La diagnostica cambia faccia: sempre più personalizzata, precisa

Tivoli 14 luglio 2022Disruptive technology in radiologia, intelligenza artificiale e applicazioni in radiologia e infine l’HTA e l’innovazione dirompente. Temi affascinanti e attuali che sono stati approfonditi nella seconda giornata della “MIDSUMMER SCHOOL 2022 – Disruptive technology e medicina di precisione” di Motore Sanità, organizzata con il contributo incondizionato di Technogenetics, Abbott, Becton Dickinson, Siemens Healthineers e Stago Italia.

Roberto Grassi, Presidente Fondazione SIRM ha spiegato il senso della disruptive technology in radiologia: “La metodica che per tanti anni è sembrata la cenerentola del servizio sanitario nazionale cioè l’ecografia, grazie alla gratuità del nostro sistema, rappresenta la prima immagine su cui costruire la diagnosi. Le nuove disponibilità in campo clinico di sonde fino a 70mghz consente di discernere addirittura le più piccole strutture vascolari. Abbiamo finalmente accesso di una parte del nostro organismo che fino ad oggi veniva completamente saltata per accedere ad organi più profondi”. 

Altro tema: l’intelligenza artificiale. Declinata nelle forme di machine learning e deep learning, l’intelligenza artificiale promette di rivoluzionare, in un futuro non troppo lontano, la pratica radiologica, rappresentando un apporto decisivo al radiologo ed un utile strumento per la target therapy. Lo ha spiegato Alberto Colombo dell’Unità di Imaging di Precisione e Ricerca dello IEO. “Disponibilità di grandi quantità di immagini medicali digitali, maggiore accessibilità a componenti hardware dedicate, diffusione e condivisione di software open-source: negli ultimi anni questi fattori hanno facilitato l’attività di ricercatori e aziende, e permesso un rapido sviluppo delle applicazioni dell’intelligenza artificiale – ha spiegato Alberto Colombo -. L’intelligenza artificiale può affiancare il radiologo durante la refertazione di diversi esami quali radiografie, mammografie, tomografie computerizzate e risonanze magnetiche. Come? Localizzando e riconoscendo sulle immagini i segni che indicano la presenza di patologie, e fornendo automaticamente una diagnosi aggiuntiva. Inoltre, l’intelligenza artificiale può supportare il radiologo estraendo dalle immagini informazioni clinicamente rilevanti, ma difficili da valutare per l’occhio umano, favorendo l’adozione di un approccio alla refertazione più quantitativo. Per esempio, può misurare precisamente il volume di strutture tridimensionali sia anatomiche che patologiche. Le potenziali applicazioni dell’intelligenza artificiale in radiologia non riguardano solo la refertazione, ma investono diversi aspetti del flusso operativo radiologico, partendo dalla pianificazione degli esami fino all’analisi e all’integrazione dei dati radiologici nei fascicoli sanitari, passando per l’acquisizione delle immagini e il controllo qualità”.

Come cambia il processo di screening del tumore mammario è stato spiegato da Valentina Guarneri, Professore Ordinario, Direttore della Scuola di Specializzazione in Oncologia Medica presso l’Università di Padova e Direttore UOC dell’Oncologia 2 dell’Istituto Oncologico Veneto – IRCCS. “Ogni anno abbiamo una minore mortalità per cancro alla mammella, ma resta la prima causa di morte per cancro in Italia. Lo screening è molto variegato nel nostro Paese. Durante il Covid ci sono state difficoltà nello screenare la popolazione a rischio, ma fortunatamente gran parte delle regioni sono riuscite a recuperare questi ritardi. Lo screening però deve tenere conto anche dei soggetti ad alto rischio i quali richiedono una sorveglianza personalizzata. Una possibilità innovativa nello screening è la CESM (Contrast Enhanced Spectral Mammography), un tipo di imaging che sfrutta lo stesso meccanismo della mammografia, che grazie ad un contrasto iodato iniettato nel sito riesce a massimizzare l’immagine dove è possibile vedere soltanto la lesione in modo molto accurato”.

L’innovazione in ospedale è stato invece il tema affrontato da Luigi Bertinato della Segreteria Scientifica della Presidenza dell’Istituto Superiore di Sanità. “Quando si tratta di progettazione di strutture ospedaliere e sanitarie, l’efficienza energetica e la sostenibilità ambientale rappresentano sempre una sfida. Il sistema ospedale deve rispondere nel modo più flessibile ed elastico possibile alle nuove esigenze, due sono quindi gli ambiti con i quali l’ospedale del futuro si deve interfacciare e ai quali la sua progettazione non può sottrarsi: la sfera sociale e la sfera ambientale. Entrambi gli aspetti ruotano attorno ad un concetto chiave, vale a dire la centralità delle persone (pazienti, operatori sanitari) e sostenibilità ambientale inteso come uso razionale delle risorse”.

Francesco Saverio Mennini, Presidente SIHTA, ha spiegato, infine, qual è il ruolo della HTA di fronte allo scenario straordinario che si presenta. “Mai è così attuale il collegamento tra HTA e innovazione, innovazione che non è solo quella disruptive. Però l’innovazione è anche l’innovazione incrementale che ha tanto contribuito nel migliorare il livello di salute dei cittadini e si sviluppassero gli ambiti del settore industriale. L’HTA è l’ho strumento che viene utilizzato, anche in maniera mandatoria, dalla gran parte degli Stati per far emergere le evidenze per informare i decisori sulle caratteristiche di ogni singolo prodotto. Negli ultimi anni c’è stata una spinta verso l’HTA dalle istituzioni ma che non è stata seguita da tutte le istituzioni regolatorie, soprattutto a livello regionale. In questo momento storico sta venendo in aiuto il nuovo regolamento Europeo HTA per i farmaci e i dispositivi medici”.

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Travolti dalla disruptive innovation ma servono nuovi modelli organizzativi che cambino radicalmente il sistema sanitario

Nodo cruciale: la carenza di personale sanitario. L’appello della politica: “Abbiamo la necessità di poter assumere nuovo personale e costruire insieme un nuovo sistema sanitario nazionale”.

Tivoli, 14 luglio 2022 – La disruptive innovation nella gestione della salute include tutti gli ambiti della medicina e la disruptive technology ne rappresenta il cuore. La tecnologia in ambito diagnostico e predittivo sta evolvendo tumultuosamente dando corpo alla medicina personalizzata ed alle prospettive di maggior precisione terapeutica, ma spesso i risultati della ricerca sono pienamente compresi ed attuati solo anni dopo la loro entrata nel mercato, impedendone una fast application utile a curare meglio i pazienti se non addirittura ad ottenere guarigioni sino ad ora impossibili. Per far comprendere a tutti gli stakeholder della sanità italiana l’impatto che ha e che potrebbe avere nel futuro e far abbattere tutte le barriere burocratiche che ne rallentano l’accesso, Tema centrale della prima edizione della “MIDSUMMER SCHOOL 2022 – Disruptive technology e medicina di precisione” di Motore Sanità, organizzata con il contributo incondizionato di Technogenetics, Abbott, Becton Dickinson, Siemens Healthineers e Stago Italia.

Ha aperto i lavori Rossana Boldi, Vice Presidente della XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati che ha evidenziato che “Ci troviamo indubbiamente in un momento non facile per la nostra sanità che deve ristrutturarsi in molti ambiti: strutture, risorse umane e tecnologie. Questa ristrutturazione va fatta pensando al futuro anche in termini di sostenibilità. È indubbio che la medicina ha già vissuto diverse innovazioni dirompenti come gli antibiotici o l’anestesia. Per non parlare dei nuovi farmaci che hanno prodotto una cura per malattie per molto tempo considerate incurabili. L’impatto di queste innovazioni è quindi enorme sulla vita delle persone. Questa innovazione però deve essere accompagnata da nuovi modelli organizzativi in grado di sfruttarne al meglio le possibilità. Infine, la prevenzione insieme alla innovazione potranno essere il volano per rendere il nostro sistema sanitario sostenibile nel tempo”. 

Rodolfo Lena, Presidente VII Commissione Politiche Sociali e Salute Regione Lazio ha sottolineato che la vera sfida è la capacità di utilizzare al meglio le nuove tecnologie. “Il tema vero è: siamo in grado di organizzare un sistema sanitario in grado di utilizzare questa innovazione dirompente? Serve un modello organizzativo in grado di utilizzare al 100% le possibilità offerte dall’innovazione. Questa organizzazione però non può prescindere da una piramide organizzativa che parta dai decisori, ma deve arrivare ad essere declinata anche all’interno del territorio. Bisogna anche ragionare sul fatto se tutti gli stakeholders hanno la volontà di cambiare in maniera radicale il sistema sanitario nazionale e regionale. Serve però una politica che accompagni il territorio nel cambiamento, tutti devono lavorare insieme per il futuro, cancellando quelle che erano le vecchie abitudini riscrivendo un nuovo percorso sanitario in tutte le sue declinazioni”. E sul nodo cruciale della carenza di personale sanitario ha spiegato “Abbiamo la necessità di poter assumere nuovo personale e costruire insieme un nuovo sistema sanitario”. 

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Terapie di precisione, digitalizzazione e patient twinning: il futuro della sanità è già il nostro presente

Tivoli, 14 luglio 2022 – Uno scorcio di futuro nel panorama delle aziende della diagnostica in vitro (IVD) è stato il tema della prima giornata della MIDSUMMER SCHOOL 2022 – La diagnostica integrata al servizio del paziente” di Motore Sanità, organizzata con il contributo incondizionato di Siemens Healthineers. Pierluigi Belviso, Laboratory Diagnostics Portfolio Solution Manager presso Siemens Healthineers, ha portato al pubblico di esperti l’esperienza dell’azienda Siemens Healthineers, prima e unica azienda integrata (imaging e laboratorio). Queste le sue parole.

 “Siamo un’azienda grossa, integrata – ha spiegato Pierluigi Belviso -. Poco meno di 10 anni fa ci siamo posti al mercato come la prima e unica azienda integrata (imaging e laboratorio). Quando parliamo di diagnostica di laboratorio includiamo anche il point of care e la biologia molecolare. Siemens investe miliardi di euro nella tecnologia perché crede fortemente negli sviluppi della tecnologia della digitalizzazione. È un’azienda proiettata allo sviluppo che ha reagito in epoca Covid con tempestività. I 3 fulcri della nostra strategia: la terapia di precisione (abbiamo acquisito la più importante azienda di radioterapia), la digitalizzazione e il patient twinning. Sulle patologie emergenti siamo particolarmente focalizzati anche come laboratorio ed entro il 2025 renderemo disponibili al mercato più di 50 test di laboratorio. Ci stiamo proiettando verso la medicina predittiva con le soluzioni digitali. Da qui al 2023 Siemens completerà quello che è un ringiovanimento dell’intero portfolio della diagnostica in vitro in ogni setting: dal laboratorio al point-of-care. Siamo inoltre partiti a Bologna con un progetto con cui monitoriamo a domicilio i pazienti in terapia anticoagulante orale. Abbiamo poi sviluppato un’App con la quale gestire l’esito del test diagnostico antigenico per il Covid-19. Alcune esperienze di successo riguardano la gestione di intere regioni/paesi per mezzo di soluzioni e-Health avanzate”. 

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Il futuro della medicina di laboratorio? Sarà sempre più vicina al paziente

Tivoli, 14 luglio 2022 – Ci si interroga sul futuro della medicina di laboratorio e l’occasione è l’evento “MIDSUMMER SCHOOL 2022 – La diagnostica integrata al servizio del paziente” di Motore Sanità, organizzata con il contributo incondizionato di Technogenetics.

Una grande conquista ottenuta dalla Medicina di Laboratorio è sicuramente la realizzazione di un test molecolare per valutare la risposta T cellulare nei pazienti che hanno avuto contatto con il virus del Sars-Cov-2. È un test rapido e di biologia molecolare che verrà offerto in questi giorni a chi lo vorrà eseguire e sarà molto importante anche per valutare le nuove vaccinazioni. Questo test porta la firma di Synlab Italia e Maurizio Ferrari, Chief Medical Officer Synlab Italia, lo ha anticipato alla Midsummer School di Tivoli. 

Di cosa si tratta?

“Synlab Italia ha partecipato ad una ricerca con il Mount Sinai Hospital di New York e un gruppo di Singapore per la messa a punto di un test molecolare per valutare la risposta T cellulare nei pazienti che hanno avuto contatto con il virus del Sars-Cov-2. È un test rapido e di biologia molecolare che verrà offerto in questi giorni a chi lo vorrà eseguire e sarà molto importante anche per valutare le nuove vaccinazioni. Questo test permette non solo, come quelli classici, di misurare la quantità di anticorpi che la persona ha prodotto dopo la vaccinazione o dopo il contatto con il virus, ma fornisce anche informazioni sulla immunità cellulare, che è molto importante e che ha una memoria più lunga rispetto a quella anticorpale. Quindi sicuramente, questo test porterà un beneficio nella comprensione anche dell’evoluzione di questo tipo di pandemia”. 

Nella medicina di laboratorio a cosa stiamo assistendo professor Ferrari? 

“La Medicina di Laboratorio ha avuto una evoluzione impressionante nelle ultime decadi e si può affermare che ha una importanza fondamentale nel processo diagnostico. Un esempio eclatante è il ruolo che ha avuto, durante la pandemia di Sars Cov-2, nel processo diagnostico della malattia e anche nel suo controllo epidemiologico”. 

Che ambiti ha toccato questa evoluzione? 

“Questa evoluzione è avvenuta sia dal punto di vista organizzativo, con il consolidamento a livello dei laboratori, sia a livello tecnologico. In particolare abbiamo assistito a una esplosione dello studio degli acidi nucleici in particolare dopo il completamento del progetto Genoma Umano. A questo si è unito anche il proliferare delle “omiche” come per esempio l’epigenomica, la transcrittomica, la proteomica o la metabolomica”. 

Cos’altro? 

“Un importante ulteriore sviluppo si è avuto nell’area dell’automazione, della digitalizzazione, dell’intelligenza artificiale, indispensabile per connettere e interpretare la mole impressionante di dati oggi ottenibili, i cosiddetti “Big Data”.

Cosa ha comportato questa “rivoluzione”?

“Tutto ciò ha portato a nuovi approcci diagnostici con definizione sempre più precisa delle patologie, ha permesso anche di avere marcatori prognostici e anche di guidare nuovi approcci terapeutici per arrivare ad una “terapia personalizzata”.

Qual è il presente e quale sarà il futuro dei prossimi dieci anni della Medicina di Laboratorio?

“È prevedibile una estrema innovazione in molti campi, pensiamo all’intelligenza artificiale per esempio. C’è una tendenza importante nel trasferimento del test a casa del paziente proprio per facilitare l’accesso alla diagnostica; crescerà moltissimo e migliorerà la qualità analitica; ci saranno nuove tecnologie frutto anche del passaggio dalla ricerca al laboratorio. Quindi sicuramente la Medicina di Laboratorio farà parte di quella rivoluzione verso la medicina personalizzata che sempre di più sarà utilizzata per la cura dei pazienti”. 

Quindi i pazienti a cosa andranno incontro grazie a questa rivoluzione? 

“Il paziente vuole che venga fatta la diagnosi sempre più precisa, più rapida e che definisca in modo sempre più preciso di quale malattia è affetto. Siccome sappiano che l’eterogeneità delle malattie è estrema più avremo dati che ci permettono di chiarire la patologia da cui è affetta una persona, tanto più questa persona potrà fare anche terapie più mirate, terapie personalizzate, terapie che funzioneranno sempre più con una diminuzione degli effetti collaterali. Quindi una migliore vita per i pazienti”. 

Come si riuscirà a gestire la mole di dati che la medicina produrrà?

“La medicina sarà sempre più integrata, ci saranno dati clinici, dati di laboratorio, ci saranno anche i dati dell’imaging che, valutati congiuntamente con sistemi computerizzati molto performanti, permetteranno di migliorare la diagnosi e quindi la salute delle persone. È chiaro che avremo bisogno di un’informatica sempre più efficiente e sempre più potente. Inoltre, aggiungo che anche il modo di ricevere i dati cambierà, li vedremo online e sui nostri telefonini. In conclusione si può affermare che la Medicina di Laboratorio avrà un futuro brillante e contribuirà a migliorare lo stato di salute dei pazienti”. 

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