L’Italia dei giovani ricercatori si fa onore a Barcellona con i premi dell’EASD/EFSD

di Redazione

Roma. 17 Settembre 2019 – Caterina Conte dell’Università ‘Vita-Salute San Raffaele di Milano è tra i quattro vincitori dell’EFSD Future Leaders Mentorship Programme for Clinical Diabetologists. Il premio, che ha una durata di tre anni, mira a coltivare la futura generazione di leader nella ricerca diabetologica, affiancando questi ragazzi a mentori di riconosciuta fama e aprendo loro le porte delle più prestigiose istituzioni di ricerca internazionali. Il premio è sostenuto da un grant non condizionato di Astra Zeneca. E’ un premio che guarda al futuro, che anzi mira a costruire il futuro della ricerca in diabetologia, individuando i futuri leader e dando loro la possibilità di crescere, acquisendo maggiori competenze nelle tre aree cardine della diabetologia clinica, della ricerca e della comunicazione. Un premio che apre per questi ragazzi la strada verso le principali istituzioni europee, affidati ad un importante mentore che supervisionerà un loro progetto di ricerca e costruirà su misura per loro un programma educativo che consentirà a questi leader in erba di rifinire le loro expertise cliniche e di ricerca, di migliorare la capacità di presentare i loro progetti di ricerca illustrandoli ad una platea congressuale o scrivendo un articolo per una rivista scientifica. Ai premiati viene offerta la possibilità di prendere parte ai principali congressi internazionali di diabetologia (EASD e ADA), nell’ambito dei quali potranno presentare i risultati delle loro ricerche.

L’Italia torna a salire sul podio dei premiati anche per il Rising Star Symposium & EFSD Research Fellowship dell’ EASD (European Association for the Study of Diabetes). A ricevere il prestigioso riconoscimento è Domenico Tricò, dell’Istituto di Scienze della vita, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Il premio è dedicato ai giovani astri nascenti della ricerca in diabetologia che svolgano la loro attività in Europa e mira ad incoraggiare la progettazione di ricerche innovative in questo campo. E’ sostenuto da un grant incondizionato di Novo Nordisk. “Anche quest’anno – commenta il professor Francesco Purrello, presidente della Società Italiana di Diabetologia (SID) – è con grande piacere che comunichiamo che giovani ricercatori italiani, soci della SID e cresciuti in ambienti accademici italiani prestigiosi e di grande tradizione diabetologica, hanno vinto dei premi importanti banditi dall’EASD/EFSD. E’ un importante riconoscimento per loro, per i colleghi che hanno contribuito alla loro crescita scientifica, e per la SID che ha supportato con grant e premi il loro percorso scientifico”.

Partnership Abbott-Sanofi su tecnologie per misurare il glucosio e per l’insulina

di Redazione

Milano. 17 Settembre 2019 – Abbott e Sanofi stanno collaborando per integrare le rispettive tecnologie di misurazione del glucosio e di rilascio di insulina, una soluzione che potrebbe contribuire a semplificare ulteriormente la gestione del diabete. Le due aziende adotteranno un approccio innovativo, sviluppando strumenti che combineranno il rivoluzionario sistema FreeStyle Libre di Abbott con informazioni sul dosaggio dell’insulina per il rilascio futuro di penne intelligenti di Sanofi, applicazioni e software cloud. Questa partnership non esclusiva consentirà inizialmente la condivisione dei dati, con il consenso dell’utente, tra la app e il cloud di FreeStyle Libre di Abbott e le penne per insulina collegate di Sanofi, le app e il software cloud attualmente in fase di sviluppo. Questa condivisione di dati consentirà alle persone con diabete e ai loro medici di prendere decisioni più informate su terapia, alimentazione e stile di vita. Sanofi sta attualmente lavorando per fornire penne, app e software cloud collegati che saranno compatibili con il sistema FreeStyle Libre e i suoi strumenti di salute digitale. Le due aziende mirano a rendere disponibili queste soluzioni entro pochi anni, anche in funzione delle approvazioni regolatorie locali.

Da Bari la nuova sfida delle ‘CAR-T’: necessario individuare i Centri idonei

di Redazione

Bari. 17 Settembre 2019  – Con l’imminente arrivo delle nuove terapie CAR-T è assolutamente indispensabile creare una rete interregionale dedicata alla cura di pazienti attraverso protocolli condivisi. Con questo obiettivo, ha fatto tappa in Puglia la ‘ROAD MAP CAR-T PROSPETTIVE ATTUALI E FUTURE DELL’USO DELLE CAR-T IN ITALIA’: Workshop di confronto tra gli Esperti di salute regionali, per individuare il miglior percorso di cura e rendere il sistema sostenibile per il Servizio Sanitario Nazionale, realizzati da MOTORE SANITA’, con il contributo di Novartis. Alcune malattie oggi, come la leucemia linfoblastica acuta e il linfoma diffuso a grandi cellule, nei pazienti refrattari alle terapie oggi disponibili, danno un’aspettativa di vita molto bassa o nulla. Grazie alla ricerca in quest’area, si è arrivati ad un punto di svolta tale per cui, per questi pazienti, si aprono nuovi scenari attraverso le terapie cosiddette CAR-T di prossima introduzione.

La situazione pugliese, stando ai dati epidemiologici di incidenza delle malattie oggi sottoponibili a terapia con le cosiddette CAR-T, presuppone un numero di circa 80 pazienti all’anno – ha spiegato il professor Patrizio Mazza, Direttore Ematologia Ospedale S. G. Moscati, Taranto – fermo restando che le indicazioni restino per i linfomi ad alto grado di malignità di tipo B e le leucemie acute linfoblastiche B dei bambini e giovani. Stanno venendo avanti studi in cui l’indicazione si allargherebbe ad altre malattie con una numerosità di pazienti molto superiore. Il dato di fatto attuale è che la complessità della procedura terapeutica richiede un impegno notevole in un contesto di equipe multidisciplinare con un impegno assistenziale di alto profilo di competenze. Al momento io rappresento l’unico Centro pubblico con i requisiti previsti da AIFA e ritengo che se il carico assistenziale dovesse ricadere tutto sulla nostra Struttura, per quanto riguarda i pazienti pugliesi, avremmo bisogno di implementare alcune figure professionali e probabilmente avere degli spazi in più. Da questo punto di vista c’è pieno appoggio dei nostri Direttori”.

Le Regioni dovranno identificare nella loro rete di servizi ospedalieri, i centri adatti, individuando il percorso necessario a formare le persone dedicate, con protocolli organizzativi condivisi. Le Aziende Sanitarie Ospedaliere saranno chiamate alla formazione del personale che dovrà gestire le cure in modo da creare un sistema assistenziale di rapido accesso e sicuro per il paziente. “Tale tipo di immunoterapia innovativa – ha dichiarato la professoressa Giorgina Specchia, Coordinatore Rete Ematologica Regione Puglia (REP) – è rappresentata dal prodotto cellulare costituito dai linfociti del paziente che vengono sottoposti ad un processo di ingegnerizzazione del DNA che li rende capaci di distruggere le cellule tumorali. Questa terapia per la sua complessità richiede un impegno straordinario di risorse umane ed economiche che l’Area Politiche della Salute della Regione Puglia sta da tempo pianificando insieme ai Centri della Rete Ematologica Pugliese al fine di poter offrire ai pazienti candidati questo approccio terapeutico”.