionale giunta a Palermo e i programmi di intervento dell’Assessorato per la Salute in materia di psoriasi – spiegaSalvatore Requirez, Direttore Generale del Dipartimento Attività Sanitarie ed Osservatorio Epidemiologico, Regione Siciliana -. È intenzione del Dipartimento che dirigo, avviare nelle prossime settimane un tavolo tecnico, la cui composizione è in corso. La psoriasi è una patologia importante, dal considerevole impatto sociale, che incide sulla qualità di vita dei pazienti ai quali siamo obbligati ad offrire uguale accessibilità alle cure, di omogeneo livello, puntando sull’allineamento dei servizi alle evidenze scientifiche. Per questo serve un’oculata distribuzione dei presidi specialistici, un efficace programma di formazione degli operatori, un costante aggiornamento sui risultati dei vari approcci terapeutici nonché un’attenta prevenzione delle patologie cronico degenerative (sistema cardiovascolare, osteoarticolare, etc.) che sono collegate alla storia naturale della patologia e rendono più complessi i casi sotto il profilo assistenziale ed economico”.

L’impatto della psoriasi, associata a diverse comorbidità, abbinato al peso dei sintomi e alle implicazioni psicologiche, per dover convivere con una malattia molto visibile e in alcuni casi deturpante, ha un impatto rilevante sulla vita, sulla sua qualità, sugli aspetti sociali dei pazienti e delle loro famiglie. Vengono in aiuto le nuove terapie che cambiano completamente la qualità di vita dei pazienti.  L’efficacia di bimekizumab nel trattamento della psoriasi è dimostrata da vari trial clinici e lo scorso anno, l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ne ha approvato l’uso nei pazienti adulti affetti da psoriasi moderata-grave. La pratica clinica conferma questi risultati e il farmaco è già prescrivibile in Italia. Bimekizumab appartiene ai farmaci biologici anti-IL17, ma si caratterizza rispetto alle altre molecole della stessa classe, per un meccanismo d’azione innovativo.

La psoriasi è una malattia infiammatoria della pelle, eritemato-desquamativa, cronico-recidivante, che può presentare diversi livelli di gravità da lieve a moderata a grave, quest’ultima forma affligge circa il 20% dei pazienti” spiega le caratteristiche della malattiaGiuseppe Micali, Direttore U.O.C. Dermatologia, P.O. G. Rodolico Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico “G. Rodolico-S. Marco”, Catania. “Numerose evidenze indicano la psoriasi come una malattia sistemica associata a diverse comorbidità (artrite, malattie infiammatorie croniche intestinali, sindrome metabolica, malattie cardiovascolari, disordini psichiatrici). Considerando la popolazione siciliana, si ritiene che i pazienti affetti da forme gravi siano tra i 28 e i 34mila, un numero ben più alto del numero di pazienti sottoposti a trattamenti con farmaci innovativi, confermando come un gran numero di pazienti non si sottoponga a trattamenti adeguati per una scarsa o inadeguata informazione sulla malattia”.

In evidenza i bisogni insoddisfatti delle persone con psoriasi, con Maria Letizia Musumeci, Dirigente Medico U.O.C. Dermatologia, P.O. G. Rodolico Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico “G. Rodolico-S. Marco”, di Catania. “Nonostante i benefici clinici dei farmaci biologici, esistono ancora molti unmet needs che peraltro vengono percepiti in maniera diversa dai pazienti e dagli operatori sanitari e spesso differiscono da paese a paese. Il raggiungimento di una clearance totale (PASI100) grazie a trattamenti sicuri ed efficaci nel lungo termine dotati di elevata rapidità d’azione rappresenta l’attributo con la maggiore necessità di miglioramento sia per i pazienti che per gli operatori sanitari e i decisori piuttosto che l’utilizzo di trattamenti che mirano al contenimento dei costi. Oggi le terapie biologiche più innovative, come gli inibitori dell’Interleuchina IL17, permettono di attuare cure personalizzate e innovative. Bimekizumab agisce sia sull’IL17A che sull’IL17F – due diverse interleuchine coinvolte nel processo infiammatorio che sottende la patologia – e questo rende ragione di un’ulteriore specificità di azione e di una maggiore efficacia. Questo è il valore aggiunto di bimekizumab: grazie a questo meccanismo di azione è possibile avere infatti una risposta rapida e protratta nel tempo con somministrazioni estremamente dilazionate (ogni 4 settimane per 16 settimane e poi ogni 8 settimane), con un miglioramento della compliance del paziente e dell’aderenza terapeutica”.

Per questo – aggiunge il professor Micali – serve una visione lungimirante da parte delle istituzioni che non sia legata al singolo farmaco ma ad una visione globale di una rivoluzione culturale e terapeutica che interessa le patologie infiammatorie della cute tra le quali sicuramente la psoriasi ha un ruolo primario”.

SecondoMaria Rita Bongiorno, Professore Ordinario di Dermatologia, Responsabile U.O.C. di Dermatologia e MTS A.O.U.P. “Paolo Giaccone” di Palermo, Università degli Studi di Palermo, avere più armi terapeutiche a disposizione così da permettere una personalizzazione delle terapie è importante. E ancora: “Con l’avvento dei farmaci biotecnologici sino a poco tempo fa si considerava soddisfacente un miglioramento del 75% del PASI, ma con l’avvento di terapie sempre più efficaci che raggiungono in maniera selettiva molecole bersaglio il target si è spostato a PASI90/100, cioè remissione clinica totale dei segni e dei sintomi. Nello scenario dei farmaci biologici si è affacciata una nuova molecola, che nel corso delle sperimentazioni sembra in grado di raggiungere la completa clearance della pelle alla settimana 16 e di mantenere questa risposta sino a tre anni. Intervenire tempestivamente con una terapia che mantenga la sua efficacia nel tempo consente di ridurre i costi diretti e indiretti non soltanto al paziente ma anche al servizio sanitario nazionale”.

Come garantire equo accesso alle cure innovative ai pazienti e garantire sostenibilità del servizio sanitario nazionale? La Regione Sicilianasta lavorando su diversi fronti: appropriatezza prescrittiva, quindi garantire il giusto farmaco al paziente giusto non sprecando le risorse; verifiche sui farmaci erogati di prima linea e successivi; inserimento in prontuario delle terapie velocizzando il percorso di inserimento; approvvigionamento del farmaco con la centrale unica di committenza con l’obiettivo di riuscire ad avere un percorso  velocissimo e avere in pochissimo tempo la possibilità di acquistare il farmaco. Vorremmo riuscire ad avere il farmaco acquistabile nel giro di un mese, questo è il nostro obiettivo. Vogliamo essere la prima regione a fare questo. E’ un segno di grande civiltà” ha spiegato Maurizio Pastorello, Direttore Dipartimento Farmaco Asp Palermo, che ha inoltre sottolineato l’importanza di creare reti tra i centri di riferimento ospedalieri e il territorioper garantire il miglior percorso di cura. “Una rete che risponda al concetto di multidisciplinarietà, un percorso realistico di presa in carico del paziente a 360 gradi che parta dalla realtà di ogni singola provincia del territorio”.

Valeria Corazza, Presidente APIAFCO (Associazione Psoriasici Italiani Amici della Fondazione Corazza), porta la sua testimonianza da paziente: “In quanto malattia cronica, la psoriasi richiede un’assistenza continua e permanente, una condizione che evidentemente deteriora la qualità della vita di chi ne soffre; in quanto malattia multifattoriale è spesso accompagnata da comorbidità, ossia dalla presenza contemporanea di altre patologie, e segnatamente: 1 nel 33% dei pazienti psoriasici, 2 nel 19%, 3 nell’8%. È chiaro che il paziente deve avere, da subito, una presa in carico multidisciplinare. Curare, prontamente, le comorbidità significa potere avere una buona qualità di vita e risparmiare sui costi a lungo termine. Eppure, è proprio su questa opportunità che si registrano le maggiori criticità, in primis l’accesso non equo alle cure sullo stesso territorio nazionale – imputabile alla forte eterogeneità tra le Regioni – e il sotto trattamento nonostante la disponibilità di terapie efficaci e innovative che hanno come obiettivo il PASI 100, ovvero la guarigione completa”.

Le persone con psoriasi oggi scontano ancora una scarsa attenzione al livello istituzionale, per questo è urgente inserire la patologia esplicitamente nel Piano Nazionale Cronicità – è l’appello di Sabrina Nardi, Consigliera Nazionale Salutequità -. Ciò spingerebbe le Regioni e le ASL a definire dei percorsi di presa in carico (PDTA), oggi troppo poco presenti e di livello prevalentemente ospedaliero. La Regione Sicilia potrebbe fare da apripista ad una programmazione e organizzazione dei percorsi attenta alle persone con psoriasi, anche per superare le difficoltà regionali nel recuperare i livelli di erogazione delle visite dei tempi pre-Covid, attraverso la leva dell’appropriatezza diagnostica, terapeutica, assistenziale. Salutequità infatti ha rilevato nella sua ultima analisi che nel 2022 mancavano all’appello in Sicilia il 22,46% di prime visite rispetto al 2019 e il 26,17% di visite controllo”.

Secondo Silvana Venezia, Dirigente Farmacista ASP di Trapani, il farmacista ospedaliero deve avere un ruolo attivo nei confronti di tutte le tipologie di pazienti. “Le sue funzioni principali sono cinque – spiega la dottoressa Venezia -. La prima è la valutazione dell’appropriatezza prescrittiva, chiedersi se una prescrizione rientra nelle indicazioni d’uso e cliniche e, in caso di dubbio, contattare il medico. Il secondo compito è proprio instaurare un dialogo con gli specialisti, per esempio per ricordare l’esistenza di nuovi piani terapeutici che garantiscano in potenza una migliore aderenza al trattamento. Noi dobbiamo occuparci anche della spesa farmaceutica e in questo senso è necessario rimarcare le qualità dei farmaci biosimilari. Il quarto ruolo attivo è la ricerca scientifica: in questo periodo sto raccogliendo dati real world nei pazienti con psoriasi e le prime evidenze inducono a ipotizzare che anticipare la prescrizione di farmaci biologici, seppure più costosi, potrebbe far risparmiare nel lungo periodo il Servizio sanitario nazionale (meno assenze al lavoro, migliore qualità della vita). Ma c’è la quinta funzione del farmacista, non meno importante: il rapporto umano con pazienti che soffrono anche per l’impatto psicologico come nel caso dei pazienti con psoriasi. Anche noi possiamo contribuire a dare la sensazione che l’ospedale sia davvero un luogo di cura per il corpo e la mente feriti».

Barbara Busà, Responsabile Farmacia Arnas Garibaldi PO Centro Catania ha aggiunto: “Oltre alla importante novità del PNRR che, attraverso le risorse destinate alla digitalizzazione e alla telemedicina, fornisce una prospettiva di “cura a distanza” di tutte le malattie croniche, esistono altre soluzioni per il miglioramento dei processi di gestione della psoriasi che vanno dalla ottimizzazione dei centri di distribuzione delle terapie, allo sviluppo di una maggiore integrazione con le figure professionali del territorio, per finire a linee guida regionali chiare e strutturate dei PDTA. Proprio i PDTA costituiscono lo strumento più idoneo per la programmazione, l’aggiornamento e la gestione delle patologie croniche. In tale prospettiva, il ruolo del farmacista diventa importante per la definizione di procedure off label condivise, in un contesto di situazioni spesso complesse e scarsamente normate, che lasciano grande spazio alle professionalità dei singoli ed alla integrazione multidisciplinare”.

Si ringrazia UCB Pharma per il contributo incondizionato.  

Tumore del seno metastatico, in Sicilia con Trastuzumab Deruxtecan trattate già 120 pazienti

  • Rivoluzione in Oncologia con terapie innovative: gli esperti fanno il punto in Regione Siciliana e presentano il valore clinico di Trastuzumab Deruxtecan come terapia innovativa break through nel tumore al seno metastatico HER2+. Gli esperti: “Oggi la sfida è garantire la tempestività delle terapie, la loro sostenibilità economica e favorire la gestione territoriale della cronicità, anche in ambito oncologico”.
  • Il ruolo della prevenzione: al Sud l’adesione ai programmi di screening è del 50% rispetto al Nord Italia (84%). Laccoto, Presidente VI Commissione Salute: “Partirà una grande campagna di comunicazione per sensibilizzare le donne siciliane”. CIPOMO Sicilia: “Sulla prevenzione serve attivare un percorso educazionale nelle scuole, negli ambienti lavorativi e affinare il percorso attraverso i medici di medicina generale e le associazioni di volontariato”.
  • Per rispondere alla carenza dei medici: proposte 250 borse di studio di specializzazione in più per dare risposte alle richieste di salute sempre più crescenti.

Palermo, 29 marzo 2023 – I più recenti dati inerenti Regione Sicilia restituiscono un quadro epidemiologico che registra più di 3.500 nuovi casi di tumore mammario l’anno, che equivalgono ad una incidenza di 134 nuovi casi per 100.000 abitanti con un picco di incidenza compreso tra i 70 ed i 79 anni.  Il tumore della mammella che iperesprime il recettore HER2 rappresenta circa il 15% del totale dei tumori mammari. Nel tumore al seno metastatico HER2+ l’anticorpo monoclonale farmaco-coniugato (ADC) anti-HER2 Trastuzumab Deruxtecan ha ridotto il rischio di progressione della malattia o di morte del 72% rispetto all’attuale gold standard e più che triplicato la sopravvivenza libera da progressione di malattia. In Sicilia dal 2021 ad oggi con i nuovi anticorpi farmaco coniugati-ADC sono state trattate circa 120 pazienti. Se ne parla nel corso dell’evento ANALISI DELLO SCENARIO ATTUALE E PROSPETTIVE FUTURE NEL TUMORE DELLA MAMMELLA FOCUS ON HER 2+, SICILIA, organizzato da Motore Sanità.

La sopravvivenza e la curabilità del carcinoma mammario sono fortemente correlate allo stadio e alle caratteristiche biomolecolari del tumore – spiega Vincenzo Adamo, Coordinatore della Rete Oncologica Siciliana-Re.O.S. e Molecular Tumor Board Regionale -. Nell’ambito dei sottotipi oggi noti, il carcinoma mammario HER2 +, caratterizzato da iperespressione di questo recettore, se da un lato manifesta aggressività e rapida evolutività, dall’altro lato rientra tra le forme più responsive alla target therapy. Dal 2005 con il trastuzumab, primo agente attivo, ad oggi molti altri farmaci, dagli anticorpi monoclonali alle piccole molecole inbitori tirosinochinasici, hanno cambiato la storia naturale di questo sottotipo con brillanti risultati anche in termini di sopravvivenza. Lo scenario attuale permette inoltre di superare la inevitabile resistenza biologica alle prime linee terapeutiche con l’avvento di nuovi farmaci mirati, gli anticorpi farmaco coniugati ADC, caratterizzati da un meccanismo d’azione innovativo che attraverso l’utilizzo dell’anticorpo monoclonale come linker-carrier permette al chemioterapico di colpire in maniera diretta e selettiva la cellula che esprime HER2 evitando importanti tossicità di tipo sistemico. In Sicilia dal 2021 ad oggi con i nuovi anticorpi farmaco coniugati-ADC sono state trattate circa 120 pazienti in seconda e linee più avanzate, dapprima in studi clinico-sperimentali e successivamente in programmi di EAP e CNN come importante ed innovativa opportunità”.

Trastuzumab Deruxtecan è un anticorpo farmaco-coniugato mirato contro HER2 che nello studio Destiny-Breast-03 ha dimostrato efficacia per le pazienti con cancro della mammella avanzato, ricadute dopo una precedente terapia con Trastuzumab e un Taxano o ricadute precocemente dopo trattamento adiuvante, riducendo del 36% il rischio di morte e quadruplicando il tempo mediano di sopravvivenza libero da progressione di malattia rispetto al braccio di controllo – spiega Massimiliano Spada, Coordinatore Regionale AIOM Sicilia -. Nello studio Destiny Breast-04 ha dimostrato un miglioramento statisticamente e clinicamente significativo sia della sopravvivenza libera da progressione che della sopravvivenza globale in pazienti affette da carcinoma mammario avanzato a bassi livelli di HER2, con malattia HR +/- rispetto lo standard di cura”.

La iperespressione di Her2 era originariamente un fattore prognostico sfavorevole, la cui presenza configurava una ridotta aspettativa di vita per le pazienti – prosegue Roberto Bordonaro, Presidente Eletto GOIM (Gruppo Oncologico dell’Italia Meridionale) e Direttore UOC Oncologia Medica ARNAS Garibaldi, Catania -. La disponibilità di agenti diretti verso Her2 ne ha da circa 25 anni modificato radicalmente la prognosi; gli anticorpi monoclonali prima (Trastuzumab e Pertuzumab) e le “Antibodies drug-conjugated (ADC)” (Trastuzumab emtansine prima e Trastuzumab Deruxtecan oggi) hanno contribuito ad aumentare la frazione di guarigione quando utilizzate nelle fasi precoci di malattia come trattamento adiuvante e migliorato sensibilmente l’aspettativa di vita nella malattia metastatica)“.

Francesca Catalano, Direttore Unità di Senologia dell’Azienda ospedaliera Cannizzaro di Catania sottolinea che oggi è ancora più importante il lavoro di squadra, come avviene ormai da tempo nei gruppi multidisciplinari che insistono nelle breast Unit di tutto il paese. “Quando vediamo una paziente già studiata con esami strumentali completi e istologico con assetto immunoistochimico completo, pur avendo in mente il percorso terapeutico da stabilire, abbiamo l’obbligo di confrontarsi in ambito multidisciplinare.  Tumori piccoli possono beneficiare dell’uso di un anticorpo coniugato prima della chirurgia. Dovremmo adesso fare attenzione anche agli Her 2 1+ meglio identificati come Her2 low che possono essere suscettibili di cure innovative con risultati, come si evince dagli studi clinici, sorprendenti. In qualità di presidente della Commissione senologica dell’assessorato della salute della regione Siciliana mi auguro di poter uniformare i trattamenti per le pazienti siciliane in tutte le breast Unit. Questi eventi devono essere utili a sensibilizzare le istituzioni affinché si possa investire sulla salute dei cittadini“. 

Secondo Maria Pia Salanitro, Direttore UOC Farmacia Ospedaliera ASP Ct, “Oggi la sfida è quella di garantire la tempestività delle terapie, la loro sostenibilità economica e favorire la gestione territoriale della cronicità, anche in ambito oncologico. Il DM77 – spiega Salanistro – intende rimodulare il modello di assistenza territoriale, rinnovando i servizi e l’organizzazione in una logica di reale vicinanza al paziente. In questo scenario, il farmacista ospedaliero può essere il punto di collegamento tra pazienti, equipe medica e organizzazione delle cure? Decisamente sì: egli deve inserirsi quale componente del team multidisciplinare della Centrale organizzativa territoriale (COT), assumendosi la responsabilità di essere trait d’union tra ospedali e servizi territoriali, assicurando la governance dei dati sanitari e degli outcome clinici e promuovendo quella che viene definita “pharmaceutical-care”.

Di fronte alla complessità dell’oncologia c’è un bisogno di salute sempre più alto. Così Giuseppe Laccoto, Presidente VI Commissione Salute, Servizi Sociali e Sanitari ARS Assemblea Regionale Siciliana. “Stiamo attivandoci per quanto riguarda l’acquisto di nuovi strumenti diagnostici che possano dare risposte immediate, come la tomografia, la tomosintesi, l’ecografia 3D, e quei mezzi che riescono a dare con certezza le diagnosi che possono salvare le vite umane. Come Commissione daremo inoltre molta attenzione alla prevenzione, puntando soprattutto sul territorio. Un dato su tutti: oggi solo il 50% delle donne aderiscono ai programmi di screening; dobbiamo fare comprendere che sono importanti, l’unico mezzo per salvare vite umane.Stiamo lanciando una grande campagna di comunicazione per sensibilizzare le donne siciliane”.

Sulla carenza di medici, il Presidente Laccoto ha inoltre aggiunto: “Abbiamo proposto 250 borse di studio di specializzazione in più per quelle specialità che oggi mancano alla sanità, per esempio i radiologi, i radiologi interventisti, gli anestesisti, i cardiologi, figure che devono essere incrementate per dare risposte alle richieste di salute che arrivano sempre di più dai cittadini, in un momento in cui vi è una carenza di medici a livello nazionale ma principalmente a livello regionale”.

Come è evidente non c’è solo la terapia innovativa interviene Stefano Vitello, Coordinatore Regionale CIPOMO Sicilia -. C’è la promozione dei corretti stili di vita per ridurre le possibilità di sviluppare i tumori (sono in aumento sovrappeso e obesità per colpa di una dieta ricca di zuccheri e grassi e per scarsa attività fisica) e c’è l’attività di screening, appunto, per individuare per tempo i casi di tumore. Al Sud sono ancora poche le donne che aderiscono ai programmi di screening e in generale la popolazione. Se al Nord la percentuale di adesione arriva all’84%, al Sud è solo del 50%; le ragioni sono diverse: dalla lontananza dai centri di screening al timore della popolazione più a rischio (50-69 anni) di sottoporsi ai controlli. Possiamo migliorare notevolmente tutto questo: sollecitando e invogliando le persone ad aderire compiutamente e convintamente agli screening, attivando un percorso educazionale nelle scuole, negli ambienti lavorativi e di aggregazione giovanile e affinando il percorso attraverso i medici e le associazioni di volontariato. La salute è un bene prezioso che richiede responsabilità di tutti, delle istituzioni e dei cittadini”.  

Europa Donna Italia da sempre tutela i diritti delle donne alla prevenzione per la diagnosi precoce e alla cura del tumore al seno nei centri di senologia multidisciplinari. “Oggi le pazienti con tumore al seno early HER 2 + e con tumore al seno metastatico HER 2 + possono usufruire di terapie sempre più efficaci e con modalità di somministrazione sempre più rispettose della qualità di vita e del tempo impiegato nella gestione del proprio percorso terapeutico – spiega Carmela Amato, Referente Europa Donna Sicilia -. Le associazioni di volontariato sono chiamate a nuove sfide, dato che si aprono nuove prospettive anche nell’organizzazione delle strutture sanitarie territoriali che potrebbero essere chiamate a gestire parte del percorso della paziente con tumore al seno early e metastatico. Una donna potrà, così, accedere ai servizi territoriali e usufruire delle migliori terapie, sempre coordinate dal centro di senologia multidisciplinare di riferimento, in ambienti dedicati nelle strutture territoriali o anche al proprio domicilio, ottimizzando il proprio tempo, la risorsa più importante per una donna che si trova ad affrontare un cancro al seno“.   

Secondo Tania Pensabene, Coordinatrice Regionale Tribunale Diritti del Malato – Cittadinanzattiva “appare opportuno un’evoluzione degli aspetti regolatori e una modifica delle condizioni di accessibilità previste dalle norme attuali al fine di garantire l’accesso appropriato ai farmaci mirati. Per dare a tutti i pazienti le medesime opportunità, evitando discriminazioni geografiche o economiche, crediamo che, a fronte di scenari in evoluzione è fondamentale che i cittadini ne siano consapevoli, sappiano far valere i propri diritti e siano vigili e primi attori del cambiamento. Vogliamo prima di tutto informare il paziente sui suoi diritti e consolidare il suo protagonismo attraverso la partecipazione consapevole ed attiva a tutte le decisioni che riguardano il suo percorso di cura, che metta al centro il singolo paziente sia dal punto di vista terapeutico sia dal punto di vista della qualità della vita. Inoltre, oggi possiamo contare fortunatamente anche su “terapie oncologiche mirate” attraverso l’esecuzione di test che individuano la presenza di eventuali alterazioni genetiche che possono essere bersaglio proprio di queste terapie, garantendo allo stesso tempo un importante livello di appropriatezza terapeutica”.

Si ringrazia Daiichi-Sankyo e AstraZeneca per il contributo incondizionato.